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l'arte Terza. — Italia Centrale
Dalla scuola del Sassetta vennero fuori Pietro di Giovanni Pucci, che morì giovane e dipinse nell'Istituto e nell'Osservanza, e Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, già citato per l'architettura, ina più rinomato come scultore e fonditore in bronzo che come pittore. Furono suoi allievi il più noto come architetto Francesco di Giorgio Martini e Gerolamo (1439-1502) figliuolo del pittore Benvenuto di Giovanni Mei che dipinse in Fontegiusta e in San Domenico.
Bernardino Fungai (1460-1510) prese anclfegli lo stile di Benvenuto, ina visse tanto da ricever l'influsso della scuola umbra, principalmente del Pintnriccliio, come vedesi nei suoi dipinti nell'Istituto, nei Servi e a Fontegiusta. Ma tanto il Fungai quanto il più vecchio Matteo di Giovanni (1435-95) rimasero molto addietro ai Fiorentini. Matteo fu il miglior pittore senese dei tempi suoi e fu soprannominato Valtro G Inviandojo, ma nelle sue composizioni drammatiche, nella Strage degli Innocenti ad esempio, trasmodò nello strano. Dipinse nei Servi, in San Domenico, in Sant'Agostino, in Santa Maria della Neve e nell Istituto. Ebbe por allievi Guidoccio Cozzarelli (1450-1510) e il valente Andrea ili Nicolò.
Secondo Periodo. — Raramente giungeva» da fuori pittori in Siena per le gravezze imposte dai rigidi statuti pittorici agli artisti stranieri sì che l'arte aveva preso un certo che del mestiere. Primo il benemerito cardinale Piccolomini (che divenne poi Pio 111) introdusse un nuovo (demento artistico iu Siena facendo dipingere a fresco, nella Libreria del Duomo, dal Pintnriccliio dieci fatti della vita di suo zio Pio II. Anche il magnifico Pandolfo Petrucci fece decorare il suo palazzo da Signorelli, Gengo e Pintnriccliio. Questi lavori, col nuovo modo di comporre e col vigoroso splendido ed armonico colorito, modificarono lo stile u l'antica maniera senese.
Già aveva tentato strigarsene il Fummi: il suo allievo Giacomo Pacehiarotti (1477-1510), più fantasioso del maestro, .subì l'influenza della scuola umbra ina diede nello esagerato e nello scorretto (chiesa del Carmine, Istituto ); egli lu spesso perseguitato e costretto a fuggire da Siena come demagogo.
Il suo contemporaneo Girolamo del Pacchia, figlio di un ungherese fonditore di cannoni (Giovanni delle Bombarde) e di una senese, nato nel 1177 e scomparso nel 1535 nella cacciata della banda dei Barilotti, scambiato spesso col Pacchili rotto, appartiene agli artisti più cospicui di Siena. I suoi dipinti primitivi in Santo Spirito e nell'Istituto attestano l'influenza fiorentina ed umbra ed i suoi freschi più maturi nell'Oratorio di San Bernardino e in quello di Santa Caterina sono notevoli fra tutti per forza ed armonia di colorito e nella composizione come nell'espressione delle teste donnesche uguali a quelli dello stesso Sodoma, ma mostrano anche lo studio di Raffaello e dei migliori [littori fiorentini.
Giacomo Capanna fu un buon pittore di facciate (via del Casato) e vuoisi fosse il maestro del Beccafnnii. Contemporaneamente a Ini dipinsero nello stile di transizione dal vecchio al nuovo i bresciani Andrea e Raffaello di Pucinellì, pittori a tempera di colorito leggiero e gradevole e (li espressione graziosa.
Dopo il Pacchia, con cui incominciano i pittori della nuova maniera del secolo XVI, viene Giovanni Antonio dei Razzi, più noto sotto il nome di Sodoma (MSO-1550), fondatore dell èra nuova nello sviluppo della scuola pittorica senese e suo artista principale. Nato a Vercelli da un calzolaio, apprese l'arte da Martino Spanzotti da Casale e si perfezionò a Milano nella scuola di Leonardo da \ ilici. Dalla Lombardia passò quindi a Siena nel 1501 e vi ebbe buona accoglienza e in breve commissioni rilevanti per la ragione che la sua maniera leonardesca, la forza del colorito, la grazia seducente delle teste e il chiaroscuro rilevato piacquero soprannnodo ai Senesi. Fu un ingegno creatore e fertilissimo coadiuvato da una facilità straordinaria e sorprendente di pennello. Appartiene a'suoi primi lavori il suo grande ciclo di freschi nel convento di Monte Uliveto che troveremo presso Asciano. I suoi capolavori ammiransi nella cappella