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l'arte Terza. — Italia Centrale
Ai tempi nefasti della prima Rivoluzione francese Siena fu invasa da un'orda di fanatici che al grido di Viva Maria trucidava quanti non fossero in voce di buoni religiosi e di ardenti realisti. 11 23 giugno 1799 la plebe, unita ai cosidetti villici aretini che penetrarono nella città, scannò ed arse dodici israeliti dei due sessi.
Nel 1S59 Siena fu la prima città della Toscana che deliberò l'annessione al nuovo Regno d'Italia e nel 1S62 vi si tenne il decimo Congresso degli scienziati italiani.
Cenni Storici sulle Belle Arti in Siena.
Ma, più assai che nella storia politica, Siena primeggia nella storia delle belle arti. Dopo Firenze niun'altra città della Toscana può vantare tanta floridezza artistica la quale durò piti di tre secoli.
1. Architettura. — Non solo pel suo Duomo che è il più bel tempio archiacuto d'Italia dopo quel d'Orvieto, e pel suo imponente palazzo Pubblico, ina Siena va anche rinomata pei suoi tanti palazzi privati in mattoni e bugnati in pietra nello stile ogivale. Primo architetto fu Bollammo che ampliò nel 1193 Fonte Branda. La costruzione del Duomo ebbe principio sin dal secolo XIII ; nel 12-iS ne fu capomastro Giovanni di Stefano, il quale disegnò probabilmente la facciata; nel 1240 Bnonamico lavorò alle scolture del Duomo e si illustrò quale architetto.
Ma il rigeneratore dell'architettura in Siena fu il grande Giovanni Pisano, che nel 1281- compi nelle parti inferiori la facciata occidentale del Duomo. Siena gli diede iu benemerenza la cittadinanza. Dopo di lui moltiplicaroiisi gli artisti senesi.
A Lorenzo Maitani, che disegnò il Duomo di Orvieto, tenne dietro Caniaino di Crescemmo (1318) qua] capomastro del Duomo e dopo di lui suo figlio Tino (di Caniaino).
Angelo di Ventura disegnò, nel 1325, la porta de' Tufi, nel 1327 porta Nuova e lavorò al palazzo Pubblico. Agostino di Giovanni lavorò nel 1331 al palazzo Pubblico, nel 1339 alla torre del Mangia e nel 1340 alla facciata del palazzo di Gontieri Sansedoni e alla Fonte Gaia. I suoi due figli furono capiniastri al Duomo. Contemporaneamente lavorò Laudo di Pietro (anche orefice e come tale fece la corona imperialo di Enrico VII); Siena lo chiamò nel 1339 per la costruzione del nuovo Duomo che doveva includere il vecchio coinè crociera, ma egli mori sette mesi dopo la sua nomina.
Le rivoluzioni incessanti impedirono sullo scorcio del secolo XIV lo sviluppo dell'arte, e solo col ritorno della tranquillità relativa l'architettura risorse a nuova vita coll'edifi-cazione dei Duomi di Siena e di Orvieto. Ansano di Matteo incominciò nel 14-17 la costruzione della loggia dei Nobili; Domenico di Nicolò (valente intagliatore) diede principio, qual capomastro del Duomo, ai rinomati grafliti del pavimento e disegnò anche la facciata della loggia verso la piazza. Antonio Federighi, capomastro del Duomo nel 1400, disegnò un nuovo fregio pei la cappella del palazzo Municipale e per Pio 11 la loggia del Papa, com'anco il palazzo de' Turchi (o dei Diavoli) fuori la porta Cainollia.
Ma già il Rinascimento incominciava a sloggiar del tutto lo stile ogivale. Il Duomo e il palazzo di Pienza diventarono i nuovi tipi e il loro architetto fiorentino, Bernardo Gainberelli, vuoisi compisse il palazzo Piccoloniini (in via Ricasoli) e il palazzo delle Papesse (Nerncci). Anche il palazzo Spannocchi fu edificato da mi fiorentino.
È notevole per Siena, nei priniordii del Rinascimento, la versatilità straordinaria degli artisti; i più cospicui furono in pari tempo architetti, scultori e pittori, donde una certa uniformità o rassomiglianza nelle tre arti. Appartenne alla nuova scuola Lorenzo di Pietro, soprannominato il Vecchietta, che era nell'istesso tempo orafo, scultore e pittore, come si vede nella cappella dell'ospedale della Scala.
Maggior fama nell'architettura ebbe Francesco di Giorgio (Martini) a cui attribni-sconsi senza certo criterio molti notevoli e disparati edifizi senesi. Fn allievo ed amico di. Francesco Giacomo Cozzarelli che costruì per Paudolfo Petrucci il palazzo del Magnifico