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l'arte Terza. — Italia Centrale
Un incendio furioso consumò, il 2-4 agosto del 1655, il tetto e quasi tutte le pitture, tra le quali preziose la Natività della Madonna, del Pinturicchio col gradino dipinto dal divin Raffaello e il Natale di G. C., del Perugino : e rovinò tutta la eappella. Venne allora restaurata principalmente col concorso di papa Alessandro VII.
Questo tempio monumentale di stile gotico fu dapprima, circa il 1200, piccola chiesa parrocchiale dedicala a San Pietro. I frati Francescani nel 1236 ne presero possesso; nel 1250 fu ampliata e nel 132(3, sui disegni degli architetti
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senesi Agnolo ed Agostino, come sopra abbiamo dello, nuovamente ricostruita. L'unica sua navata è lunga in. 80.80, larga in. 2-2.10. La crociata è lunga in. 55.40, larga ni. I L00. Il Limbo del IScccafuiiii e la Deposizione, capolavoro del Sodoma, scamparono dalle siiminciikivate divoratrici fiamme del 1055, e l'Accademia ili Pelle Arti nel 1862 ebbe l'onore di accoglierle e conservarle nelle sue sale. Su disegno di Paolo Posi nel 1705 fu ricostruito il campanili'. La noncuranza degli uomini e le triste vicende ilei tempi fecciosi che «piesto bellissimo tempio, già deturpato con riparazioni golle e barocche, lo^esvcn-tnralainciile lanciato in abbandono fino ai nostri giorni. Kd oni per le cure ammirabili ili un Pullulalo di benemeriti cittadini «cinsi, coli nintti di elargizioni straniere e per lo zelo di monsignor .ladci Iterimi, rettore del seminario-collegio arcivescovile, canonico deH.i Meliopolitana e presenleiiieiile (febbraio 1S95) \ icario tienerale doU'arcliidioccsi senese, e stalo pienamente ie-slaurato e restituito alla sua forma primitiva e all'aulico splendore. Il 17 agoMo IX'.lj con pompa solenne e con grande soddisfa/ione della seiie-c cilladinan/a, sempre alle/innata all'avita religione e alla consci va/ione dei suoi gloriosi monumenti d'arte, In riaperto al culto religioso, essendo già nel maggio dello ste^sn anno nuovamente consacrato da S K. licv. Moli-, benedetto Toiiuii.isi, arcivescovo di Siena I lavori di ròsta uro lumini artisticamente eseguiti min» la dire/ione dell'insigni* architeli» senese OiiiM-ppe Pallini.
Pertanto faremo breve iadegua delle opere d'arte di ipicM'insigue tempi».
Prima di entrare noteremo la bellissima pin ta del 1 Ti 17 di Fra Luca da .Montepulciano con sopra la statua ili San Fraiuesm, scolpila (I2S.II) da Paino dì Paganelli). Futi.iti nel tempio, l'occhio limane stupefallo dall'austerità e dalla bellezza severa dell'insieme, lo spirilo è uatnral-nieiile pol lato all'adorazione religiosa della divinila. Notercm» anzitutto i quattordici liucstroni a sesto acuto della navata (selle per parte), adornati delle belle invetriate dipinte con ass.'ii buon giKloe ili iiiasvima parte eseguile a spese ili alenili cittadini senesi, coinè vedesi dagli stellimi gentilizi in ria«rn)ia di esse, ila disegnatori e coloristi stranieri del rinomato Istituto artistico di pit-
tura in vetro, F. X. Zetler di Monaco di Baviera. Rappresentano queste invetriate vnrii Santi. Bellissimo poi è il finestrone del coro, barbaramente chiamato il Vetratone dell'abside, allo l i metri, del medesimo Istituto Zetler. 11 soggetto del quadro è San Francesco, che in Son Giovanni Luterano presenta al pontefice Innocenzo IH la Regola del suo Ordine per l'approvazione canonica. Stupendo è nell'insieme come nelle sue più piccole parti, e degno di grande ammirazione. L'arnie gentilizia a tre monti, che vedesi in basso ai due lati del quadro, è lo stemma del Monte dei Paschi di Siena.
Il coro fn costruito nella prima metà del secolo XI11 ; fn recentemente restaurato, conservando però sempre l'impronta originale della sua antiehiui. L'altare maggiore eseguito (1802) sui disegni del ricordato Pallini, è di ima grande semplicità; la purezza del suo stile gotico concorda mirabilmente col carattere primitivo del tempio. Nella parete sinistra del coro si vedono due notevoli ritratti di marino, iu mezzo rilievo, rappresentanti Vittoria Fortegnerri e Silvio l'ic-colomini, genitori del senese Pio 11, il quale, iu omaggio alla memoria dei suoi cari estimi, quivi sepolti, fece a proprio spese allargare la cerehia delle mura affinchè rimanesse compresa dentro la nuova cinta la chiesa di San Francesco, elicili aulico reslava fuori della città.
1 liucstroni delle cappelle, in massima parte eseguili nel laboratorio artistico del De Matteis di Firenze, per la eorrellczza del disegno, per l'eleganza e nitidezza dei fregi, come pure per la finezza del lavoro, sono finse superiori a quelli della navata, opera dello Zetllcr. Mollo pregiati i lavori di decorazione delle cappelle; vennero eseguiti con squisitezza di gii-tmlal senese Giorgio Itaudiiii. Il busto in marmo di nions. O'ioromu l'icnilliui, compianto arcivescovo di Siena, il pili benemerito ira i promotori dei restauri di questo tempio, inolio nel I8SS, fu scolpito dal senese prof. Tito Sarrocchi : la bella epigrafe latina è del sullodato uioiis. lìcrlini.
I legni di osservazione sono nelle cappelle i moderili e pregevoli trillici, dalle belle cornici d'oro fiammante, riprodotti con grande imita/Jone degli antichi, sullo stile del trecento. Quello della seconda cappella (a destra) è del Pezzati (1102) e rappresenta la Convezione con ai lali Stin Lodovico re e Sun Francesco d'Assisi, col inulto Tota puhhvu es Mario. 11 trittico della terza cappella (a destra) è opera lodala del giovane e valente pittore senese Arturo Viligiardi : rappresenta il lluou l'astore con ai lati San Gregorio VII e Saul'Ansimo martire. e Rallista di Siena. Quello della seconda cappella (a sinistrai è disegnato e dipinto (IS92) del Meaeci : la figura di mezzo è Gesù che consegna le chiavi a San l'idra ; ai lali Sitii Giovanni Evangelista e San Bartolomeo Apostolo.