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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Tei za — Italia Centrale
   
   Figj JS. — Siena : La Fonie Gaia.
   Pei' dire duo secoli si lavoro ili quo' Imi li ni o condotti o gallerie sotterranee, sotto la ilire/ioirc tli ninnici Gori, di Pietro ( ;tlaneo nel 1SIV3 c (l'altri: Carlo N ne rimase casi inora \ i^linto clic ebbe a dire essere Siena jiiiì ainuiii'aliile sotto terra che sopra ; e C.ioiino III aver veduto in ijiielle vie sotterranee un'opera veramente romana. l e due principali sono i bollini maestri •li l'onte (ìaia e tli Fonte Granila.
   I bei lavori iu uiarmo furono scolpiti nel 1110 da .Iacopo di Pietro della (Jucrcia che fu anche poi detto Jacopo della l'olite; coadiuvato dagli allievi I rancesco di Domenico Yaldainhrinu uno dei lavoranti alle famose porte del battisteri) di I ii en/e, Asnano di Matteo, autore del fonte battesimale del Duomo di Orvielo, e Nonni.
   Questi Ni sso ri lievi rappresentano Ilio l'tidrc clic crea \ ti a ino, la Covri a hi    Le invilire del tempo e degli uomini avevano, nel corso dei secoli, danneggiali questi stupendi bassorilievi clic furono rimossi, trasportati ncl-* Opera del Duomo c surrogati da una copia assai abilmente e fedelmente eseguita nel IStìS dallo scultore senese I ito Sarrocelii.
   Fonte branda — Trovasi n fondo alla via JìciHiicasi ed è ricordata anch'essa da Dalile in
   «Inoi versi i\c\YInfermi, dove. Maestro Adamo da Itroscia dice:
   M.i s' i' voli'.ssi (,ui l'anim.i Irista
   Mi ('.indi o il'Aloss-iri'Irj o di lor fralo l'ir l-'onlolirand.! non darci In visti.
   [\ meno che non si tratti di un'altra Fonie P.ramla in Lamentino presso il castello di lì ufi iena; cosa di cui disputano gii eruditi].
   Ne scrissero anche il ISoccaccio, e l'Alfieri la celebrò iu un sancito. Il D Agincuurt nella sua grand opera sulle llellc Arti ne diede la veduta e la pianta.
   Onesta fonte fu praticala nella parie più bassa della città, perché ivi erano anticamente mulini, concerie e butilici, i ricordala sin dal 1081 ; fu ampliata u rifatta nel 11'.Kt su disegno del liel-larmino e restaurata nel 1218, 1270, 14711 c I SI 1-2. Prima della rovina del 1802, nella parte superiore della fonie e sopra i tre archi di ottavo di sesto acuto, eranvi altri tre, archi d'intiero sesto acuto notevolissimi per essere i p ù antichi che di tal sesto si conoscessero. ^ si legge ancora un'iscrizione iu caralteri longobardici che si riferisce ai lavori del I lO.'J e indica come arcliitelfo o eapomaestro un Guido di Ranieri Napoleone.
   L'acqua sgorga da Ire canne iu pietra nel grande bacino oblungo coslrnito nel 12(8 da Giovanni di Stefano; sopra la fonie torreggia a ino' di caslello la chiesa di San Domenico da un'alta rupe a picco; la chiesa servi ili fa 1 ti, armala ili artiglierie, come fortificazione acees-