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l'arte Terza — Italia Centrale
Iti Orbeteìlo liavvi il Bagno penale in cui stanno rinchiusi circa 1000 condannati. L'industria annovera fabbriche d'acque gassose, di conserve alimentari, di prodotti chimici, cave di pietra, libreria, tipografia, ecc.
Cenni storici. — Orbeteìlo (l'etrusca Sitbcosa, per i latini Vrbs Viteìlii? od Orbica tellus??) appartenne dapprima agli Aldobrandeschi dai quali passò in possesso dell'abbazia delle Tre Fontane di Roma la quale lo diede in feudo ai conti Aldobrandeschi di Sovana e dal 1293 ai principi Orsini di Roma. Nel 1411 Siena comprò Orbeteìlo per 8000 fiorini d'oro ed ebbe poscia una lunga lite con l'abate delle Tre Fontane. Nel 1455 la città fu saccheggiata e bruciata dal Piccinino. Uno sbarco dei Turchi, che nel 1543 saccheggiarono Porto Ercole e 'Paiamone, fece sì che Filippo II di Spagna, nella cessione di Siena a Cosimo I del 1557, si appropriasse, fortificandola validamente, quella porzione della costa che prese il nome di Fresidii.
Nel 1616 i Francesi, sotto il comando del prìncipe Tommaso di Savoia, assediarono indarno, dal 20 maggio al 18 giugno, il capoluogo di quello staterello da cui li cacciò la malaria; e il 11 giugno del medesimo anno fu combattuta in vicinanza la battaglia navale fra la squadra spagnuola di 00 navi sotto d coniando di I). Antonio Pimcntel e la francese sotto quello del principe di Savoia e il duca di Brczé che vi rimase ucciso.
Furono più fortunati gli Imperiali che nel 1708 impadronironsi di Orbeteìlo. I Regi Fresidii, comprendenti, oltre il capoluogo Orbeteìlo, i paesi di 'Paiamone, dell'Ausedonia, di Porto Ercole e Porto Santo Stefano coll'Argentarìo oltre Porto Longone nell'isola d'Elba, governati da un auditore genirale, furono ceduti nel 1730 dal re di Spagna al re di Napoli a cui gli abitanti prestarono ubbidienza sino al 180S, nel qual anno Napoleone I, padrone allora della Toscana, li incorporò ad essa: il Trattato di Menna del 1S14 ne confermò il possesso ai Granduci».
Del lungo dominio spaglinolo restano traccio non solo nelle iscrizioni a Filippo III e a Carlo II sulle tre eleganti porte da terra, ma anche liei cognomi di alcune famiglie e in lina cert aria spagnolesca della gente.
Coli, elett. Grosseto — Dioc. Ss. \ incenzo ed Anastasio alle Tre Fontane in Homa — Pa, T. e Str. ferr., Scalo marittimo nelle fraz. Torre Saline e Talamone.
Talamone.
Celebre per varie battaglie nell'istoria antica e a'dì nostri per la fermata di Garibaldi nel 1800 quando parti co' suoi Mille da Quarto per l'impresa della Sicilia.
Talamone, sul lido del mare Toscano, è nn castello con porto e seno chiuso a sud dal promontorio della torre di Talamonaceio, con panocclnale dell'Assunta e un nucleo di abitanti e forma una frazione del Comune di Orbeteìlo. 11 porto o ansa, assai capace anticamente, è ora ingombro di arena e di alghe spintevi dalle tempeste e infetto dalla malaria.
La storia narrata da Diodoro (tv, 50) ch'esso derivò il nome da Telamone, l'eroe che accompagnò gli Argonauti nel loro viaggio, si può considerare addirittura quale mia favola etimologica. Pare 11011 abbiavi ragione da dubitare che falainone era in origine una citta etnisca, ma il cui nome 11011 trovasi mentovato durante il periodo dell'indipendenza di quell'antica nazione.
La prima menzione di Talamone la troviamo in Polibio (11. 27) là dove narra come nel 529 di Roma (225 av. C.) una grande orda dì 70,000 Galli, che moveva verso il sud, incontrò a Talamone l'avanguardia di Caio Attilio Regolo le cui legioni, sbarcate dalla Sardegna a Pisa, avviavansi alla volta di Roma mentre il console Lucio Emilio Ripone si avanzava da Rimini.
1 Galli furou costretti ad ima duplice tremenda battaglia, con un fronte a nord contro Regolo e l'altro a sud contro Etnilio, il console. Nonostante la più accanita