oc
l'arte Terza — Italia Centrale
4 novembre 1243. Esse furono sfruttate specialmente dai vescovi e dai banchieri senesi e ne esistono ancora le officine e i magazzini! andarono poi in decadenza, finche verso la metà del secolo XIV, furono intieramente abbandonate causa le depredazioni dei condottieri, le pestilenze, la malaria, la concorrenza delle miniere transalpine, il deprezzamento dei metalli, il crescere della mano d'opera, le crisi commerciali di Firenze e più tardi le scoperte dell'America: i Medici granduchi si provarono invano a riaprirle: un altro tentativo per riattivarle nel 1753 andò a vuoto ed ebbe fine nel 1757; fu però ripigliato nel 183G.
A Boccheggiano, frazione del Comune di Montieri, trovasi attualmente ni coltivazione una ricca miniera di rame, con un impianto assai grandioso. Nella stessa località sgorgano le seguenti acque minerali.
1. Acqua del Seccatoio. Scaturisce in mezzo agli strati di scisto argilloso, ha un sapore acido stiptico e lascia traccio di ossido di ferro ed un'acqua acidula ferruginosa della temperatura di gradi 15 non ancora allacciata.
2. Acqua dell'1 Olio l'uzzolo. Ha ì medesimi caratteri fisici della precedente, è anch'essa acidula ferruginosa e non utilizzata.
3. Acqua calda di Boccheggiano. Spiccia in due polle nei castagneti sotto il colle su cui sta la borgata di Boccheggiano ed è un'acqua salina della temperatura di gradi 15.
4. Acqua superiore del Botro Rosso. Scaturisce sulla sinistra del fiume Merse nel ripiano del così detto Botro Rosso, imi po' prima che quel rivo attraversi la strada che da Boccheggiano \a a Siena. Ila il sapore dell'inchiostro e manda un odore simile a quello del solfato di ferro. La sua temperatura è uguale a quella dell'aria atmosferica e il prof. Giulj la classificò fra le acidule.
5. Acqua inferiore del Botro Rosso. E acidula ferruginosa: ha, come la precedente, la medesima temperatura dell'aria atmosferica ma è trascurata.
Cenni storici. — Montieri prese il nome ila Mons Aeri*, nome che alludeva alle vicine miniere di rame dalle quali traevasi il metallo per fabbricare il bronzo. S'ignora per altro se fossero gli abitanti del luogo che diedero mano pe' primi agli sca\i, come ignorasi similmente ti quando, sebbene si citi una memoria dell'SOG quando Adalberto il Ricco, marchese di Toscana, le donò al vescovo di Volterra. L'antico possesso delle quali miniere, col castello di Montieri e sue pertinenze, fu dal re Arrigo '\ I concesso in feudo, il 28 agosto 11SG, al vescovo Ildebrando Pannocchieschi ed a' suoi successori mediante un tributo. Nel 1232 il vescovo Pagano de' Pannocchieschi le cede al legato imperiale Gherardo d'Arnestein e Federigo II, con suo diploma del 4 novembre 1243, concedè per due anni l'uso delle miniere imperiali di Montieri, con alcuni pedaggi, a Bentivegna del fu Ugolino Davanzali, mercante di Firenze, per la somma di 11,000 libbre di fiorini piccoli.
Alla morte di Federigo, Montieri tornò ai vescovi di Volterra e nel 1341 si diede spontaneamente a Siena. Nel 1G0G il granduca Ferdinando lo eresse m fendo, con titolo di marchesato, a favore del patrizio romano Biagio Capizucchi, morto il quale nel 1G21, tornò alla corona e il granduca Cosimo II, con altro diploma del 22 settembre del medesimo anno, lo conferì al marchese Vincenzo Sul via ti di Firenze e suoi eredi, i quali
10 tennero sino all'abolizione giurisdizionale dei feudatarii granducali nel 1740.
Coli, elett. Grosseto — I)ioc. Volterra, Grosseto e Massa Marittima — P* e T.
Mandamento di ORBETELLO (comprende 2 Comuni, popoh 10,635 ab.). — Territorio parte a viti e cereali e parte coperto di selve di sughero e di marruche in cui pascola un bestiame numeroso. La Maremma d'Orbetello, fra il monte dell'Uccellina e
11 poggio di Ansedonia, è tutta a laghi e padiili fra cui lo Stagno d'Orbctdlo prosciugato in parte, ma ancor di un perimetro di 3G.S chilometri. — Forse neppure a \ enezia abbonda il fastidio delle zanzare come ad Orbetello.