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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Grosseto
   i i 97
   lei secolo XI quando vi fu trasferita la sede vescovile dell'antica Populonia (vedipag. 82). La ricchezza delle sue miniere di rame fu considerevole. Il Codice minerario massetano, lei 1200, è il più antico che si conosca.
   Oltre il dominio spirituale il vescovo di Massa esercitava il temporale su Massa e 1 suo territorio, finche, il 13 luglio del 1225, t cittadini si ricomprarono, fondarono una repubblica indipendente e costruirono, presso la città vecchia sul poggio col castello vescovile di Monte Regio, la città nuova.
   Dopo lunghe lotte coi cavalieri delle vicine castella e dopo di essere stata un pomo di discordia fra Pisa e Siena, già sul principio del secolo XIV venne intieramente in potére di Siena e andò in decadenza ogni dì più, sì che nel 1408 non contava che abitanti mentre ne aveva avuti fin 20,000. Cosimo I tentò ravvivarla inviandovi olonie di Bresciani e Friulani i quali caddero però in breve vittime della malaria, jom'anco i Lorenesi trapiantativi nel 1743 da Francesco II, ed anche nel 1745 non vi avevano n Massa che 442 abitanti. Leopoldo I afferrò allora, come suol dirsi, il toro per le corna, abolì il diritto di pascolo, accordò al contadino il libero possesso del ter-eno che coltivava e prosciugò i paduli. Migliori ancora furono i risultati ottenuti da Leopoldo II mediante il sistema delle colmate e già nel 1839 Massa conteneva 2840 abitanti. In 94 anni eransi più che quadruplicati e al presente il Comune di Massa no innoverà, come abbiam visto al principio, ben 12,579, di cui 4000 circa nella città»
   Poco discosto da Massa incontransi i ruderi del castello famoso per la tragica morte Iella Pia detta de' Tolomei, ma in realtà dei Guazzatoti!, gentildonna senese, moglie li messer Nello della Pietra, la quale, trovata, come fu creduto, dal marito in adulterio, farebbe stata da lui condotta nel suddetto castello in Maremma ove morì. Dante la celebra nei ben noti versi.
   Ricordali di me che son la Pia;
   Siena mi fé', disfecemi Maremma.
   A' dì nostri d Sestini compose sopra di essa un bel poema fondato sulla leggenda issai controversa.
   Coli, elett. Grosseto — Dioc. Massa Marittima, Volterra e Grosseto — P2 e T. locali, Str. ferr. e Scalo marittimo nella fraz. Follonica.
   Montieri (4257 ab.). — Sorge all'altezza di ben 750 metri, in clima aspro ma sano, sul pendìo nord-est del poggio di Montieri (alto 1051 metri), il quale forma lo spartiacque Iella Merse, della Cecina e della Cornia, castello antico in alto col borgo al basso. Antica ^arrocchiale dei Santi Michele e Paolo e cella del beato Jacopo da Montieri, che vi morì 1 18 dicembre 1289 e le cui ceneri veneransi nella suddetta chiesa. Fra questi certo Iacopo Murato, al quale, per aver violato i diritti imperiali togliendo minerale argentifero lalle miniere, furono amputati il braccio destro e il piede sinistro. L'infelice divenne oinito, visse ancora 40 anni nella suddetta cella o grotta e fu poi beatificato. Altra gran diiesa già dei Francescani. La fontana sulla piazza principale reca un'iscrizione del 1233; e mura del castello furono costruite dai Senesi nel 1371.
   Il territorio, coltivato solo in parte, è coperto di boschi, di castagneti, campi seminati, /ignoti e pascoli. I monti, fra i quali primeggiano d suddetto poggio di Montieri, le •ornato di Gerfalco e il poggio (li Boccheggiano, contengono marmo rosso, giallastro 3 ammonitico, scisto rilucente di vario colore, rame e piombo argentifero.
   In vicinanza di Tra vai e, sulla destra della Cecina e nelle ultime pendici verso greco Ielle Cornate di Gerfalco, stanno i così detti Lagonceììi di acido borico, i quali esalano m odore sulfureo con vapore biancastro e rumore sordo.
   Delle antiche miniere argentifere di Montieri porgono testimonianza i grandi animassi li scorie nella gola di Merse Sa violi, intorno al paese e persiti sulla piazza del Mercato. Un documento dell'896 fa menzione di codeste miniere che Federico II avocò a sè il
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