Provincia tli Grosseto
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La distruzione di Vetulonia e il silenzio dell'istoria intorno ad essa hanno fatto sì che persino il luogo ove sorgeva è divenuto materia di dubbio. Per tal modo esso fu cercato presso Viterbo (ànnio, Anliqq. Var. Volumi) ; a Massa Marittima, l'antica Massa Veternensis (Ammiano Marcell., xiv, 11, § 25), od in un folto bosco ad 8 chilometri ad ovest da quella città (Ximenes, ap. Inghirami, Ricerche di Vetulonia, p. 62); nel luogo di Vulci (Luciano Bonaparte, Ann. Inst., 1829 e Valeriani, Museo Chiusi): sul colle di Castiglione Bernardi presso Monterotondo (Inghirami, Ricerche di Vetulonia); e finalmente in Orbetello (Ermolao Barbaro, ap. Demspter Etrur. Reg., u, 56). Ma sino ai tempi odierni l'opinione più comunemente adottata fu quella di Leandro Alberti, antiquario del secolo XVI, clic pose Vetulonia sul monte Calvi (Descrizione d'Italia, p. 27) in una selva detta Selva di Vetleta: questa opinione fu seguita dal Cluverio (Ital. AniJj dal Miiller (Etrusker) e da altri.
Poi venne ammesso generalmente che Vetulonia si dovesse identificare con gli avanzi di una città scoperta nel 1812 dal Pasquinelli, ingegnere italiano, a Magliano in Toscana, villaggio fra l'Osa e l'Albegna a nord di Orbetello, All'inglese Dennis (Cities and Sepuhhres of Etruria, voi. li, c. 38) sarebbe però appartenuto il merito di aver identificato pel primo quel ruderi con quelli della smarrita città etnisca.
Il luogo consuonerebbe con quel che sì sa intorno a quello dì Vetulonia. Plinio e Tolomeo concordano nel collocarla fra le colonie interne dell'Etruria; ma Plinio la descrive anche come non lontana dal mare e come avente in vicinanza sorgenti termali dette Aquae Vituloniae. Ora tutte le condizioni necessarie parevano adempiersi nei suddetti ruderi. Il circuito delle mura di circa 8 chilometri attesta l'importanza della città e la sua situazione rispetto al mare concorda con la relazione di Plinio; inoltre presso Talamonaccio e a breve distanza dalla costa e dalle rovine spicciano sempre le acque termali.
Ma in questi ultimi anni la questione venne riportata al nord del fiume Bruna: da recenti e importanti scavi si argomentò che Vetulonia sorgesse dove c'era Colonna di Maremma, a pochi chilometri dalla stazione ferroviaria di Montepescali (1).
(1) Diamo qui in nota, togliendola da un giornale, la relazione delle scoperte importanti negli scavi fatti eseguire nel 1892 in Vetulonia dal ministro dell'Istruzione Pubblica:
« Sotto la solerte e intelligentissima direzione del cav. Isidoro Falchi, sono venuti alla luce meravigliosi monumenti etruschi che hanno recato un preziosissimo contributo alla storia dei primitivi popoli italici. Sul poggio di Vetulonia si trova la più estesa e la più ricca delle necropoli arcaiche: essa ha una superfìcie di qualche chilometro quadrato. Nel 18S0, il cav. Falchi iniziava a sue spese, e con incredibile costanza e coraggio, alcuni scavi che facevano scoprire una infinita quantità di tombe a pozzetto e a cìrcolo, dalle quali furono estratti oggetti di immenso valore archeologico, come vasi fìttili di squisita fattura, armi, monili, monete, ecc. Tutta questa suppellettile artistica venne trasportata a Firenze nel Museo Egizio-Etrusco, dove costituisce una apposita sezione che prende nome da Vetulonia.
« Il cav. Falchi ha illustrato le sue scoperte mediante pubblicazioni che hanno vivamente interessato il inondo scientifico ; nè poteva essere altrimenti, poiché le tombe di Vetulonia ci riportano a 2700 anni indietro, e servono a stabilire il grado di civiltà della metropoli da cui Roma attinse i suoi primi ordinamenti. Il Momjisen, qualche anno fa, visitò gli scavi di Vetulonia, e le scoperte del Falchi formarono soggetto di un suo importante lavoro. Ma quest'anno il cavaliere Falchi volle rivolgere le sue cure allo scoprimento di una tomba di importanza veramente eccezionale sia per la rarità che per la mole immensa; chiese ed ottenne dal Ministero di pubblica istruzione « fondi necessari, e nel marzo u. s. si accinse all'opera. Ecco di che si tratta :
« In moltissimi punti della collina su cui sorge Vetulonia si notano dei poggetli artificiali, a forma di cupola, attualmente coperti di fìtta vegetazione. Ognuno di quei cumuli racchiude in sè stesso una tomba etrusca di proporzioni colossali.
« Circa otto anni or sono, il cav. Falchi volle eseguire un saggio in una di quelle cucumelle, e, scelta la più piccola fra le grandi (chiamata della Petriera) fece praticare in essa una galleria
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