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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze — Cenni storici
   -301
   titolo (li Granduca c lo incoronò l'anno seguente a Roma. Ma il titolo di granduca non fu confermato che nel 1575, e per una grossa somma, dall'imperatore Massimiliano II al figlio e successore di Cosimo, il quale morì il 21 aprile 1574 e lasciò il governo al suo primogenito, il suddetto Francesco I, nato il 25 marzo 1511. Questi sposò Giovanna, sorella dell imperatore Massimiliano, morta nel 1578, e quindi in seconde nozze la famosa veneziana Iìianca Capello con la quale morì lo stesso giorno, 19 ottobre 1587. ,ua figlia Maria divenne moglie d'Enrico IV, re di Francia.
   (ìli succede il fratello, cardinale Ferdinando I, il quale divenne popolare per l'impulso dato al commercio e per la guèrra contro i Turchi, Questi depose, nel 1589, il cappello cardinalizio per isposare Cristina di Lorena e morì nel 1009. Nella cappella mortuaria dei Medici è. la sua statua in bronzo e un'altra equestre, anch'essa in bronzo, sulla piazza dell Vnnunziata. Ynche Livorno gli rizzò ima statua in vicinanza del porto che gli va debitore, della sua floridezza. Un suo fratellastro, Don Fedro, che visse alla Corto di Filippo II di Spagna, da cui fu nominato generale delle sue truppe in Italia, tentò indarno dividere con Ferdinando l'eredità paterna e morì il 25 aprile 1004.
   A Ferdinando I tenne dietro il figlio Cosimo IL nato il 12 maggio 1590. Egli protesse le arti e le scienze, agguerrì la sna squadra e fece rispettare la bandiera toscana m tutto il Mediterraneo. Appoggiò i Drusi del Libano nella loro guerra contro i Turchi e morì il 2 febbraio 1020.
   Gli succede il mite ina debole Ferdinando II (1621-70); si guadagnò l'amore dei sudditi, ina il suo governo fiacco e sottomesso alla Spagna recò grave danno alla Toscana.
   Peggio ancora il successore, il ngliuol suo Cosimo III, nato il 14 agosto 1642. Educato fratescamente, quanto inetto, altrettanto ambizioso, non favorì che i poeti che lo adulavano e gli artisti che potevano accrescere la pompa esteriore della sua Corte. Sotto di lui continuò la decadenza della Toscana, incominciata sotto il padre suo, ed essiccarono la maggior parte delle fonti del pubblico benessere. Egli morì il 21 ottobre 1723 ed ebbe per successore il suo secondogenito, Giovanni Gastone, nato il 24 maggio 1671. Questi, affievolito di spirito e di corpo per le sue dissolutezze, dimostrò, è vero, buona volontà e rimosse molti abusi, ma ebbe manco della forza necessaria per compiere radicali riforme. Con lui si estinse, il 9 luglio 1737, la stirpe Medicea che regnò tanto tempo in Toscana.
   In virtù del trattato della Pace di Vienna del 1735 il granducato di Toscana passò, nel 1737, al duca Francesco Stefano di Lorena, il quale divenne poi marito di Maria Teresa, col titolo di Francesco I, imperatore di Germania. Sotto il costui figliuolo e nipote Leopoldo I, la Toscana pervenne ad uu alto grado di prosperità.
   Nel 1799 i Francesi espulsero il granduca e nel 1801 la Toscana fu sottomessa qual Rer/iio d'Etruria all'infante Ludovico di Parma. Nel 1808 fu ceduta alla Francia, e nel 1811 restituita al granduca Ferdinando, il cui figlio Leopoldo li fece col ministro Fossombroni molto bene al paese.
   Nei rivolgimenti del 1848 il granduca fu costretto a formare un ministero democratico composto del Guerrazzi, Montanelli, Mazzoni, principe Corsini-Lajatico. Nel 1849 il granduca fuggì da Firenze, riparando con Pio IX a Gaeta, e il Guerrazzi divenne per una quindicina di giorni dittatore della Repubblica, la quale soggiacque in breve alla controrivoluzione. 11 granduca tornò con 10,000 soldati austriaci e nel 1852 abolì la Costituzione; ma scoppiatala guerra dell'Indipendenza italiana del 1859, fu costretto ad abdicare e nel plebiscito successivo non vi furono clic pochi voti per la conservazione della sna dinastia. Il 22 marzo del 1860 la Toscana fu aggregata al nuovo regno d'Italia; dal 1865 al 1871 Firenze divenne capitale provvisoria, residenza del re, sede del Governo e del Parlamento, tinche, nel 1871, cede il suo grado, ma non la sua floridezza, a Roma.
   37 — U l'ulria, voi. Ili, parie 2-