2'JG l'arte Terza — Italia Centrale
vuota forma; con piena consapevolezza egli aveva trasformato bel bello la democrazia fiorentina in monarchia.
Gli succedette il figlio Pietro, ma senza la sua moderazione e la sua accortezza. Nel 1494, il Savonarola, nelle sue prediche sull'Arca di Noè, aveva enunciato profezie terribili e parlato di un nuovo Giro che avrebbe percorso fra breve vittoriosamente l'Italia. Quando papa Alessandro VI e suo figlio Cesare tentarono fondare un regno dei Borgia e Lodovico il Moro, angustiando dal nord Firenze, spingeva contro Napoli Carlo Vili re di Francia, col transito delle costui schiere sul! Apennino, parvero avverarsi le sinistre profezie del Savonarola che in questo re riponeva le sue speranze esaltate.
Pietro, alleato con Napoli e nemico di Lodovico il Moro, negò il passaggio a Carlo VIII; ma quando questi, sprezzando i condottieri italiani, si spinse sino alla fortezza fiorentina di Sarzana, Pietro risolse di rinnovare il viaggio a Napoli del padre suo e comprò la protezione di quel re con la cessione vergognosa delle piazze forti della Repubblica per tutta la durata della guerra (1494).
Codesta cessione delle chiavi della Toscana suscitò il furore del popolo : il quale si mostrò allora favorevole al Savonarola ed alle sue riforme. Nella Signoria il Capponi dichiarò metto al governo Pietro de' Medici, il quale si affrettò a far ritorno a Firenze ove trovò chiuso il palazzo; le campane suonarono a stonno e la cacciata dei Medici fu compiuta al grido di Abbasso le Palle; la Signoria pose persino una taglia di 500 fiorini d'oro sulla testa di Pietro.
Il 17 novembre il re Carlo VIII fece il suo ingresso solenne in Firenze con 12,000 uomini pel ponte Vecchio parato a festa. Fi si recò ad abitare nel palazzo dei Medici (ora Riccardi) e Firenze fn illuminata. Quando i delegati si fecero con lui a trattare, il re burbanzoso considerò la città come conquistata, intitolandosi protettore della libertà fiorentina. Le contribuzioni esagerate da lui richieste suscitaron clamori sì che adirato esclamò: Farem suonare le nostre trombe di guerra! e a lui il Capponi, con fierezza romana: E noi suoneremo le nostre campaiie! Carlo allora abbassò la cresta e il Savonarola seppe condurre le trattative con raro accorgimento politico.
Dopo la sua partenza, il Savonarola divenne una specie di tribuno monastico-teo-cratico del popolo, senza ambir mai il grado di dittatore. Firenze fu trasformata in una ascetica democrazia. Fu istituito un Consiglio di 1000 membri, con un comitato detto degli Scelti ; Cristo fu proclamato re e sul palazzo della Signoria fu posta 1 iscrizione seguente: Jesus Christus, l'ex popitli Fiorentini S. P. Q. decreto creatimi— Viva Cristo! Viva Firenze! divenne il grido popolare. Amore del prossimo, costumi monastici, preghiera incessante tal fu il programma del Savonarola il quale resse in tal modo per ben 3 anni la repubblica che persino l'accorto Machiavelli, allora in età di 30 anni, fn costretto a riconoscere l'abilità politica del frate maraviglioso, conte leggesi nel suo Decennale lJrimo:
Io dico di quel gran Savonarola, Il quale, rifiato da virtù divina, Vi tenne invulti con la sua parola.
Ma perdio molti temean la ruina
Veder della lor patria, a poco a poco Sotto la sua profetica dottrina,
Non si trovava a riunirvi loco
Se non cresceva o se non era spento 11 suo lume divin con maggior loco.
Fu un'epoca singolare dell'istoria di Firenze. I nemici si abbracciavano, restituitasi gli averi di mal acquisto, le fanciulle niaritavansi rimanendo vergini, le donne deponevano le vesti sfarzose, la gioventù affollavasi nelle chiese, i Fiorentini percorrevano