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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze — Cenni storici
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   de* suoi figliuoli. Vero umanista nella versatilità del suo spirito, Lorenzo era aneli e peritissimo nella musica, nell'architettura e nella geometria. Mi conosceva e favoreggiava labilità degli artisti; Antonio PolJajuolo e Luca Signorolli, precursori di Michelangelo, lavorarono per lui.
   La collezione d'opere d'arte antiche e moderne accumulata, da Lorenzo nel suo giardino a San Marco e nell'attìguo Casino e di cui affidò la direzione a Bertoldo, allievo del Donatello, divenne una specie di accademia poi giovani artisti. Osserva il Vasari che tutti coloro che studiarono nella scuola del (iiardino Mediceo e furono favoriti da Lorenzo divennero celebri artisti e cita, fra gli altri, Graniteci, Lorenzo di Credi, Baccio da Moutelupo, Andrea Sansovino, ecc.
   Presentato a Lorenzo dal celebre pittore Domenico Ghirlandaio, il giovinetto Michelangelo fu ammesso in quest'accademia, ove scolpi una testa di satiro, la quale piacque sì fattamente a Lorenzo che accolse il giovinetto nel suo palazzo. Al popolo apprestava spesso spettacoli, non senza mire politiche, e imbandiva banchetti nelle solennità. Vll'estero Firenze era unita sì intimamente a Siena, Lucca, Bologna, Perugia, che Lorenzo chiamava le loro cittadelle anche cittadelle di Firenze e Ferrara fu, col suo aiuto, liberata da Venezia. Nelle contese con Napoli, il Papa e la Romagna entrò mediator fortunato; il governo però diveniva, ogni dì più, personale.
   Nel 1482 il frate ferrarese Savonarola era entrato come lettore nel convento domenicano di San Marco. VII1 insaputa de' suoi genitori era entrato a 23 anni, nel 1175, nell'ordine di San Domenico a Bologna ed aveva scritto a suo padre a Ferrara che vi era stato spinto dal suo dolore per la mondanità dell'Italia. In Firenze trovò la vita in grande contraddizione con le sue idee ascetiche.
   Un viaggio a Reggio gli fece far la conoscenza di Pico della Mirandola, il quale rimase così sedotto dalla sua eloquenza che lo raccomandò caldamente a Lorenzo de' Medici. La santità della sua vita e la sua predicazione che la salvezza della Chiesa stava nel suo rinnovamento morale, ma che Iddio avrebbe in prima castigato tostamente la Chiesa e l'Italia lo resero il profeta del popolo. Egli stesso credeva al suo illuminismo.
   Con esaltata allegoria interpretò YApocalisse di San Giovanni in San Marco ed essendo la chiesa troppo angusta al grande accorrere degli uditori, passò, nel 1491, a predicare in Duomo. Con zelo indefesso spinse il proprio convento e quindi tutti i conventi domenicani della Toscana ad una grande volontaria riforma morale. Le sue profezie, che scuotevano profondamente la fantasia popolare, divennero la leva della sua attività riforniatoria sì che egli fu qualificato da ultimo il predicatore de' disperati e malcontenti.
   Di tal modo ei pittò improvvisamente nel bel inondo Mediceo la fiaccola dell'opposizione monacale al moderno paganesimo e ai piaceri mondani. Eletto priore, il Savonarola ricusò di andar a far visita a Lorenzo che tanto aveva fatto pel suo convento di San Marco, ed assalì nelle sue prediche la casata dei Medici. Indarno il Magnifico tentò, con la sua solita accortezza, di guadagnarselo; ei non comparve che al suo letto di morte, e gli diede la sua benedizione in urticulo niortis accolta con divozione dal moribondo, come narra il Poliziano ch'era presente! Lorenzo morì PS aprile del 1492 da buon cristiano, e tanto il suo recente biografo Reumont, quanto il Grfgorovius ne tessono un grande elogio.
   < La Casa dei Medici — scrive quest'ultimo — fondò in origine la sua potenza, non colle armi e col sangue, sì col commercio, la ricchezza e la virtù; nell'istoria delle antiche e moderne repubbliche non v'ha esempio migliore di quello che offrono i primi Medici, i quali non furono i tiranni, ma i cittadini più culti e benefici della lor patria. Con Lorenzo il Magnifico ebbe fine una grande epoca d'Italia e si chiuse il miglior periodo della Casa Medicea >. Ma sotto Lorenzo la democrazia era già divenuta una