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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze — Cenni storici
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   dei proprii concittadini, i quali, dediti conio erano ai commerci, studiavgnsi di evitare le guerre. Mediante le sue alleanze con Francesco Sforza e i re di Francia venitegli fatto salvar Firenze da molti pericoli di guerra. Finanziariamente fn il Rolliseli ild de\ principi; e quanto valesse in materia finanziaria si riconobbe quando Venezia e il re Alfonso di Napoli collegaronsi contro Firenze. Fi tolse loro il credito e, nonostante la loro preponderanza. li costrinse alla pace. Il popolo lo amava e lo onorava a segno clic poco dopo la sua morte gli conferì con pubblico decreto il soprannome precitato di Pater Patriae (1451), L'umanista Marsilio Ficino, che visse con Ini dodici anni, ne fa un grande elogio conchindendo: « Molto debbo a Fiatone, ma assai più a Cosimo >.
   Suo nipote Lorenzo il Magnifico, nato il 1° gennaio 1440, prese parte a IG anni, poco dopo la morte di Cosimo, alla vita pubblica, aiutando il padre gottoso, Piero, il quale morì cinque anni dopo Cosimo. Sua madre, Lucrezia Tornabuoni, era una donna di spirito e compose poesie serie e facete. Il padre lo mandò a visitare le Corti italiane, trattando, nelle sue lettere tuttora esistenti, delle più serie faccende di Stato col giovine diciasettenne.
   Quando in Firenze (1465) il ricco Luca Pitti, che fece edificare il noto palazzo di questo nome, si collegò con Diotisalvi Nerone, Niccolò Soderini, Agnolo Acciainoli, il condottiero Colleoni da Bergamo ed Ercole d'Este, fratello ili Borso da Ferrara, per atterrare la signoria dei Medici ed uccider Piero, e voltando improvvisamente casacca, si riconciliò con esso; fu Lorenzo che salvò il padre con la sua accortezza, convertendo gli avversari in partigiani e fondandosi sul principio del Valori: Sol chi sa perdonare sa regnare. D'allora in poi Piero affidò a Lorenzo gli affari dello Stato e della famiglia.
   Quando Venezia, impedita per l'alleanza dei Medici con Francesco Sforza ne' suoi tentativi di ingrandirsi in terraferma, ruppe guerra a Firenze unitamente ai signori d'Este, Pesaro, Forlì, Faenza, Mirandola e sotto il contando del predetto condottiere Colleoni da Bergamo, i Fiorentini, coli'aiuto di Milano e di Napoli e sotto il comando di Federico da Urbino, mossero contro il nemico verso Bologna, e, dopo Furto di un giorno, chiarite uguali le forze, fu conchiusa la pace.
   Allora (1469) fu eseguito in piazza Santa Croce il famoso torneo celebrato nelle poesie del Pulci e di Ugolino Vieri. Lo stesso Lorenzo ventenne lasciò scritto: « Il torneo mi è costato 10,000 fiorini d'oro, sebbene io fossi giovine e di non molta destrezza, ebbi dalle mani di Lucrezia Donati il premio della vittoria consistente in un elmo d'argento con un Marte in cima >. Lucrezia rimase l'ideale di Lorenzo, il tema de' suoi versi. Già nel 1465 suo padre aveva ottenuto da Luigi NI re di Francia la concessione di aggiungere una settima palla azzurra gigliata d'oro alle sei tosse dell'arnie avita. Fra le molte imprese adottate dai Medici, appartiene a Lorenzo il motto Semper.
   Dell'educazione dei Medici, ormai considerati Principi dello Stato, scrisse un libro il Landino. Accanto alla rigidezza, la giocondità della vita. Il Rinascimento seppe godersela e ii disse Lorenzo stesso in quei versi del suo Trionfo di Bacco e di Arianna;
   Quanto è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia ! Di doman non ci è certezza, Chi vuol esser lieto, sia ecc.
   Nel 1469 Lorenzo si disposò nella rinomata principesca famiglia Orsini di Roma, e due giorni prima delle nozze tutte le città e luoghi del dominio fiorentino avevano inviato regali (viveri, confetti, vino, cera, ecc.). Alfa fine del medesimo anno morì il padre suo e il giorno seguente — dice Lorenzo ne' suoi Bicordi — andarono da lui (di appena 21 anni) molti de' cittadini più ragguardevoli, invitandolo a pigliar le redini del governo come il padre ed il nonno. FI le prese insieme al fratello Giuliano, a cui era legato da stretta amicizia.
   36 — La l' Uri», voi. Ili, parte 2*.