2'JG l'arte Terza — Italia Centrale
quel torno pare originasse l'astio fra lì inaldo e Cosimo de' Medici, a cui le attinenze amichevoli con le classi inferiori fu ascritto a delitto.
Quando, nel 1433, entrò in ullicio una Signoria favorevole agli Albizzi, Cosimo fu citato innanzi ad essa e quando comparve in palazzo fu trattenuto iu prigione in una camera dell'appartamento superiore detta la Barberia. Fu accusato di maneggi prodi-toni nella guerra lucchese. Lorenzo voleva muovere in suo aiuto con truppe, ina temè per la vita del fratello. L'Albizzi ottenne il bando dei Medici da Firenze; Cosimo fu relegato per dieci anni a Padova e di là fu accolto onorificamente, insieme al fratello, d;dla vicina Venezia.
Sopraggiunta m Firenze una mutazione nella Signoria, PAlbizzifu sbandito, e furono richiamati, nel 1434, i Medici. La Repubblica erasi in quel mezzo ingrandita da ogni lato nella valle dell'Arno, da Prato e Pistoia sino a Livorno, in vai d'Elsa e vai di Chiana, da Arezzo e Cortona sino all'alta valle del Tevere, ai confini umbri e romagnoli e comprendeva anche Volterra e Pisa.
Cosimo sali all'apice nella stima dei suoi concittadini e guidò per ben 30 anni (non senza opposizione degli avversari) i destini di Firenze. Nel Concilio di Firenze, a cui presero parte, fra gli altri, papa Eugenio IV — che dimorò quattro anni in Santa Maria Novella — e l'imperatore greco Giovanni Paleologo e fu trattata l'unione delle Chiese greca e latina, Cosimo, allora gonfaloniere, si procacciò il favore universale per la splendida accoglienza fatta ad ospiti cosi cospicui. Quantunque capo quasi assoluto dello Stato, poco mette vasi in vista. Anche il suo tenor di vita era modesto : ei si rimase cittadino e mercante, sempre temperato e modesto.
La sua liberalità esercitò la massima influenza sul rapido sviluppo del Rinascimento fiorentino ; la sua relazione coi dotti e con gli artisti è rimasta come il tipo del vero mecenatismo. Egli era stretto d'amicizia col Rrunelleschi, l'autore della famosa cupola; lo scultore Donatello, l'architetto Michelozzo che gli edificò il palazzo (l'odierno palazzo Riccardi), Masaccio, Lippi lavorarono per lui. Per opera di Cosimo si continuò la rifabbrica di San Lorenzo evenne rifatto San Marco; nel convento di Santa Croce egli fece edificare il Noviziato con cappella e coro; così la Badìa degli Agostiniani appiè di Fiesole; la villa di Coreggi, splendida e prediletta dimora dei Medicei, ebbe da lui la forma che ancora conserva ; anche l'odierna villa Mozzi a Fiesole fu originariamente una delle sue creazioni; e in Mugello le due ville collegate di Cafaggiolo e del Trebbio.
I dotti furono da lui sguinzagliati in cerca d'antichi manoscritti < la cui scoperta — (lice un autore — è quasi uguale alla conquista di un regno >. Il suo entusiasmo pei trattati di filosofia platonica di Gemistio Platone lo indussero a fondare la celebre Accademia Platonica, la prima in Europa e di cui fu l'anima il rinomato Marsilio Ficino figliuolo del suo medico. 1 codici greci, arabi, ebraici, indiani, raccolti per ordine di Cosimo in ogni dove, furono il fondamento della biblioteca Medicea. I manoscritti da lui comperati dall'eredità del Niccoli furono fatti da lui trasportare nel convento di San Marco ch'ei fece ornare di dipinti deliziosi e profondamente religiosi da fra Giovanni Angelico, di Viccliio nel Mugello, il pittore di madonne, di angeli e di santi, dove fondò la Biblioteca di cui il catalogo fu compilato da Tommaso da Sarzana, che divenne poi papa Nicolò V.
La conquista di Costantinopoli (1453) per gli Ottomani condusse a Firenze molti eruditi greci, i quali accrebbero la floridezza della suddetta Accademia Platonica. Durante la sua villeggiatura a Careggi e a Cafaggiolo, ove passò gli ultimi anni della sua vita, egli era sempre circondato dagli scienziati e dagli eruditi.
È degno di nota, che nell'accasare i suoi figliuoli, Cosimo rivolgevasi alle famiglie fiorentine piuttostocliè alle principesche di fuori. I Tornabuoni, i Rucellai ed i Pazzi imparentaronsi in tal guisa con la sua famiglia. Nella vita pubblica faceva sempre più assegnamento sulla sua abilità diplomatica che sulle armi dei mercenari o sul coraggio