Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Firenze', Gustavo Strafforello

   

Pagina (288/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (288/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   2'JG
   l'arte Terza — Italia Centrale
   intorno alla Costituzione fu formata una Baila rli ottanta membri, priori, consiglieri, capitani, (litici della libertà, otto della guerra, snidaci delle arti. Un corpo di artieri, separatosi dal grosso del popolo, appiccò il fuoco alle casi; dei nobili, aperse, le prigioni, saccheggiò i conventi di Santo Spirito e degli Angeli ove molti cittadini avevano recato i loro averi.
   Nonostante, che la Balìa avesse abrogato tutte le leggi favorevoli ai Guelfi, sbandite le famiglie nobili invise, eletto un nuovo gonfaloniere nella persona di Luigi di Piero Guicciardini, il popolo non depose le armi; volle ed ottenne che quind'iiinanzi iiiun cittadino potesse, essere ammonito qual ghibellino e gli impieghi oc cu [iati dai Guelfi fossero sottoposti a nuove elezioni. Gli scardassimi di lana potentissimi, gli infimi braccianti, i condannandi per eccessi rivoluzionari, la plebe insomma, tentarono approfittare del tumulto per fondare il governo della plebe.
   Nel libro ni delle Istorie Fiorentine il Machiavelli, in una parlata che pone in bocca a un plebeo, gli fa esporre principii sovversivi non diversi da quelli degli odierni anarchici : — < Ma perchè le armi sono prese e molti mali sono fatti e' mi pare che si abbia a ragionare come quelle non si abbiano a lasciare e come de1 mali commessi ci possiamo
   assicurare.....Tutti gli uomini avendo avuto un medesimo principio sono ugualmente
   antichi e dalla natura sono stati fatti ad un modo. Spogliateci tutti ignudi, voi ci vedrete simili; rivestite noi delle vesti loro ed eglino delle nostre, noi senza dubbio nobili ed
   eglino ignobili parranno, perchè solo la povertà e la ricchezza ci disagguagliano.......Se
   voi noterete il modo di procedere degli uomini, vedrete tutti quelli che a ricchezze grandi ed a grande potenza pervengono, o con forza o con frode esservi pervenuti ; e quelle cose dipoi ch'eglino hanno o con inganno, o con violenza usurpate, per celare la
   bruttezza dell'acquisto, quello sotto falso titolo di guadagno adonestano.....Di qui nasce
   che gli uomini mangiansi Puh l'altro e vanne sempre col peggio chi può meno. Debbesi dunque usare la forza quando ce n'è data occasione.....>.
   Questo così detto Tumulto de'' Ciompi finì con un'associazione della plebe, la quale giurò di non deporre le armi sino a tanto che non partecipasse al governo. Essa s'impadronì delle bandiere delle arti e del gonfaloniere della giustizia e, forte di seimila uomini, entrò nel palazzo del podestà, chiese partecipazione al governo, una corporazione speciale pel popolo minuto e tre signori eletti nelle arti inferiori.
   Dopo di essersi vendicata dei suoi nemici, e principalmente degli orgogliosi Pannaiuoli (Firenze aveva allora più di duecento fabbriche di panni che ne intessevano circa 80,000 pezze all'anno), la plebe volle che tutti i signori abbandonassero il palazzo della Signoria e piantò due forche sulla piazza pei renitenti.
   Entrò poi in palazzo a furia, ed uno scardassiere di lana, Michele di Landò, scalzo e cencioso, così parlò nella sala dell'udienza: < Vedete, questo palazzo è vostro e la città è nelle vostre mani; che vi rimane ora a fare? > La moltitudine allora gridò: < Mettetevi a capo voi; governate la città come vi piace, siate gonfaloniere e signore ! > Michele accettò e si mostrò reggitore intelligente, avvisato ed onesto. Egli arrestò immediatamente il saccheggio, tranquillizzò la città, ne cacciò i perturbatori ed istituì un nuovo governo elettivo composto di quattro membri della plebe minuta, due delle arti superiori e due delle inferiori. Tutte le arti furono divise 111 tre classi. I malcontenti di questo nuovo ordinamento furono espulsi dalla città e Laudo, come osserva Machiavelli. si mostrò superiore per coraggio, avvedutezza e bontà ad ogni cittadino e vero salvatore della pàtria.
   Vero è che poco appresso gli scardassieri furono espulsi di nuovo dal Consiglio, Laudo venne sbandito e i Guelfi tornarono nuovamente in auge. I Aledici richiamati, con a capo Salvestro, cacciarono gli Albizzi e ruppero guerra ai Sanesi. Vieri de' Medici, dopo la morte di Salvestro (1388). 11011 potè reggersi; un tentativo in comune dei Medici e degli Alberti — dopo che il duca Galeazzo di Milano ebbe assoggettata parte