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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JG
   l'arte Terza — Italia Centrale
   Popolani. Se i Ghibellini ebbero dapprima il sopravvento e Federico d'Antiochia, figlio dell'imperatore, quale vicario imperiale ili Toscana, unitamente ai suoi partitanti, cacciò la nobiltà guelfa, in seguito però alle perdite di Federico II in Lombardia, cambiò la situazione dei partiti. L'anno della morte dell'imperatore (1250) segnò la vittoria della causa guelfa e Firenze divenne a poco a poco la salda rocca del Guelfismo.
   Incoraggiata dal parteggiar® e dall indebolimento della nobiltà dominante sin allora, la borghesia (il popolo grasso) sì levò contro di essa e si diede una Costituzione difensiva che fu il punto di partenza della trasformazione politica. 11 popolo si unì in una confederazione ; i sei Sestieri della città elessero annualmente due cittadini Anziani e due stranieri per giudici — mio Capitano del Popolo e l'altro Podestà. La Confederazione fu divisa in venti bandiere sotto un Gonfaloniere, con cambiamento annuo dei capi. Al Capitano del popolo fu affidata la bandiera del popolo, bianca e rossa e in seguito croce rossa in campo Umico; la bandiera del podestà, rappresentante il Comune, portava il Giglio, prima bianco in campo rosso, quindi rosso in campo bianco. Come punto dì convegno e rappresentanza fu preso il Carroccio e consegnato, in Mercato Nuovo, con grande solennità, ai Capi del Popolo. In cima al suo albero sventolava il vessillo della Repubblica e da un telaio speciale pendeva la Mar tingila, o campana ili battaglia. Se scoppiava una guerra la si piantava a porta Santa Maria e la si suonava, con pause, dì e notte; se l'esercito usciva fuori, \n Marti nella l'accompagnava ed al suo suono marciavano i soldati e convocavasi il consiglio di guerra. La campana a stonno, prima sulla Torre del Leone, e poi surrogata da palazzo Vecchio, convocava i cittadini sulla piazza. Anche il contado fu organizzato militarmente, e questa organizzazione militare del popolo fu il fondamento della libertà dei Fiorentini,
   Grandióse costruzioni, fra cui il palazzo del Podestà (il Bargello), il Cannine, Santa Maria Novella, ecc., incominciarono, verso quel tempo, ad accrescere l'ampiezza e lo splendore di Firenze.
   Con la coniazione, nel 1252, del celebre fiorino d oro, Firenze acquistò una grande rinomanza nel mondo commerciale. Nei dieci anni successivi Pistoia, Arezzo e Siena fui'on costrette ad annettersi ad essa. 11 vero potere era in mano dei Guelfi quali rappresentanti del partito papale; i Ghibellini, imperialisti e in fama di orgogliosi, non poterono intendersela col popolo che sperava piuttosto dal papa la protezione delle sue libertà.
   Quando Manfredi s'impadronì di Napoli, e si schierò contro il papa, i Ghibellini, sotto la guida degli Uberti, tentarono, nel 1258. coll'aiuto di lui di riafferrare il potere, abbattere la Costituzione ed assicurar Firenze itila parte imperiale a cui già aderivano Pisa e Siena. Di ciò informati gli Anziani armarono il popolo e cacciarono i Ghibellini che ripararono a Siena, invocando l'aiuto di Manfredi. Farinata degli Uberti, capitano valorosissimo dei Ghibellini, assali l'esercito guelfo, il quale fu sì pienamente sconfitto, il 4 settembre del 1260, sulle sponde del fiume Arbìa, che i fuggiaschi, credendo perduta Firenze, rifugiaronsi a Lucca. Anilie le principali famiglie guelfe abbandonarono la città.
   Giordano d'Angiomi, conte di San Severino, generale di Manfredi, fece il suo ingresso in Firenze qua! luogotenente di lui e in nome di lui abolì la Costituzione repubblicana, accrescendo con ciò l'odio dei Fiorentini contro i Ghibellini I quali, in un'adunanza in Empoli, proposero persino di distrugger Firenze, al che si oppose il suddetto Farinata degli Uberti, come gli fa dire l'Alighieri nel x doìYInftrno:
   Ila fu' io sol colà, dove sofferto
   Fu per ciascun ili torre via Fiorenza, Colui che la difesi a viso aperto.
   La proposta fu respinta e furono cercate altre vie per assicurare il predominio dei Ghibellini. Ma i Guelfi, da canto loro, non se ne stavano con le mani a cìntola;