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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze — Cenni storici 271
   Santa Maria sull'Arno e il gran Decumano da porta San Pietro a est a porta San Pancrazio a ovest); il Forum (all'intersezione del Curdo e del Decamanus >naxini-us)\ le unirà, da piazza Santa Trinila sino a piazza San Firenze, indi a nord sino all'ingresso di ria dell'Orirolo e a ovest sino a via Cerretani (ove sbocca via liondinelli), indietro per via Torfiabuoni.
   I ra il turbine delle guerre gotiche e longobardiche anche Firenze scadile e non si rialzò che sotto Carlo Magno. Alla fine del secolo XI la città crebbe principalmente sulla sponda destra dell Arno (da piazza Santa Croce sino a piazza San Lorenzo) e sulla sponda sinistra racchiuse nelle sue unirà la porzione che sten desi sino a piazza l'itti.
   Già sin dal secolo Vili era surta, vicino alla chiesa di San Giovanni, la chiesa di Santa Reparata (il Duomo odierno) e nei secoli X e XI furono fondate o ricostruite le cinese di Santa Felicita, Sa ut' \mbrogio, Santa Maria Maggiore, San Lorenzo, Santa Frinita, ecc. Pare anche che prima del secolo XII fossero già compiuti il Battisteri^ i Santi Xpostoli e San Miniato.
   II Machiavelli incominciò le sue Istorie Fiorentine dall'anno 1215. Col crescere della potenza dei Papi e nelle loro lotte con gli Imperatori, Firenze si attenne, sino al 1215, al vincitore e ad una polìtica conservatrice. 11 suo sviluppo pia tranquillo e più lento l'abilitò a condurre a pacata maturità i germi della cultura delle altre città d'Italia e a divenir per tal modo il centro doU'incivìlimento. Nelle contese coi vicini predominarono gli interessi mercantili. Nel 1110 Pisa era ancora alleata con Firenze. La soppressione di molti diritti municipali, penosamente acquisiti da parte dell'imperatore Federico I, e la separazione dei nobili già incorporati alla città alimentarono l'avversione ili Firenze al partita imperiale.
   Già sin dal 1198 Firenze, come repubblica, stava a capo della lega delle città toscane contro Filippo di Svevia. Dal principio del secolo Xll governava un magistrato con quattro e, in seguito, sei consoli a cui stava a lato un consiglio di cento lìuonuonihti. Nel 1207 l'uniiiiinistrazione della giustizia fu altidata al Podestà nella persona di un cavaliere straniero eletto, secondo il modello delle città lombarde, per sei mesi, e quindi per un anno e con ad latere un consiglio consimile.
   Nel 1222 Firenze in lotta con Pisa, acquistò anche nel commercio una posizione piti libera. Nel! interno incominciarono 1 e fazioni, solito Hagello delle città italiane, l'uovo, per così dire, del libero mondo moderno che vive di parlili p&littó. Dante, vittima ili codeste fazioni, se ne lagna nel vi del Purgatorio :
   Quante volle del tempo che rinieinhre, Leggi, inonete, officiì e costume Hai tu mutato e rinnovato menilwé.
   La citta stessa incominciò ad abbellirsi. Nel 1207 il podestà Rubaconte da Mandello costruì il ponte alle Grazie e quindi si diede mano a lastricare le strade, ad abbattere porzioni delle torri (lidia nobiltà irreconciliabile e a rizzare grandi edilizi pubblici. Le fazioni interne perdurarono. Le famiglie più potenti erano allora i Riiondeltnonti e idi Uberti, quindi gli Aniidei e i Donati. Una Donati, gelosa del fidanzamento del ipo dei Buondelmonti con una fanciulla degli Vinidei, riuscì a dargli in móglie la propria figlia, di rara bellezza. Per trar vendetta del fedifrago Ruondelnionti, «li Aniidei, unitamente ai loro congiunti, gli Uberti, lo assalirono e l'uccisero, nel 1215, a piò del ponti Vecchio, Quest'assassinio divise tutta Firenze ni due parti avverse: ì Buoinlel-mouti e gli Uberti. Protetti dalle loro ben muniti! castella osteggiaronsi incessantemente, coi loro servi e dipendenti armati secondo f uso cavalleresco.
   Nel 12-18, quando Federico II prese a favorire gli Uberti, questi cacciarono dalla città ì Ruondeliiiouti, i quali, come nelle altre città italiane, separaronsi, col nome di (hielfi, dai Ghibellini protetti dall'imperatore. La separazione si estese dai Nobili ai