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Passato il torrente Cormlonc. die gittasi in Arno in vicinanza di Bibbiena, incomincia la salita e tutto 111 que1 luoghi selvosi e selvatici ricorda i semplici racconti dei Fioretti dì San Francesco. Il quale vi si trovava nel 1221 in un digiuno di quaranta giorni quando il 14 settembre, il giorno della Esaltazione della Croce, ricevette le sante stimmate:
Nel crudo sasso, intra Tevere ed Arno, I)a Cristo prese l'ultimo sigillo Che le sue membra du* anni portarne.
Dante, far., xl, lOfì.
Nella Verna, S. Francesco apprese i linguaggi delle bestie e degli uccelli a cui predicava e con una specie di panteismo religioso esclamava: < Laudato sia Dio mio Signore con tutte le creature, specialmente inesser lo frate Sole, per suora Luna e per le Stelle, per frate Vento e per l'aria e nuvolo e sereno e ogni tempo >.
La Verna è uno dei pochi grandi santuari sfuggiti alle unghie fiscali. Appartenne 111 origine 'a\YArte delia lana che lo donò ai Granduci» ed essi alla loro volta al municipio di Firenze che vi manda annualmente i suoi rappresentanti a visitare gli edifizi ed i boschi. Più di cento frati francescani risiedono nell'ampio convento ospitando i forestieri clic vi si recano a visitarlo nell'estate soltanto, per esser terribile il verno durante i lunghi nove mesi invernali; infatti la maggior parte dei frati, dopo un soggiorno di qualche anno, vengono trasferiti in altri conventi.
Oltrepassata la porta dell'ingresso principale, aperta col piccone fra (Ine enormi macigni, si entra in una piccoli piazza (fig. 102). Salvo dalla parte di sud-ovest, da cui si affaccia (piasi a picco sulla vasta pianura che si distende da Chiusi alla Boccia, essa è circondata tntt'intorno dalla foresteria delle donne, dal portico clic conduce al convento, dalla chiesetta degli Angioli, da una porzioni della chiesa maggiore, dalla cappella della Pietà, dal principio della loggia coperta che va alla chiesa delle Sacre Stimmate e dalla cappella di San Pasquale: edilizi innalzati là senz'ordine, come a casaccio, che le danno una forma molto irregolare e caratteristica, con in un angolo una cisterna del 1517.
Per una scala rìpida e stretta, incavata a forza di scalpello nei fianchi del monte, si va al così detto Sasso Spicco (fig. 103), che forma la parte più originale ili quei luoghi originalissimi. E un'assai orrida spelonca fra rupi alte e scoscese. Ila da un lato un gran sasso che ne forma la parete, su cui un altro enorme si riposa; il (piale, sporgendosi in fliori, la chiude superiormente, lasciando una piccola apertura, da cui passa la luce. Questo sasso di smisurato peso (alto metri 11, largo 4, lungo 13) è unito al monte solo per una parte piccolissima, ed a guardarlo dal basso si prova un senso di terrore perchè sembra come sospeso minacciosamente sul capo.
La chiesa principale (figg. 104-105) contiene parecchi bei lavori iu terracotta dei Della Robbia, fra cui il principali? VAscensione. La chiesa aprcsi sulla piattaforma o terrazzo ove il predetto Orlando da Chiusi offri la montagna a S. Francesco, attiguo al luogo ove sorgeva il gran faggio che ombro la prima cella o hajurio del sauto alto e dinoto all'orazione in cui visse pregando mentre si stava edificando il convento. Nel caos delle roccie fantasticamente addossate è una caverna in cui passò la quaresima cantando incessantemente i Salmi penitenziali; e in una seconda caverna, è un gran lastrone detto il Letto dì San Francesco.
In una cappella della chiesa suddetta si mostra il sepolcro di tutti i frati della Verna che morirono in odore ili santità; e in una terza quello di Sant'Antonio di Padova che si condusse lassù per condurre vita romita ma non gli resse la salute.
La cappella delle Stimmate — il Sancta Sanctonnn — contiene una delle più grandiose e nobili opere di Andrea Della Robbia — una Crocefìssione, con la Vergine, S. Giovanni, S. Gerolamo e S. Francesco appiè della Croce, circondati da bellissimi