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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JG
   l'arte Terza — Italia Centrale
   comperata da Ferdinando I ed ornata dal Biiontalenti. Bellissimi i giardini sul declivio meridionale del monte Morello. Una bella fontana del Tribolo, con suvvi una tenere di Gian Bologna, è, secondo il Vasari, la più bella delle fontane. Le loggie vanno ornate di freschi del Volterrano. Qui Scipione Ammirato, sotto gli occhi di Cosimo e di suo figlio Ferdinando, scrisse quella Storia di Firenze che gli valse il nome di Nuovo 'l'ito Livio. La villa, e specialmente la sua decorazione a freschi, fu restaurata da \ ittorio Emanuele per la contessa di Miratiori, che vi risiedeva quando la capitale del Regno era a Firenze.
   Nella valle sotto Petraja siede la villa di Castello (fig. 93) residenza dei Medici prima che salissero sul trono. Fu quindi ampliata dal suddetto Tribolo per Cosimo I, il quale vi morì di febbre maligna i) 1° aprile 1575. I giardini sono abbelliti da fontane alimentate dai ruscelletti che scendono da monte Morello, da statue dell' Vininannati e da mia colossale che credesi rappresenti YApennino. La più bella fontana è composta di un gruppo di Ercole e Anteo, dell'Aniniannati.
   A sud di Prato e all'estremità del villaggio Poggio a Cajano, sorge, sopra un'altura pianeggiante e nella sua forma antica, la villa Poggio a Cajano (fig. 94), edificata da Giuliano da Sangallo, qual residenza estiva di Lorenzo il Magnifico (e sua dimora poco meno preferita di Careggi) che vi si recava alla caccia col falcone in compagnia del Pulci. Siede sull'ultimo poggio del pendio nord-est del monte Albano e dominala valle bagnata dall'Onibrone e celebrata nel poema Ambra di Lorenzo, dove ora stendonsi il parco e la cascina ed un ponte sospeso accavalcia il fiume.
   La vòlta del gran salone (fig. 95) è, al dir del Vasari, la più grandiosa dei tempi moderni. Fu dipinta per ordine di Leone X, secondogenito di Lorenzo con freschi dei principali pittori di quei tempi ed allegorici alle glorie medicee, vale a dire: Ritorno di Cicerone dall'esilio, del FranciflMgio, allegoria al ritorno di Cosimo a Firenze; Donativi inviati dall'Egitto a Cesare, di Andrea del Sarto, allegoria di quelli del Snltano a Lorenzo: « Varietà e ricchezza di episodii, secondo i signori Creare e Cavalcasene, come quelli che ci son familiari nei dipinti di Paolo Veronese»; Banchetto imbandito da Si fune, a Scipione, dell'Allori, allegoria del banchetto offerto da Lorenzo al re di Napoli: Tito Flaminio che respinge gli ambasciatori d'Antioco, allegoria di Lorenzo che sventa ì disegni di Venezia nella Dieta di Cremona.
   Vi si veggono le stanze in cui morì, il 19 ottobre 1587, il granduca Francesco I e, il dì seguente, sua moglie, la bella e famosa veneziana Bianca Capello.
   Carlo V, che vi pranzò nel 1580, rimase così maravigliato del superbo edìnzio che noi » olle riconoscere qual muraglia di un privato cittadino.
   Il suddetto parco, co'suoi pioppi, lungo l'Ombrane, era molto ammirato dai Fiorentini i quali hanno un proverbio clic dice:
   Val più una lastra ili Poggio a Cajano Che tutte le bellezze di Artemino.
   A circa chilometri da porta al Prato havvi ancora la villa Demidoff, in origine convento agostiniano di San Donato, comperilo nel 1814 dal conte russo Nicolò Denudoll, il quale ^ i pose in prima un setificio e lo trasformò in seguito colle sue grandi ricchezze in una villa principesca circondata da mi ampio parco e da importanti dipendenze agrarie f1828-31) ed an ici liita in giunta di ima'galleria ragguardevole.
   Suo figlio Anatolio, fatto in prima conte dal granduca Leopoldo II, poi principe di San Donato, diede alla villa, durante la luna di miele, il nome della sua sposa la principessa Matilde Bonaparte ancor v ivente; ma, dopo il divorzio nel 1845, lasciò San Donato e ne disperse le collezioni artistiche. Il suo erede, il principe Paolo Demidotf, cominciò ancb'egli per premier gusto in quella residenza fiorentina, abbellì il parco, restaurò la villa e l'antica chiesa (con freschi dei secoli XIV e XV) e raccolse una ricca biblioteca.