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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze
   1-229
   In Pietro di Fraucavilla (15-tS-lOU), ffeniuiingo, di Cambra! ma figliuolo adottivo di Firenze, s'incomincia a scorgere la rapida decadenza dell'arte; egli è affettato e manierato non senza una grande abilità.
   Giovanni Cacciai (1502-1012) fu un valente restauratore dell'antico e molte delle antiche statue che ammiravansi in Firenze vanno, si può dire, debitrici, nel loro stato presente, più al suo scalpello che a quello dei loro primi autori
   Pietro Tacca (f 1040) inerita particolare menzione. Allievo di Gian Bologna, fu un artista di genio reale; lavorò in varie specie di materiali, anche iu cera, ma fu sopratutto valente nei lavori in bronzo e i getti delle sue figure sono condotti con la massima perizia.
   Anche Antonio Susini (f 1021Ì fu un eccellente lavoratore in bronzo ed ebbe a'dì suoi quasi il monopolio dei crocefissi e di altre siffatte immagini chiesastiche.
   Nella decadenza dell'arte Gherardo Silvani (f 1075), che fu anche architetto, diede prova di molta maestria e verità.
   Nel l'ulti ino periodo si può citar con lode il Foggiai, abilissimo nel maneggio dello scalpello e del mazzuolo, ma con tutti i difetti della scuola di Boubiliac, di cui fu quasi il contemporaneo.
   A' d'I nostri primeggiarono nella scultura in Firenze Lorenzo Bartolini, di Savignano presso Prato; Giovanni I)aprii di Siena; Stefano Bicci, di Firenze ; Luigi l'ampaloni, anch'esso di Firenze, ecc.
   Nò mancano anche al presente scultori di grido in Firenze, fra 1 quali l'ora defunto Albano; Bertone, in piazza dell'Indipendenza; Ulisse Cambi, in piazza Donatello: Causami, invia Pier Capponi; Costoli, iu piazza Donatello; Fantacchiotti, in via Panicale; Lucchesi, iu via Fra Bartolomeo; Pagliaccetti, in via Leonardo da Vinci ; Passa gli a, in via delle Ruote; Pazzi, iu via del Castellacelo ; Ilivalta, via lungo il Mugnone; Itossi-gnoli, in via S. Caterina; Sodini. viale Regina Vittoria; Torelli, via Principe Eugenio; Cesare Zoccln, in via degli Oricellari, ed Emilio Zocchi, in via Agnolo Poliziano.
   ó Architettura. ¦— II Battistero e San Miniato attestano nelle loro bello forme decorative una specie di pre-Rinascimento. Nel 1291- Arnolfo di Cambio (di Colle in Val d'Elsa, detto di Lapo, da Arnolfo di Lapo, e suo maestro, e costruttore della Loggia ni piazza de' Priori, dell ultimo cerchio delle mura di Santa Croce e di palazzo Vecchio), incominciava l'architettura della nuova cattedrale fiorentina, Santa Maria del Fiore, in modo degno del gran popolo che la decretava.
   Alla morte di Arnolfo (13 marzo 1310) pare che i lavori rimanessero sospesi sino all'ottobre del 1331 nel qnal anno furono affidati ai consoli dellVlMr della hutu. Il 1-2 aprile del 1334 fu eletto Giotto maestro in capo della fabbrica e il 18 luglio del Medesimo anno ei pone la prima pietra del mirabile campanile ed incomincia ad ornare i fianchi esterni della chiesa. Ma anche Giotto non rimane a lungo a capo della fabbrica e non ha la soddisfazione di veder ultimato il campanile, la più stupenda delle sue opere, a cagione della sua morte 18 gennaio 1330.
   Nascono allora contrasti intorno alla continuazione dell'opera, finche Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini sono incaricati di fare un nuovo modello, il quale, esposto al pubblico, è approvato intieramente il 19 novembre 1307, decretandosi nel medesimo tempo la distruzione di tutti ì disegni e modelli anteriori. < Riesce quindi assai difficile, osserva il nob. Paravicini nelle Arti del disegno in Italia, l'assegnare la parte dell'attuale chiesa di Santa Maria del Fiore che può spettare ad Arnolfo piuttosto che a' suoi successori e non è ben provato che la decorazione policroma, che tanto pregio aggiunge a questo monumento, e forma uno ilei caratteri dell'arte fiorentina, sia iu questo edificio dovuta al suo fondatore. K certo però che nessun'altra fabbrica quanto questa presenta tanta semplicità ed eleganza, tanta maestà indie linee generali e particolari così squisitamente ideati >.