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l'arLe Terza — Italia Centrale
Andrea del Verrecchia, ili cui abbiamo dotto più sopra fra i pittori, orafo, e quindi allievo di Donatello, era dotato, come il Pollajuolo, di rara dottrina anatomica ma di poca perizia nel panneggiamento. Era un artista di grande inventiva, lavorava principalmente in metallo e fece pel primo dei getti in gesso.
Matteo Ci vi tali (14:15-1501) fiorì a Lucca e fu barbiere sino ad età avanzata. Andrea Ferrucci e Mino detto da Fiesole appartengono ambedue alla scuola di Fiesole.
Michelangelo fu di buon'ora allievo dì Domenico Ghirlandaio, il pittore più celebre de'tempi suoi, e studio quindi sotto Bertoldo, direttore dell'Accademia, fondata da Lorenzo de'Medici in Firenze.
Sino al tempo di Michelangelo le opere d'arte dopo il Rinascimento eran tutte più
0 meno di uno stile arido e magro, quantunque porgessero alle volte testimonianza di raro ingegno così nella invenzione come nella composizione. Sforzi straordinari furono fatti non di rado, come, per cagion d'esempio, da G Liberti e Donatello per dar loro una forma migliore e più elegante, ina era riserbato a Michelangelo effettuare quella compiuta rivoluzione di stile che osservasi non solo nelle opere sue proprie, ma anche-in quelle de'tempi suoi
Baccio da Montelupo, che fiori nel 1400, ed appartenne alla scuola di Gliibcrti, produsse poco in Toscana; aveva una maniera franca ed ardita.
Giuliano da San Gitilo (f 1517) e Antonio da San Gallo (f 1534) son più noti come architetti che come acuitoli; Ì loro minori ornati testimoniarono di molto gusto. Ma ni codesto ramo dell'arte furono superati di gran lunga da Benedetto da Rovezzano,
1 cui lavori di tal fatta attestano somma delicatezza ili tocco ed eleganza di disegno.
Andrea da Sansovino lavorò principalmente fuori della Toscana e quel che vi ha lasciato è generalmente semplice e commovente sì che fu chiamato il Raffaele della plastica.
Di Francesco Rustici, considerato dal Cicognara quale un artista di primo ordine, poco è rimasto.
Baccio Bandinelli (f 1550) era dotato di un ingegno straordinario, ina fu molto censurato a' dì Suoi pei molti nemici che s'era fatti; era un artista di gran valore, ardito nel disegno e ricco d'invenzione.
Montorsoli (-j-15G3) lavorò sotto Michelangelo; le sue teste sono piene di espressione e di grazia ed il suo stile cosi somigliante a quello di Raffaello da Montelupo, altro allievo di Michelangelo, da non poterli distinguere agevolmente.
11 Tribolo, figliuolo di un falegname, fece con notevole accuratezza copie da Michelangelo, e, quando lavorò dì suo, diede prova di delicatezza e dolcezza.
'Trattone alcune scorrezioni, Giovanni dell'Opera va annoverato fra ì buoni artisti della scuola fiorentina.
Principe dell'oreficeria, non mai superato ed insuperabile, Benvenuto Celimi diede col suo Perseo un capolavoro alla scultura.
Vincenzo Danti è forse un po'esagerato nella parte anatomica; quest'allievo di Michelangelo, versato così nella teoria come nella pratica dell'arte sua, si accosta per certi rispetti alle eccellenze del suo maestro.
Bartolomeo Ammanitati (1511-1592) fu d'assai tanto nella scultura quanto nell'ar-clntettura e scolpi grandi statue, confortile all'usanza di quel periodo.
Giovanni Bologna (1524-1599), nativo di Donai, in Francia, venne in Italia giovinetto e vi dimorò tanto tempo a Firenze (die lo si deve considerare come appartenente alla scuola toscana. È uno dei primi in cui si osserva un principio di decadenza nella scultura. Le sue opere (Ratto delle Sabine, statua equestre di Cosimo, Mercurio, nel Bargello, ecc.) sono piene d'immaginazione ed eseguite con arditezza ed abilità sorprendenti ed ammirabili; ma liavvi nell'istesso tempo un'esagerazione negli atteggiamenti ed uno sforzo per ottener l'effetto pittoresco che disilludono.