Firenze m
mi Andrea Pisano lavorò molto ili Firenze; e, dato per tal modo l'aire, l'arto giunse rapidamente ad ima gratulo perfezione.
La scultura, presso i Fiorentini ili ([ne' tempi era, coinè la pittura, un mestiere accoppiato non ili nido ad un altro. Assai spesso gli scultori erano anehc orefici ed argentieri o lavoravano in metalli. V capo della scuola fiorentina sta Andrea Cione, sopranominato Onjwjnu (132G- I3SH), corruzione di Wcagnolo, ch'era un orafo in origine e divenne quindi architetto, pittore e scultore. I suoi lavori seultorii, nonostante una certa rigidezza nell'esecuzione, hanno nn gran merito e i più pregiati son quelli nel tabernacolo d'Oc San Michele. E valente sopratutto nei panneggiamenti elio non nascondono i movimenti delle membra.
Una nuova era della scultura toscana ebbe principio con Donatello (Donato di Vicolo di lìetto Bardi; circa 1380 1168). S'è discusso chi gli fosse maestro, avendovene parecchi che il precederono e parecchi d'assai, fra cui Jacopo della Quercia, altrimenti detto Jacopo della Fonte, clic fece la bella tomba d'Ilario del Carretto, nella cattedrale di Lucca. Erami anche parecchi Fiesolani di grande valore, i quali formavano piuttosto una scuola ili tagliapietre e lavoranti ili ornato, ma acquistarono gran destrezza di mano: imo di essi fu Andrea da Fiesole, che lavorò con granile purezza di stile. Donatello viaggiò molto in Italia, studiando l'antico a Roma. Numerose le opere sue e notabili per le loro qualità superiori concetti arditi ed esecuzione vigorosa.
Filippo Brunelleschi (1377-1-140) tento rivaleggiare con Donatello, ma non gli venne fatto, dacché, per quanto valentissimo in architettura, nella scultura fu mediocre.
Antonio Filarete, allievo di Donatello, è noto principalmente come architetto. Miclie-lozzo Michclozzi lavorò col Donatello, com'anco Nanni di Banco (Duomo, Or San Michele) clic allo studio della natura accoppiò una grande semplicità ed una nobile pacatezza.
Ma l'allievo favorito di Donatello fu Desiderio da Settignano, morto a 28 anni, graziosissimo nei disegni ed abilissimo nel dare morbidezza a'suoi marmi.
Antonio Rosellino (14404480) e Bernardo, suo fratello, padroneggiarono pienamente la tecnica dell'arte loro; ma ambedue andavano anco forniti di ineriti superiori e Michelangelo era un ammiratore dell'espressione dei volti di Antonio e ile' suoi panneggiamenti. Lavorava con la maggior facilità: il marmo pareva cera nelle sue mani e le sue figure son tutte piene di tenerezza e dolcezza.
Lorenzo Ghiberti (1378-1455), orefice di professione, fu anche pittore e scrittore dell'arte, ma va principalmente celebrato nel mondo per le sue mirabili porte di bronzo del Battistero.
Anche Luca della Robbia era un orefice. Fi lavorava anche in metallo ed in marmo, ma principalmente ili una specie ili terraglia d'invenzione sua propria — terracotta, dipìnta con colori vetrificati e di una notabile durezza. Andrea, nipote di Luca, era tutto dedito alla medesima arte; vennero in seguito un altro Luca ed un Girolamo, conservando tutti il segreto del loro antenato che morì con essi. Secondo una tradizione, Luca della Robbia affidò il suo segreto ad nn foglio di carta e lo chiuse in mio ile'suoi modelli prima di metterlo a cuocere, per guisa che non potesse esser conosciuto che distruggendo od almeno danneggiando un buon numero de'suoi lavori, finche il foglio col segreto saltasse fuori. Fra codesti lavori, parecchi erano di gran bellezza e consistevano principalmente in gruppi e in altorilievi della Madonna col Bambino, Sa>i Giovannino e altri fanciulli e simili soggetti.
Benedetto e Giuliano da .Majano furono artisti di grande inventiva ed eleganza. Benedetto lavorò molto in legno così intagliandolo come intarsiandolo.
Antonio del l'ollajnolo (1420-1483) era così saputo in anatomia che fu detto il precursore di Michelangelo. Quantunque non fosse suo allievo, lavorò molto sotto Ghiberti e tanto egli quanto suo fratello Pietro erano anche orefici peritissimi e lavoranti in metallo.