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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'20
   l'at te, t erza — Italia Centi ale
   suo allievo, ha poca originalità ma molta grazia, donde l'appellativo del Garbo, Altre \ie batterono Benozzo Gozzoli, uscito dalla scuola di Fiesole; Cosimo Rosselli, suo imitatore; Riero di Cosimo, allievo di quest'ultimo, bizzarro e fantastico.
   Domenico Gliirlamlajo (Kigordi, 1149-91) toccò l'apice della pittura fiorentina del secolo XV, fondata da Masaccio, come mostrano i suoi dipinti ut Ognissanti, Santa Maria Novella, San Marco, Santa Trinità, Santa Croce, Uffizi, Accademia, Innocenti, Pitti.
   Un terzo ramo di codesta scuola fiorentina crebbe dagli sforzi degli scultori Antonio del Pollinolo (1429-98) e Andrea del Verrocchia, allievo principale di Donatello e maestro alla sua volta di Leonardo da Vinci e di Pietro Perugino. Lorenzo di Credi (LlHB-1537) fu il successore diretto del Verro echio e Luca Signorelli ancli'egli sotto l'influsso del Vcrrocchio formò la transizione da Piero Della Francesca ai grandi maestri fiorentini.
   Fra Bartolomeo (1475-1517) studiò in prima sotto il Rosselli ed aprì poi uno studio proprio col suo condiscepolo Mariotto Albertinelli. Si rese frate dopo aver difeso a 23 anni il convento di San Marco contro gli avversarli del Savonarola, la cui autorità e profetica sublimità rispecchiansi ne' suoi dipinti, quasi all'altezza di quelli di Michelangelo. Egli esercitò un'influenza decisiva sullo sviluppo giovanile di Raffaello, il quale sì recò nel 1504 in Firenze ove rimase sino al 150S dipingendo la Sacra Famiglia e Madonne, oltre ì ritratti dì Angelo Doni e sua moglie, la Donna gravida a Pitti, la Dama in veste verde con catenella d'oro e il proprio ritratto negli LTffizi.
   Michelangelo toccò il sommo dell'arte pittorica ne'suoi notissimi freschi immortali e sin dal 1305 condusse per Firenze ì freschi murali del salone del Consiglio che illuminarono, secondo l'espressione del Condivi, tutti coloro che tolsero in mano il pennello. Firenze possiede negli Infilzi un quadro a tempera di Michelangelo del 1501-, vale a dire quando non contava ancora che 29 anni.
   Anche di Daniele da Volterra, clic dal Sodoma passò a Michclangiolo, possiede Firenze negli Uffizi una rinomata Strage degli Innocenti.
   Ridolfo Gliirlamlajo (14S315G1), figliuolo (li Domenico, va debitore de'suoi primi passi a Fi. Gran acci e probabilmente anche al Rosselli e del suo perfezionamento ulteriore a Fra Bartolomeo.
   Andrea del Sarto (1480-1530), uno de' più grandi pittori d'Italia, studiò sotto Piero di Cosimo, aprì col Francìabigio un'officina in piazza del Grano e divenne in breve uno dei principali frescanti italiani. E un pittore realista e un colorista di prini'ordine. Segnalossi come ritrattista il suo allievo Pontoriuo.
   Dei seguaci (li Michelangelo, che più dei pensieri ne apprezzaron le forine, i principali sono Vasari e gli Allori, segnatamente Cristoforo Allori, nipote di Angelo Allori.
   Anche Francesco Salviati, Santi di Tito, coin'anco Lodovico Cigoli, che gareggiò con la scuola bolognese, il suo allievo Giovanili Bilivert, del pari che il grazioso Matteo Rosselli e Iacopo da Empoli non seppero guardarsi dal manierismo. L'ultimo dei frescanti di quell'epoca fu Baldassare Franceschini, detto il Volterrano.
   E anche oggidì Firenze e ricca di studii dì valenti pittori, quantunque abbia perduto, non ha molto, il Bambino, genovese, uno dei migliori pennelli contemporanei. Citeremo fra gli altri lo studio Adeniollo, in via Lamarmora; Cassio!i e Conti Tito, in piazza Donatello; Fattori, invia Ricasoli; Getti, in via Marsilio Ficino; Gordigiani, in piazza Donatello; Markà, ili via Santo Spirito; Muzzioli-, in via lungo il Mugnone; Norfini, in via Guelfa; Sanesi, in via Lamarmora ; Signorini, in piazza Santa Croce; Tommasi Adolfo, iu via San Gallo; Vssì, defunto, in via Marsilio Ficino; e Vinca, m piazza Donatello.
   2. Scultura. — I primordi della scultura mcdievica toscana son da cercare per avventura a Pistoia, ove certo Maestro Gruamonte lasciò alcuni saggi del suo scalpello. Pisa fu illustrata da Nicolò da Pisa e da altri artisti della scuola pisana, di