Firenze
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Ospedale Orliatelbi. — In via della Pergola, fondalo dal pio .Nicolò Alberti nel 1372 ed arclii-tettato, in un con In chiesa, da Agnolo Caddi Fu retto dal magistrato di l'arte t, nel fa dopo lo roiilìsclio ed i bandi che colpirono la già polente famiglia degli \lberli, ed era mia specie di lazzaretto per le donne povere e le partorienti illegittime. Vltualnieiite ò una dipendenza dell'arcispedale di S. Maria Nuova e delle cliniche dermopatiche.
Ospedale drilli InnoretUi (o Trovatelli). — In piazza dell Annunziata, è anteriore ad ogni altro consimile iu Europa: fu decretato nei liti su proposta di Lionanlo \retinoefii aperto nel I i l i . Il portico architettato dal Brunelloscln (1128) e degno del primo Rinascimento è un vero modello di bellezza senza pretensioni, il rimanente fu male alteralo, nell'assenza del Rrunellescln, da Francesco della Luna suo aiuto.
Il fresco nella vòlta sopra la porta è forse il migliore del l'occetli : l'allegoria del fanciullo curato da Esculapio all'estremità sinistra e di una verità sorprendente. 1 uori, i medaglioni dei bambini in fasce sono di Andrea Della lìobbia e di Luea Della Robbia la lunetta cori \'Aaniniziazione, nel cortile.
Nella chiesa: all'aitar maggiore, Adorazione ilei Mogi e Strage degli Innocenti, di Domenico Ghirlandajo (1188, restaurato nel 1880); una Madonna con Sunti, di Piero di Cosimo, e, nella piccola tribuna riserbata, Incoronazione della Vergine, di Neri di liicci (LitiO).
Nella sala del guardaroba una testa del Cristo che credesi dipinta da Mino da Fiesole pel vescovo Salutati Nella sala d'aspetto parecchi di pinti : quattro storie evangeliche del Ghirlandajo ; un Angelo ehe presenta il Bambino alla Vergine, di Filippino Lippi; la Vergine e il Bambino a cui Santa Rosa di Viterbo offre una rosa e altri santi, eomposizione notabile di Piero di Cosimo. Il portico iri faccia a quello dell'ospedale degli Innocenti è di Antonio da San Gallo.
Ospedale late bene fratelli (odi San Giovanni di Dio). — In borgo Ognissanti, fondato poco dopo il 1380. Vi furono incorporate in seguito le case de Vespueci in cui nacque Amerigo Ve-spuccì clic diede il suo nome all'America.
Biipillti mi Orfanotrofio. — In piazza San Giovanni Battista. Nel 1243 fu chiamato per combattere la setta de'l'uterini rebt.jiiente predicatore domenicano, Fra Pietro di Verona (San Pietro Martire), il quale institni pure nel 121! una milizia, comandata da dodici cittadini dei più cospicui, la quale si chiamò i Capitani chiamati per la fede (Quacsitonun /Idei). Dopo la disfalla dei Palermi (1215) i capitani della Fede si dedicarono alle opere di carità e divennero i capitani della Compagnia di Santa Maria, quindi capitani del Bigallo, dal nome d'uno spedale a qualche miglio da Firenze, affidato alle loro cure. Tale è l'origine d'una delle più benemerite istituzioni della città. I Capitani acquistarono presto la stima e la benevolenza de' loro concittadini. Falli ricchi dai doni di particolari e anche della Repubblica, poterono essi fondare e mantenere degli Spedali, fare continue elemosine alle chiese, ai poveri e ai monasteri.
il Bigallo riceve gli orfani e i figli abbandonati da I ai 10 anni da tutta la Toscana. La cifra media, calcolata per dieci anni, è di 300 abbandonati. Si collocano i fanciulli, mediante retribuzione, presso famiglie sia in campagna come in città, ove imparano l'agricoltura o un mestiere. Altri entrano in stabilimenti di beneficenza o da particolari che li domandano. All'età di 18 anni i maschi ricevono tre scudi e le femmine trenta, e anche cinquanta. Gl'infermi o storpi rimangono a carico dello stabilimento.
I capitani del Bigallo non ebbero stabil dimora che nel 1352 sull'angolo della via dei Pittori e della piazza Or San Michele. Nel 1125 si unirono alla Compagnia della Misericordia e stalulirorisi sin da quel tempo in piazza San Giovanni.
Cpfraternila (lidia Misericordia. — In piazza del Duomo. Celebre società filantropica istituita per soccorrere e trasportare all'ospedale i colpiti da disgrazie improvvise e per assistere nella loro dimora gli ammalati poveri. Fu fondata nel 1241 dal facchino Pietro l'orsi, poi stabilita, nel 1570, nella nuova sede dietro il Duomo da Francesco 1 La chiesa fu ampliata dall'architetto Ducei e veggonsi in essa un altare, di Andrea della Robbia; un San Sebastiano e una Madonna incompiuta, di Benedetto da Majano (1).
(1) I Fratelli della Misericordia, di cui eran membri gli stessi Granduchi che non Sdegnavano indossare la cappa negra e il cappuccio, eccitarono sempre l'ammirazione dei forestieri, fra gli altri del grande romanziere inglese Carlo Dickens, che ne fa motto nelle sue Fictureu front lluly, e dell'HoRNER, che cosi ne ragiona :
* La Confraternita (iella Misericordia prosegue da ben sei secoli la sua missione di carità. Al suono della campana della cattedrale il Giornante si affretta alla residenza a ricevere gli ordini del Capo di Guardia. Ogni Giornante indossa la sua cappa e si copre il capo e la faccia col cappuccio con due forellini per gli occhi, sì ch'ei possa vedere e non esser riconosciuto. 11 Capo pronunzia la formula: Fratelli, prepariamoci a far quest'opera di misericordia, e, inginocchiandosi, aggiunge: Slitte nobix, Domine, charitatem, humilitatcm et fortitudine»!, e i Fratelli a rispondere; Ut in hae opera te seguamw. Dopo una preghiera il Capo invita i Fratelli a recitare un Pater ed un'atre Maria per