Firenze m
grotteschi ma eleganti disegni in calne Inumo j russo e giallo, l'ii t'aito sii disegni del Tribolo e i il soffitto in legno sii quelli di Michelangelo. La j Rotonda, annessa alla biblioteca, fu termina t.i nel 181 f dall'architetto Poccianti.
La Laiirriiziana è un uohil iiionniiieuto «lidio zelo dei .Medici nel ,ironnioverc lo sviluppo del sapere, e soggiac(,iie a molte vicissitudini. I li incominciala da Cosimo il Vecchio, di cui l'opulenza e le vaste relazioni commerciali lo abilitarono a soddisfare eon buon successo la sua lodevole ^passione di raccogliere gli avanzi degli antichi scrittori greci e romani.
Caduta successivamente nelle mani della Repubblica, dei Domenicani di San Marco e ili Leoni' X. passò da ultimo al cardinale Giulio de' Medici (che divenne poi Clemente VII), il (piale deliberò ili restituirla a Firenze qual gemma dell'eredità Medicea e fondò conseguentemente, per accoglierla, codesto edilìzio di cui Michelangelo apprestò, come dicemmo, i disegni.
Alla morte di Clemente MI, nel 1531, l'edilizio rimase incompiuto e i manoscritti furon lasciati in balia delle tarme e della polvere finché l'edilìzio fu compiuti! mentre il lìiionarroti viveva ancora, carico d'anni, a Roma. Essi furono ordinali e curati da Cosimo 1.
All'originale collezione Medicea grande incremento recarono i successori di Cosimo, i (piali vi aggiunsero i manoscritti della libreria l'Indili ; quelli raccolti dal senatore Carlo Strozzi ; quelli della libreria privata dei (ìrandiichi e della libreria Lo-taringico-Palatina; i manoscritti orientali illustrati dall'Assemanno, arcivescovo di Apamea; i manoscritti Piisciouiani, Se-guani e Scioppiani ; e quelli clic furono rinvenuti nei monasteri soppressi prima dell'invasione francese.
Il conte Angelo d'Elei diede, nel 1SU, le sue pregevoli collezioni di lùlilioncs l'rii\eipe<;; Francesco Saverio Redi, ultimo della famiglia, i manoscritti del suo celebre antenato Francesco Medi (1G2G-1CW8); il pittore Fabrc vi depositò i manoscritti di Vittorio Alfieri ereditati dalla contessa di Alhanv, del pari che molli classici greci e latini con commenti marginali o traduzioni del sommo tragico astigiano. Anche il marchese Luigi Tempi vi depose varii cimelii della sua libreria.
La Lanrenziana contiene ora più di 9000 manoscritti; per la quantità é superata da alcune, ma per importanza, trattone la Vaticana, da nes- • suna. Essn è ricca particolarmente di opere, iu lingua ebraica, araoa, siriaca, colta, greca e latina e dei grandi scrittori italiani dei secoli XIV,
XV e. XVI. Il.ivvi un catalogo dei uinuoserilli arabi, persiani, siriaci e. altre lingue orientali per l'Assalimmo iu uu volume, in-f (1712);
Fig. 72. — Firenze: Yetriera dipinta nella Biblioteca Laurenziana.
uno dei manoscritti ebraici e rabbinici del bibliotecario Biscioni pubblicato nel 1752; ed uno dei manoscritti in greco, latino, italiano ed altre lingue moderne, per Bandini stampato a Firenze, in ì 1 voi. iu-f» (17GÌ-IT.M). Fra i cimelii della Laureu/.iana ò il Code.v