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confino tic! genere; l'espressione non f- tenera li! sorridente; fa bocca lui una dolcezza inani vallile e la fronte, col capo fortemente piegato a sinistra, ili aria grave.
Vicino alla Venere, a sinistra, i Lottatori, u, più coi rettamente, i l'ufiera(ìàjtff alla pfeep, opera originale greca, probabilmente della scuola di Pergamo, rinvenuto nel 158;ì in 1 ionia, f 1111 esempio notevole di composizione intricata c compatta di cui 11011 rimane alcun consimile antico. \bboihla di energia e di csprcs-ioue mentre nel-I istesso tempo ha il merito di essere scevra di esagerazione indebita. Vmbedue le teste furono ritoccate; l'inferiore è particolarmente bella. Le braccia furono restaurate malamente.
Satiro 0 F/niiw Danzante, in atto di sonai le nacchere, con muscolatura naturalissima e grande elasticità di membra. La testa e le braccia di questa statua antica voglionsi restaurati da Mi chelamjelo (?).
1po)lino, del carattere nolo agli artisti col nome greco d'androgino, ossia combinazione di bellezza giovanile maschile e femminile, Rappresenta 1111 giovane Apollo in riposo, di forma snella e graziosa, da uno stupendo originale greco, probabilmente del quarto secolo avanti C. Questa statua, proveniente anch'essa da villa Medici 111 Utilità, Iti infranta in parecchi pezzi dalla caduta di un dipinto di Carlo V del Van Dvek e fu diligentemente restaurala da IiarMint 11 braccio sinistro doveva posare 111 origine sopra una colonna od un tronco d'albero; il destro pare fosse alzato sopra la testa.
LMtrotino, a destra presso la Venere, è uno schiavo clic sta arrotando il suo coltello ed ha dato occasione a molte discussioni intorno al soggetto che rappresenta. Critici recenti lo considerano una copia antica, anteriore al tempo di Prassilele, dello Scita che affila il suo coltello per scorticare Mursia, al comandu di Apollo. La questione è trattata ampiamente dall'Hans Diilschke nel suo libro : Antil.eDildwerke in Ober-ltalien (parteIII, pag. 211). Il marmo semi-trasparente rassoini-glijule alabastro è certamente greco. Il manto fu restaurato nel 1077 da Ercole Ferrata; il coltello, il polso destro e due dita della mano sinistra probabilmente prima. La testa della statua principalmente è mirabile e la serietà del volto espressa stupendamente.
Nella Tribuna ammiratisi, oltre le statue sud-descritte, molti quadri di primo ordine clic saranno registrali insieme a quelli di tutta la Galleria degli Uffizi in fine. .Meritano però qui parlicolar menzione alcuni classici dipinti 0 capi d'opera, fra cui i seguenti :
La l'enered'Urbino, di Tiziano, altrimenti dotta la Venere del «17110/1110 ; ritratto di Eleonora Gon-za.fa, duchessa di Urbino, dipinta in età di 22 anni, noi l'i Vi, per suo maialo Francesco Maria Della Piovere. L la più bella delle donne ignude dipinte
da Tiziano, gran pittore di donne; ha nella destra alcune rose e un cagnolino doruiynte a' piedi ed ella slessa desta appena dal sonno. « In questo dipinto —osservali nobile Pallavicini nelle Arti del disegno in Italia, pag. li bi-— il Tiziano aveva davanti una 11011 piccola difficoltà ila superare : dipingere 1111 corpo di donna, 111 cui la vita sola colora appena la bianchezza delle carni e dipingerla stesa sopra una drapperia bianca, con 1111 l'ondo rischiarato e luminoso, senza infine nessun contrasto di tinte, nessun riposo ombrato. E senza dubbio il massimo dell'arditezza artistica il superare queste dillicoltà come le superò il Vcrellio, e una bravura sovrumana ed a ragione I Alga-rotti chiamò questa Venere la rivale ili quella de' Medivi ».
La Madonna del Cardellino, dipinta ancora in Firenze ila Raffaello (piai dono nuzialcal mercante Lorenzo Nasi. In 1111 terremoto del 1518 rovinò il palazzo Nasi ed il quadro andò in più di 20 pezzi, ma fu ricomposto con maestria. E indescrivibile la divina bontà del I lambì no che tien le manine sul cardellino e par dica: « Nessuna ili queste piccole creature é dimenticata dal mio Padre celeste ».
Man Gioitttnni nel Deserto, attribuito a Raffaello'; dipinto, secondo il \asari, pel cardinale Colonna, il quale lo donò al medico Jacopo ila Carpi, che l'aveva guarito da una grave malattia, finché passò a Francesco ISeuinteiidi e, dopo il 1588, nella Tribuna. Nessun quadro di Raffaello fu tante volte copiato come questo.
Ritratto di Papa Giulio li, ili Raffaello. I moderili critici dell arte lo credono l'originale e l'esemplare a Pitti una copia autentica. Crowc e Cavalcaselle lo giudicano una copia del l'enni, Dell'originale, già in Santa Maria del Popolo, dice il Vasari a che è cosi vero e somigliante che lo si guarda con paura, come fosse vivo ».
La pretesi! L'o mar ina di Raffaello, orinai attribuita a Sebastiano del Piombo II Passavante lo crede il ritratto ili Beatrice ferrarese, celebre cortigiana ni Doma; la vera Fornarina creilesi quella nella Galleria liurberini a Roma.
E basti il sin qui detto dei capi d'opera della Tribuna; registreremo 111 seguito il rimanente.
Nella stanza attigua alla Tribuna, contenente quadri di diverse scuole italiane, sopra una tavola ili alabastro orientale, ammirasi una statuetta greca di 1111 Cupido dormente. Le sue languide inani stringono appena 1111 mazzo ili papaveri ; presso di lui uu cavalletta soggiace anche essa ali inllneiiza sonnifera. Seguono la stanza della scuola olandese, due delle scuole fiamminga e tedesca ed una della scuola francese.
All'estremità del corridoio sud è d Oauinki'io utey.fi Gioimi; e ina Cammei, ecc. - Lorenzo de' Medici dilettavasi di questo ramo dell'arte, raccogliendo gemute,pitiche ed incoraggiando gli artisti viventi, dei quali il più valente era Giovanni,