c202 l'arLe Terza — Italia Centrale
la battaglia di Marciano, Cosimo 1 lo tolse a Binda Alleviti e lo donò al marchese di Mal ignano die lo vendè al figliuolo di Cosimo I, il cardinale Giovanni, Avendo l'erede, il cardinale Carlo, figliuolo di Cosimo 11, lasciato grandi debiti, Ferdinando 11 lo vendè, nel ltìiO, a Maria Macchia-velli, moglie del marchese Filippo Corsini, diche l'edilizio fu ampliato dai Corsini in palazzo, sotto la direzione, in prima, di Pier Francesco Silvani, quindi di Antonio Ferri, che costruì, nel 1090, la superba scala, di Ferdinando Tacca e di Alessandro Galilei. Lorenzo Corsini, a cui suo zio papa Clemente XII aveva assegnato il ricco Priorato di Pisa, allogò alla galleria dei quadri, che era andata crescendo a poco a poco e comprendeva, dal 18 55, ben tredici sale, un ampio spazio nel primo piano.
Il proprietario odierno, prìncipe Tommaso Corsini, conoscitore intelligente dì belle arti, ultre avere ristanralo ila capo a l'ondo il palazzo, ha ar-ricchito di parecchi freschi antichi la galleria, la quale contiene fra gli altri dipinti di Filippino Lippi, Sandro ButliceUi, Luca Sigaorelli, Ilaf-faellino del Garbo, Fra Paolino, il celebre cartone di Giulio II per Raffaello, una buona copia del non meli celebre Violinista, venduto non ha inolio, per 000,000 lire dal principe Sciarra al Bothscuild di Parigi, ecc.
L'ampio e superbo scalone suddetto, ornato della statua di Clemente.XII. conduce in uu gran salone con una fuga ili sale piene di lesori dell'arie pittori® che noi non possiamo tutti parti taniente enumerare per istudio di brevità e di cui citeremo i principali soltanto :
la Sala. Vòlta dipinta a fresco da GLerardini rappresentante le Arti Liberali, in mezzo bella imitazione di un vaso antico in marmo ; piccolo gruppo antico d'Ercole che uccide il leone ed alcuni bronzi della scuola di Gian Bologna. Molti ritratti, fra i quali quelli del Petrarca e di Dante, del Nahlini; quelli (li Maria Corsini, nata Mac-cbiavelli ; del senatore Filippo Corsini; di Maria Maddalena d'Austria, moglie di Cosimo li; di Vittoria della Bavere, moglie di Ferdinando II de' Medici; di Cristina di Lorena, moglie di Ferdinando I; di Ferdinando II, di Bartolomeo Corsini, padre di papa Clemente XII, tutti del Su-slcrinans; Francesco 1 de' Medici, di Alessandro Allori, ecc.
Sala. Nella vòlta, Cerere e Pan, del suddetto Gherardini, e nel mezzo, vaso e piccoli gruppi in bronzo. Parecchie battaglie del Borgognone, ili Salvator Rosa, del Gabbiani, del Gerquozzi detto appunto delle Battaglie; Marina, una delle più belle di Salvator Uosa, ecc.
,'ì» Sala. Con nella vòlta l'Apoteosi d'Ercole, del Gabbiani. Bellissima testa di Cristo inculo, del Cigoli; Sacra Famiglia, di .Iacopo da Empoli; San Tommaso d'Aquino, di Guido Reni; Madonna del Dito, ili Carlo f'olci ; Martirio di
San Pietro, di Biliera; la suddetta fra le migliori copie del Violinista di Raffaello, attribuita a Giulio Romano; Sant'Andrea Corsini, del Guerci no, ecc.
4 Sala. Divisa da un'alcova in due parti e con la vòlta dipinta dal suddetto Gabbiani. Cardinale Ascanin Filomarino, del Domenichino; la Pace, uno dei migliori dipinti di Carlo Dolce; Cartone di Raffaello, per fare il ritratto di Giulio II, proveniente dai Della Rovere, duelli d'Urbino; Madonna con Santi, di Luca Signorelli; Madonna con Angeli, di Filippino Lippi, tondo molto lodato da Crowe e Cavalcasene, ecc.
5a Sala. Freschi del Gabbiani, quattro piccole tavole di diaspro giallo e due belle colonne di rara hmacliella astracanc, già nel palazzo'Corsini a Roma; fra le finestre tre vasi in china di Dresda, dono di re Giovarmi di Sassonia. Parecchi ritratti dei Corsini, dì Sustermaris e fìcn-venuti, ecc.
Oa Sala. Nella vòlta, Ercole trionfante, del Dandini; Genio dell'Armonia,terracotta del Parn-haloni. Ritratto ili Baccio Valori, di Angelo Bronzino ; Castellammare, marine e battaglia, di Salvator Bosa ; Cristo che porla la Croce, di Sebastiano del Piombo, e, secondo Crowe e Cavalcasene, di Marcella Venusti; Annunziazione, di Paolo Veronese; Apollo, Dafni e Narciso, attribuiti ad Andrea del Sarto, ecc.
7* Sala. Il Cavallo di Troja, fresco del l'imbacci; Dcjanira, di Fnrini; il Battista, di Annibale t'ararci; San Francesco, del Cigoli, ecc.
8* Sala. Poco importante.
9* Sala, l'inabello e Bradamante (dall'Ortense dell'Ariosto), attribuito a Guidò Beni.
10 Sala )ulcano che mostra a Venere l'armadura di lùtea, fresco di Bonechi ; Supplizio del Savonarola sulla piazza della Signoria.
11 Sala, Fresco del Glierardinì. Ultima Cena, di Federico Baroccio; Itisurrezione, attribuita a Paolo Veronese; Sacra Famiglia, dì Raffaellino del Garbo, ccc.
1:211 Gabinetto. Annunziazione, di Bicci di Lorenzo, che vi ha ancora due altri quadri; antico cassone con cinque figure femminili allegoriche, ili Sandro Butticelli, ecc.
13a Sala. Il Vizio e la 1 irtù, fresco dell'Uliveti i ; \'Autunno e la Primavera, di Jacopo Bas-sauo; Cleopatra, di Alessandro Allori ; Sant'Andrea Corsini che guarisce un cieco, di Gessi ; Sogno di Giacobbe, ili Carlo Dolci, ecc.
Palazzo Davanzali. — In via porta Rossa. Non se ne conosce l'architetto, ma i caratteri arclii-tettonici lo dimostrano del secolo XIV. Lo stemma nel caratteristico cortile fu scolpito dal Donatello. Appartenne a Bernardo Davanzali, valentissimo scrittore e traduttore di Tacito.
Palazzo Gcrini. — In via Bicasoli, fu ampliato e restaurato modernamente sullo stile del secolo diciassettesimo.