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l'arte Terza — Italia Centrale
Uinaseimeutu, viene rosi qualificato dal celebre scrittore francese 'faine Je doute quii ?/ mi un palais plus monumentili eri Europe ; jr ti'cn ai tu qui laisse une imprcssiou si grandiose et si simple.
Fu disegnato nel 1440 da Filippo Brunelleseki pel ricco Luca l'itti nel semplice e serio stile rustico cittadinesco, tale a dire, con bugnato rozzo. 1 Ire piani con gallerie e con le gigantesche finestre ad arco non abbisognavano di ornamenti. La facciata di mezzo è lunga 201 metri, alla 37 e l'intiero palazzo copre una superficie di 32,000 mq.
Narra il Machiavelli nel libro vii dello istorie Fiorentine clic Luca l'illi, uomo animoso ed audace, per aver posto, nel 1463, un freno alla corrente democratica, qual Gonfaloniere di giustizia « fu dalla Sigimi ia e da Cosimo vecchio e stracco riccamente presentato, dietro ai quali tutta la città a gara concorse; e fu opinione che i presenti alla somma di 20,000 ducati aggiu-gnesscro. Donde egli sali in tanta riputazione che. non Cosimo, ma me.sser Luca la città governava. Da che venne in tarila confidanza ch'egli incominciò due edilizi l imo in Firenze, l'altro a Huviano, luogo propinquo alla città, lutti superbi e regii; ma quello della città al tutto maggiore che alcun altro che da privato cittadino lino a quel giorno fosse stalo edificalo ».
Brunellesco condusse la facciata fino all'altezza delle finestre del secondo piano. La sua fabbrica sotto la direzione dirotta di Luca Fancelli era appena condotta a mezzo, quando Luca Pitti, dopo avere sparnazzato il suo grande avere nel vano tentativo di pigliare in Firenze, il posto ili Cosimo de' Medici, si rese per la sua mala condotta, screditato e spregevole.
Al tempo del Vasari — il quale dice del palazzo che l'architettura toscana nulla aveva mai prodotto di più ricco e grandioso •— Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo 1 comprò dagli eredi la fàbbrica rimasla in tronco da lungo tempo e ne fece ripigliare la costruzione; ina non si potè più trovare il disegno primitivo ed originale e solo la facciata conservava la sua semplice e imponente grandezza.
Il palazzo divenne quindi la diinora dei Gran-duelli. Eleonara vi fece aggiungere il giardino di lioboli e, perduto il disegno del palazzo modello del Bru nel loschi, ne fece fare uno nuovo da Bartolomeo Ammannali. Di lui 6 l'architettura della corte (1550-1500) con seiiiiculonne davanti i pilastri in rustico non bello. Egli aggiunse alla facciala sul davanti le finestre del pian terreno. Alla corte si manette una grolla con nicchioiii e fontane. Leali laterali più basse furono aggiunte fra il 1020 ed il 1G40 da Giulio e Alfonso Parigi e i portici laterali da Buggeri nel 1704 e 1783; quello di destra non fu compililo che nel 1830 sotto la direzione di Poccianti, il quale costi ui
anche, la nuova scala fra ii vestibolo e la corte, e le nuuve stanze nel lato meridionale.
La gran porta, in mezzo della facciata, conduce alla corte dell'Ammannati: in fondo hav\i ima grotta con sedici colonne doriche e cinque statue; ([nella di mezzo, di porfido, è un torso restaurato e trasformato in Mose, da Bafl'aello Curradi Le altre quattro sono : la Legislazione, d'Antonio Novelli ; VImpero e la Carità, di Domenico Pieratli; lo Zelo, di G. B. Pierolli.
S'entra nella Cappella reale da una porta che riesce sotto il peristilio situato a destra della corte Le pitture, a fresco sono di Luigi Adc-mollo. Vedosi sull'altare, che è d'una grande ricchezza, uri Cristo d'avorio di Gian Bologna. In faccia della grande scala per la quale si sale ai piani superiori, si trova una porta clic conduce a varie, sale del pian terreno, coinè alla piccola corle, dove gli affreschi e gli stucchi sono di lì. I'occetfi. Aiace che regge il cadavere di I'a-troclo, opera forse greca e certo antica, ed alcune altre statue la decorano.
Le sale, terrene sono quattro, magnificamente dipinte coll'esubcranza fantastica del secolo XVII. Specialmente interessante quella della AiCìovaniii da S. Giovanni, che ne ideò e in gran parie ne esegui le pitturi allusive al matrimonio di Ferdinando li con Vinaria della II ove re e clic glori: ficano Ijircnzo il Magnifico come mecenate E anche della degli argenti perchè vi si custodiscono i sontuosi vasellami medicei, generalmente, attribuiti a Celimi (?) e molti altri oggetti preziosi per la materia e per l'arte.
Al primo piano vi è un primo vestibolo ornato da quattru statue: una figura allegorica rappresentante la Dissimulazione, scolpita da F. Susini ed ivi collocata per ordine del granduca LeopoldoI e Ire antiche, l'allude., il Filosofo e I Atleta. A destra vi è la Sala della degli Stucchi. In una sala al t igu a a in miransi a Riesci i: del Porcelli, storie della presa di Bona per le galere dell'Ordine di Santo Stefano nel 1007.
Nel secondo vestibolo, che liei dietro al primo, vi sono due Fauni antichi ; un Bacco, di Baccio Bandinelli e un Mercurio, di Fraueavilla.
Di fianco vi è la Sala delle Guardie, ornala di statue antiche.. Da questa si passa nella Sala delle Nicchie, cosi chiamata, a motivo delle nicchie nelle quali sono collocale sei statue antiche: una Flora, due Veneri, una Musa, ti il Apollo ed una statua ignota. Da questa sala si passava in quella di Venere che è la prima della galleria Pitti.
Il 0 ottobre del 1870 Vittorio Emanuele ricevè nel palazzo Pilli, divenuto la Ilcggia, le deputazioni romane venute a presentargli il risultato del plebiscito con cui i Domain avevano votato la loro unione al regno d'Italia sotto la Casa Savoia.
inutile aggiungere che gli appartamenti del re, della regina, del principe ereditario, degli