\ (j(j l'arte Terza — Italia Centrale
corona smaltata in oro col motto di Francesco Sacchetti :
Coruna porto, per la patria degna,
Acciocché libertà ciascun ruantegna.
L'attuale Marzocco 111 bronzo venne fuso da Clemente l'api; quello di Donatello è al Museo Nazionale. A sinistra dell'ingresso al palazzo stava il famoso David di Michelangelo, ora nell'Accademia. La sigla e l'iscrizione sulla porta ricordano la deliberazione del 1520 che proclamava Cristo re della repubblica. A sud, sulla gradinata, Ercole e Caco, di liaccio Bandinelli, del 1533. Ai lati della porta due termini, la Donna, del Band incili, e l'Uomo, di V. Rossi.
Inieuno. - - Il bel Cortile ottagono (fig. 58) con nove grandi e riccamente ornate colonne ed archi tornii fu rifatto, dopo il 1450, da Miche-lozzo, e i freschi del fregio e della vòlta furono eseguiti sotto la direzione del Vasari, gli ornati in stucco delle colonne, da Minocci Ricciarelli, nel 1565, e da Sebastiano Veronese, Lombardi e Baglio»! le vedute a volo d'uccello delle città tedesche in uccasione delle nozze di Francesco de' Medici con Giovanna d'Austria, come leggesi nelle due iscrizioni ai lati della porta interna.
La fontana in mezzo con vasca ili porfido fu il isegnala dal Vasari e scolpita dal T'adda nel 1557. Il Bambino di bronzo ni cima che stringesi sor-ridendoal seno il delfino è un capolavoro di Andrea del Verrocchio verso il 1470.
Nella nicchia, dirimpetto all'ingresso, gruppo ni marino di Sansone e dei vinti Filistei ( imitazione da Michelangelo), di Vincenzo de' Rossi, dlievo del Bandirteli! Nello stemma l'aquila significa la parte Guelfa, la cruce il Popolo (sempre crocifisso ila qualsiasi Governo, e particolarmente dai governi popolari), i gigli Firenze e le palle i Medici.
Per la scala a sinistra di 21 gradini si sale al primo piano e si arriva al Salone del Gran Consiglio o dei Cinquecento (lungo 53 in. e largo ni. 22.42), costruito per suggerimento del Savonarola in un'adunanza popolare dopo la cacciata di Piero de'Medici, da Simone del Pollajnolo, sopranominato il Cronaca, seguace ardente del frate riformatore (1405). I cartoni pei freschi nelle pareli furono incominciati da Michelangelo e Leonardo da Vinci, interrotti dalle successive assenze dei due sonimi artisti e distrutti nei tumulti del 1512.
Sotto Cosimo I il salone divenne sala d'udienza e il Vasari ebbe commissione nel 1530, di dipingerlo in conformità. Sono opera sua e dei suoi aiuti le 30 pitture a olio nella vòlta desunte dall'istoria di Firenze e dei Medici. Nei quattro angoli sotto la vòlta dipinsero Ligozzi, Cigoli e Passi-gnano. I freschi nelle pareti del Vasari rappresentano scene delle guerre con Pisa e Siena; e le migliori decorazioni son quelle del Poccetti e nel suo stile.
Il Salone dei Cinquecento fu la sede del Parlamento Italiano dal 1805 al 1871 sin che tirenze rimase capitale provvisoria del nuovo regno. Le statue più importanti che I ornavano furono tutte trasportate al Bargella. Vi rimasero quelle dei Medici : verso via de' Gondi la statua di leeone X, incominciata dal Bandinelli e terminata dal Bossi ; a destra, Giovanni delle Bande Nere; a sinistra, Giuliano; alle pareti, Alessandro a destra, e, a sinistra, Cosimo I. Verso via della Ninna stanno quattro statue antiche di Bacco, Leda (?), Mercurio e Apollo provenienti dalla villa Medici in Roma. In mezzo la moderila statua colossale del Savonarola (fig. 59), del Pazzi, posta nel 1881.
Nel 1884 furono anche posti sei gruppi in marmo del Bossi, rappresentanti alcune delle Fatiche d'Ercole ed un gruppo, in marmo anche esso, del Bandinelli: Clemente VII che incorona imperatore Carlo V.
Dalla porta nord-ovest, per un vestibolo dov'è una porta a colonne torte attribuita a Donatello, si pon piede nel Salone dei Duecento, con un superbo soffitto in legno, architettato da Benedetto da Majano, decorato da Marco del Tasso, ed arazzi con la storia di Giuseppe eseguiti a Firenze su disegni del Bronzino, di Salviati e di Jacopo da Pontormo. In codesto salone irruppe nel 1378 Michele Landò, con lo stendardo della Giustizia alla testa dei Ciompi insorti che lo posero a capo del Governo e lo proclamarono Gonfaloniere ; ora vi si raduna il Consiglio comunale.
Dalla Sala del Consiglio, in fondo, a sinistra, si arriva per cinque gradini nel Quartiere di Leone X, dipinto e decorato colla direzione del Vasari, molto interessante pei ritratti nelle varie storie:
I. Sala di Leone A'. — 1. Prigionia in Ravenna; 2. Bacio del piede per Francesco I ; 3. Presa di Parma; 4. Lorenzo creato duca di Urbino; 5. Incoronazione di Leone X; 0. Giulio de'Medici, Cibo, Pucci, Divizi da Bibbiena fatti cardinali, 7. Ritorno a Firenze (1512); 8. Liberazione dalla prigionia ; 9. Ingresso in Milano ; 10. Leone X in Concistoro (con ritratti di Michelangelo e di Leonardo); 11. Conquista di S. Leo; 12. Ingresso in Firenze (con ritratti del Bembo e dell'/I n'os/o a colloquio con Pietro Aretino). Quattro busti in marmo di Clemente VII, Leone X, Giuliano di Nemours e Cosimo /, di Alfonso Lombardi: ritratto di Caterina de' Medici e di Margherita d'Austria.
II. Salotto di Clemente VII.— 1. Clemente VII che apre la Porta Santa; 2. Indossa la porpora cardinalizia a suo nipote Ippolito ; 3. Ritorno di Clemente VII dopo il sacca di Roma pel Borbone. Nella vòlta: 4 Sposalizio del duca Alessandro con Margherita d'Austria; 5. Invio del cardinale Ippolito in Ungheria; 6. Alessandro che riceve da Carlo V la corona ducale; 7. Sposalizio di Caterina de' Medici. In mezzo 8. Incoronazione