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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   in Croce, con appiedi Maria Maddalena ; a destra, San Giovanni e San Bernardo; a sinistra, la Muler Dolorosa e San Benedetta. Vi si Inda assai per grazia e purità il paesaggio.
   Nell'antico refettorio un grande affresco di Raffaellinn del Garbo, la Moltiplicazione dei pani.
   Santa Ilaria degli Angioli. — In via degli Al fimi, fu fondata nel 1201 da Guido d'Arem pei Camaldolesi c riedificata nel 1700. Contiene ora una pregevole e voluminosa biblioteca principalmente di opere di medicina annessa alle cliniche dell'Istituto Superiore. Nel piccolo chiostro dell'Ammanato c sotto vetro una Croni fissione con le tre Marie, San Ifenedello e San Romualdo, nello stile di Andrea del Castagno (1150), con figure piene di energia, ma con contorni duri e angolosi, arieggiante la Crocifissione di Piero della Francesca, nello spedale d'Arezzo, ed un dipinto di Giotto; nell'altro chiostro del Silvani, dieci basti iu marmo di Carcini e Francatila e linone lunette di storie camaldolesi del Poccctti. Nell'antico Refettorio (ora sala degli Esami), un buon fresco del Cenacolo, di Rodolfo Ghirlandajo (1513), che potrebbe dirsi una copia od una imitazione di quello di Andrea del Sarto in San Salvi.
   Altri ed ottimi freschi del Poccetli (scene della Creazione) si trovano nel corridoio che precede la biblioteca.
   La cappella ettagona ora in rovina, nell'angolo fra via Al fa ni e via Castellacelo, disegnala dal Bru-nellesclii, vuoisi servisse, di modello pel tempio nello sfondo dello Sposalizio di Raffaello, ora nella pinacoteca di Brera a Milano. Non fu che il principio di una chiesa che doveva essere eretta ai dodici Apostoli, per voto di Pizzo Spano, con danari che la Repubblica adoperò invece per le sue guerre.
   ()i, il issanti. — In borgo Ognissanti, fra il ponte alla Carrai c porta al Prato. Il terreno occupato dalla chiesa e dal convento fu comperato dai Padri Umiliati (soppressi nel 1507 da Pio V) che nel 1257 si recarono ad abitarvi col loro vasto lanificio. Chiesa e convento furori ceduti nel 1555 ai Minori Osservanti, i quali ampliarono il secondo e rifabbricarono la prima nel 1027 su disegno di Bastiano Petlirossi. La facciata, ora perfettamente restaurata, fu fatta da Matteo Nigctti nel 1037, e l'Incoronazione della Vergine, rilievo in terracotta sull'ingresso principale, è dei Della Robbia.
   Nell'interno della chiesa, a croce latina e ad una sola navata, sono da vedere: sulla parete, a sinistra dopo il terzo altare, San Gerolamo, fresco un po'rigido di Domenico Ghirlandajo (1480), e dirimpetto, a destra, Sant'Agostino, di Sandro
   Iticelii (1180); lo dipinse, dice il Vasari, per commissione dei Vesnucci e con animo di superare il dipinto del Ghirlandajo ; quantunque più freddo del San Gerolamo, è però dipinto in istile più sciolto e con maggior maestria dì pennello. Boltieelli fu seppellito in questa chiesa.
   Nella crociera a destra due quadri già attribuiti ad Andrea del Castagno, e rappresentavano iu origine storie di San Francesco, poi accomodate come di San Bernardino.
   Nella crociera a sinistra si sale alla Cappella Gondi-Dini con un Crocifisso giottesco sulla parete sinistra. Nella sagrestia un fresco giottesco della Crocifissione, che. vuoisi di Nicolò di Pietro Cerini, allievo di Taddeo Caddi. Nel refettorio, Cenacolo, di Domenico Ghirlandajo nella prima maniera, ma bellissimo.
   Il chiostro l'. importante pei bei dipinti a fresco rappresentanti Storie della t ila di San Francesco d'Assisi. Cominciando a sinistra di chi entra dalla porta del convento, le quindici lunette, quella inclusiva della nascita del Santo, sono di Jacopo Ligozzi, e San Francesco che frena le discordie cittadine, con le altre quattro, di Giovanni da San Giovanni. Seguono due del Guidoni e quindi due grandi storie dipinte, dal suddetto Ligozzi. Le altre sei lunette sono di Nieodemo Ferrucci.
   — Da Ognissanti, via Nuova mette, a nord-est a via Palazzuolo ov'è la chiesa di San Francesco dei Vanckctani, cosidetla dalla taciturnità — vanno chetoni — della Confraternita che la possedeva. Contiene due teste, dì Cristo e di San Giovanni fanciulli, attribuite a Rossellino e Donatello ai due lati della sagrestia e storia i'Ippolito Galanlmi, fondatore della suddetta Confraternita , brevemente frescate da Giovanni da San Giovanni.
   San Nicolò Snpr'Arno. — Vicino all'estremità di piazza de'Renai, dirimpetto al palazzo Torri-giani, vuoisi fondata nel 1000. A destra, entrando, Sacrifizio d'Àbramo, di Alessandro Allori; nella sagrestia, frammento di un fresco di San Tommaso che riceve la einlola, del Ghirlandajo, ed una Madonna eoi Bambina, San Francesco, San Nicolò e altri Santi, di Neri di Ricci.
   Nel 1520, i cittadini adunaronsi in questa chiesa a giurare di difender Firenze assediata dal principe d'Orange pei Medici : è noto che Michelangelo diresse le fortificazioni difensive ed 6 tradizione che nel campanile di San Nicolò egli si nascondesse per qualche tempo dopo la resa della città agli Imperiali.
   San Martino — Chiesuola detta dei Buoni uomini, in vicinanza della Badia e dirimpetto alla casa di Dante, fu fondata nel 080 dall'arcidiacono Giovanni da Fiesole e donala, nel 1034, dal suo crede ai monaci di delta Badia. La pia istituzione de' Procuratori de' Poveri Vergognosi, delti i Buonmmini di San Martino, fu fondata nel 1441 da Fra Antonino di San Marco, che divenne poi arcivescovo di Firenze. Scopo dei Biimuomini 6 quello di soccorrere le famiglie civili cadute nell'indigenza mediante le offerte spontanee dei benefattori, dacché la Congregazione non può e non dee posseder beni slabili. In origine i Ihwniwmini erano 12 ed ora sono 32.