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l'arte Terza — Italia Centrale
Chiostri. — Il primo fu edificalo da Alfonso Parigi nel lft'O, e il secondi dall'Ammanalo (15G4-G0). Il primo è ornato da una serie di freschi, di Paolo Perugino e, di altri pittori, che rappresentano soggetti desunti dalle vite dei Santi dell'Ordine di Sant'Agostino. Il secondo, stupendo, sorretto da colonne doriche, Ini alcuni fresili del Poceani e la cappella Corsini cori un dipinto della Madonna, San Gerolamo e San Jacopo, di Ralfaellino del Garbo.
Questa cappella contiene parecchie tombe della famiglia Corsini : notevoli quella del fondatore Neri Corsini (morto nel 1371), vescovo di Fiesole, e quella di Tommaso Corsini (1300) giurisperito e cavaliere igaudente, qui trasferito dal convento di San Gaggio.
11 convento è occupato dai soldati ma vi rimane mi rinmero sufficiente di frati pel servizio della chiesa, nella quale avrebbe predicato Lutero come frale Agostiniano nel suo viaggio a Itoma.
Salita Trinità (fig. 50). — In corso di ristauro, e la prima chiesa gotica in Toscana, riedificata, secondo il Vasari, verso il 1230 da Nicolò Pisano. Nel 1203 fu ampliata e due delle cinque assai corte navate furono successivamente trasformate in cappelle con freschi dei più celebri [littori dei secoli XIV e XV, dei quali alcuni furono liberati dall'intoiiieo che li copriva. Ma il rinnovamento della chiesa (1503) pel Ruontalenti — che fece anche la facciata — rimosse una gran parte di questa antica ricchezza artistica.
Sempre però 1 interno conserva ancora in parte la disposizione primitiva. Si riconoscono ancora le cinque navate ; i pilastri sono quadrati con capitelli varianti ; alla e svelta la vòlta ; il tutto di si felici proporzioni che Michelangelo — secondo narra il Bocchi — come soleva chiamare Santa Maria Novella la sua Ikma, San Salvatore la Della Villanella, cosi chiamava la S. Trinità il suo Amore.
In S. Trinità si accese, nel 1257, una zuffa fra Guelfi e Ghibellini, sedata dal sacerdote con l'Ostensorio e il Sacramento, innanzi al quale prostraronsi i combattenti edalzaronsi poi riconciliati; un musaico nell'antica facciata rappresentava codesta scena. Nella medesima S. Trinila fu tenuto, nel 1280, un Consiglio di guerra, e vi si tramarono congiure nel 1301.
S. Trinità apparteneva ai monaci Vallonibro-sani, il cui attiguo convento fu convertito nel presente Liceo Dante.
Interno. — 1 cimelii artistici della chiesa sono i freschi di Domenico Ghirlandajo, rappresentanti incidènti della Vita di San Francesco nella Cappella Sasselli, la seconda a destra dell'aitar maggiore (lìg. 51). Diamo loro una rapida scorsa : 1. San Francesco, dopo di aver rinunciato all'eredità paterna ed ai beni terreni, si getta ignudo ai piedi del vescovo d'Assisi ; 2. ì'apa Onorio III epprova la regola dell'Ordine di San Francesco.
Glrrlaudajo ha rappresentato la scena come avvenuta nella piazza di palazzo Vecchio, e vi ha introdotto ritratti dì personaggi contemporanei, fra gli altri, quello ili Licenza de' Medici che sale la scala ; 3. San Francesco alla presenza del sultano di Siria, a cui propone di passar incolume ni mezzo alle fiamme, purché si converta con tutta la sua corte al Cristianesimo ; 4. San F'vanc.esco clic, riceve le stimmate nel Cenobio di Alvernia; 5. San /• rancesco, che risuscita vii ragazzo della famiglia Spini, caduto da una finestra. Iu questo fresco è ima veduta del ponte Vecchio, della l'acciaia della chiesa e del palazzo Spini quali erano allora ; sotto e dall'altra parte dell'altare veggonsi i donatori, 1 rancesco Sasselli esita moglie in ginocchio ; questi freschi furono terminati nel 1485 e sono ì migliori del Ghirlandajo; 0. Morte di San Francesco circondalo da frati e preti. E questo non solamente il più importante e interessante della serie, ma quello clic accoppia le migliori qualità del Ghirlandajo quale pittore a fresco. Anche qui son parecchi ritratti dei personaggi di quei tempi, quello iu veste rossa dietro il vescovo n capo alla bara è il Ghirlandaio stesso Le due belle tombe sono di Giuliano da San Gallo.
Nella quarta cappella, a destra, con bella ringhiera in ferro, ammirasi un Annunziazione di Don Lorenzo Monaco, allievo di Fra Angelico, di cui cosi parla il Burckhardt nel Cicerone: « Le sue opere rarissime gli costarono gran fatica e pensieri..... La grazia pacata e il carattere
pensoso delle due figure collocate felicemente baniiocuiiferito una speciedi valore tipico a questo dipinto 7>.
La quinta cappella contiene un bell'altare ni marmo di Benedetto da l!ovezzano(1552)di gran leggierezza ed eleganza nonostante la sua ricchezza. La quinta cappella, a sinistra, ha una Maddalena, scultura iu legno cominciata da Desiderio da Settiguano e terminata da Benedetto da Maja no, Nella terza cappella, a sinistra, antico sarcofago cristiano, con un rilievo del Buon Pastore, contenente le ceneri di Nicolò Davanzali (1444) adattato da ignoto scultore.
Meritano ancor menzione: Il monti mento della famiglia Usìmhardi, di Felice Palma; Il Crocifisso, dello slesso e il bassorilievo dell'altare di 1 ìziano Aspetti- I freschi delle lunette sono di Giovanni da San Giovanni; Gesù nell'Orto, di Matteo Rosselli; la Morte di Sani'Alessio, di Cosimo Gam-berucci, e le statue laterali, di Giovanni Caccini.
Nel refettorio del convento le undici lunette, dipinte a fresco sono di Giovanni da San Giovanni e di Nicodemo Ferrucci.
Nella sagrestia, sarcofago del fondatore No ferì (m. 1418) padre dell'edificatore Palla Strozzi sbandito a Padova coi Medici, coi quali tornò nel 1434.
Fra le reliquie, che con serva n si nella sagrestia,