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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Firenze
   1-27
   alzala col Milo steso non appartiene al dipinto originale. — l i. Grammatica (o Letteratura) con una canna (?) nella destra, ed un cuore (?) nella sinistra; la veste ì' ridipinto per intiero; sotto, Donato o Prisciano (?).
   .Nella parete nord, sopra l'altare, stanno : a sinistra, Grinte che porla hi sua croce; sopra, la Crocifissione, la più bella della scuola Giottesca, e sotto, a destra, la Discesa all'Inferno, il liliale (¦ una caverna in una roccia coi deniouil clic si ritirano digrignando i denti.
   1 dipinti sulla parete sud, rappresentanti scene della vita di San Domenico, son quasi obliterati, trattone due con alcune ligure clic porgono ascolto alla predica del Sauto, c principalmente la risuscitazionc di una fanciulla clic sono tollerabilmente preservate.
   Rabeschi semi-gotici dividono la vòlta in comparti in cui son quattro soggetti dipinti dagli allevi del Caddi, probabilmente \ntonio Veneziano : 1. Risurrezione, in cui la figura ascendente del Redentore effonde raggi ili luce, la tradizionale composizione bizantina, trattala freddamente senza passione od azione; 2. Cristo che salva San Pietro, il quale gli viene incontro sgomento -itile onde del mare; 3. L'Ascensione; 4. La discesa dello Spirito Santo.,
   Chiostro Grande. — È un nobile quadrilatero Si 32 arcale di cui ogni lunetta contiene un dipinto rappresentante falli dell'Aquinate, di San Pietro Martire e altri santi dell'Ordine di San Domenico. 1 freschi sono ben conservati e appartengono a buoni autori della decadenza (Allori Cigoli, Salili di Tito, Porcctti, ecc.). Il Chiostro sene ora agli esercizii della scuola militare e vi si entra da via Scala.
   Iìefettorio antico. — Trovasi nel lato est del Chiostro Grande. Contiene freschi di Alessandro \llori (1507) rappresentatiti gli Ebrei nel deserto, cioè la Raccolta della manna e il pasto di pernici. Ilavvi anche una IIndonna di qualche merito della Scuola Sancse (1160).
   Farmacia. —Sta in via della Scala, il 14, e va rinomata per la fabbricazione delle essenze, delle profumerie e di un dolce liquore particolare detto Al kermes, di cui grande è lo smercio.
   Una camera quadrata a vòlta, a destra entrando, e ornata, in dodici scompartimenti, di freschi con scene della Passione, attribuiti a Spinello Aretino (1100) e snaturali dal restauro.
   Santa Croce (lìg. 31). — La celebrità di questa chiesa, per ia quantità c l'importanza storica dei monumenti che racchiude, è ilivei:ula oramai mondiale : tenendo conto però che in essa alcuni posti di grande onore toccarono a nomini storicamente mediocri, mentre vi mancano inol-tissimi veri grandi italiani e fiorentini.
   Santa Croce e la più grande e la più solenne fra le chiese degli ordini monastici mendicatili; i -Minori Conventuali avevano ottenuto nel 1221
   ili quel luogo l'antichissima chiesa preesistente: ne intrapresero la grandiosa rifabbrica, ponendo l,i prima pietra nel I2D1. à abbastanza fondata, schb i-tic non documentata, l'opinione clic ne attribuisce l'architettura ad Arnolfo di Cambio. Fu schiusa ai sacri riti sin dal 1320 e consecrata nel li 12 al cospetto di papa Eugenio IV, dal cardinale liessarioue, uno dei pochi Greci rimasti fedeli ali unione delle due Chiese. La lunghezza ili Santa Croce è di ni. 116.47; la larghezza d'ogni navata di ni. 38.45 e la lunghezza del braccio trasversale ili ni. 71.75.
   Facciata. — La facciata di Santa Croce, di marmo bianco e rosso e di serpentino verde o verde di Prato, fu ultimata nel maggio ili I 1863, sotto la direzione di Archibaldo Nicolò Matas, anconitano, e sopra un preteso disegno di Simone Del Pollaiolo, detto il Cronaca, rinvenuto negli arehivii del convento. Alle spese sopperì una sottoscrizione pubblica con a capo il granduca Leopoldo 11 e l'io 1\ ; ma il soscriltore principale fu mi inglese generosissimo, il signor Sloane, che diede circa 20,000 lire sterline, ossia mezzo milione.
   11 bassorilievo nell'arco della porta maggiore, rappresentante Esaltazione della Croce, è del compianto cav. Giovanni Dupré, da Siena, del quale è anche la statua della Madonna nell'edicola sopra la stessa porta. I bassorilievi delle porte laterali furono scolpiti sotto la direzione di questo valente scultore da due de'suoi migliori allievi : Costantino a cui apparisce la croce con la scritta In hoc signo vinc.es è di Emilio Zecchi e \ Invenzione della Croce di Tito Sarrocchi. 11 gruppo d'angeli adoranti la Croce sulla cuspide è di Ulderico Medici. Gli scultori Fabhrucci, Materni, Giorgi, Cerri, Chiari, Iìassi e Medici scolpirono i bassorilievi delle imbotti degli archi delle porte; e le statue che fregiano la facciata furono scolpite dai professori Lesini, Sai vini e Cambi e da Bilancini, Caifnssi e Fabbrticei.
   Il campanile, con svelto comignolo, fu rinnovalo nel 1805 dal cav. Baccani.
   Interno. Monumenti dki.i.en.u vtei.atkkvu — La pianta della chiesa è a croce latina con una grande navala e due laterali separate da selle belli archi acuti, sorretti da colonne ottagonali italo-gotiehe, con sopra le arcale tntt ali nigiro un ballatoio o galleria, ìli luogo del cornicione, sopra mensole in pielra. Il pavimento contiene ora 270 lapidi sepolcrali, molle delle quali fra le antiche, già in rilievo, sono ora consumate dal passarvi sopra e quasi levigate con solo una traccia delle linee più incavale. La maggior parte sono di mattili bianchi o colorali, alcune di bronzo : molte delle ben conservate hanno interesse storico e artistico.
   La chiesa fu riorganizzata da Cosimo I e dal Vasari nel 1500, vandalicamente cancellando le pitture giottesche che coprivano le pareti per