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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   120 l'arte Terza — Italia Centrale
   ritratti di Giovanni Tomaòuoni e di sua moglie inginocchiati in adorazione. Non meno di 21 sono i ritratti dei Tornabuoni e dei loro aderenti in codesti freschi i quali furono ultimati 4 anni prima della morte del Ghirlandaio e. lo mostrano in tutta la pienezza della sua maestria. Essi furono la scuola dei pittori dell'apice dell'arte, come (nielli del Masaccio nella Cappella lìraneaeci e Andrea del Sarto, soprattutto molto vi apprese, del pari clic Michelangelo e Raffaello, Sebbene le composizioni diano nel freddo, a cagione forse del gran numero dei ritratti, tuttavia ti complesso è cosi pregievolc da compensare ad usura questo tenue difetto; il disegno è elegantissimamente corretto, le teste, di una verità e di una bellezza insuperabili, ti panneggiamento assestato con pieghe naturalissime e condotto in modo irreprensibile; le prospettive, ben adoperate e matematicamente esatte. Il perchè codesti freschi del Ghirlandaio, dai punto ili vista della scelta imitazione del \ ero, voglionsi considerare come i più belli del secolo X\
   Le spalliere stupendamente intagliate dei sedili del coro coi rabeschi più graziosi del Rinascimento sono in parte uno dei primi lavori di Baccio d'Agnolo nel 1490: il resto fu rinnovato su disegno del Vasari.
   Dietro l'altare maggiore, tavola sepolcrale in bronzo di Lionardo Dati (morto nel 1421), del Ghibcrti, stupendamente modellata e fusa, ma consumata dal passarvi sopra quando era nella navata di mezzo.
   4. Cappella de' Condì, o del Crocefisso, È la prima a sinistra del Coro, costruita da Giuliano da bangallo : contiene il celebre Crocefisso in legno scolpito dal Rrunelleschi, diccsi, per rivalità col Donatello quando lo riniprocciù per 1 ineleganza del suo in S. Croce. Narra il Vasari rhe quando vide quest'opera del suo rivale, Donatello rimase cosi sorpreso della sua eccellenza clic alzò istintivamente le braccia e lasciò andar giù il grembiale con le uova ed il cacio pel suo desinare, esclamando : « A te fu dato scolpir figure del Cristo, a me di contadini ». Vuoisi qui osservare che il Cristo di Donatello è rigido e senza espressione.
   5. Cappella de' Caddi, celebre costruzione in pietra serena, ma nel gusto del già degenere Rinascimento di Giovanni Antonio Dosio, con la Risurrezione della figliuola di Gioivi, uno dei migliori dipinti di Angelo Bronzino e con freschi nella vòlta (lei suo nipote Alessandro Allori (151)2), A destra e a sinistra due rilievi : Purificazione e Sposalizio di Maria Vergine, di Giovanni dell'Opera. I disegni dei duo monumenti in marino africano e della mensa dell'altare voglionsi di Michelangelo.
   6. Seconda Cappella Strozzi, in fine alla navata trasversale sinistra, a cui si accede per una scala, va celebrata pei freschi a cui collaborò
   Andrea di Pinne soprannominato l'Orcagna, ma opera principale di Nardo suo fratello. A questo si attribuiva comunemente, secondo lasciò detto Ghibcrti, 1 Inferno, ed a quello il Giudizio universale e il Paradiso,
   L'Inferno, col nome dei peccati e dei peccatori in maiuscole gotiche, fu intieramente ridipinto. L questa una cosa ben diversa dall'Inferno del Camposanto di Pisa; qui si trova tutta la topografia dell'inferno dantesco, per quanto almeno la superficie ili cui si disponeva il pittore glielo permetteva. Per tal modo non vi fu luogo nel campo del dipinto per gli ipocriti; ma il nome è scritto all'estremità e mostra l'intenzione del pittore di collocarveli se non gli fosse venuto manco lo spazio.
   Del rimanente nulla è nascosto e dissimulato di quel che v'ha di più crudo, e alle volte di più grossolano, nella pittura di certi supplizi!.
   Quel che v'ha di più strano là, in una cappella, si è che il pennello del pittore non si è peritato a riprodurre quell'alleanza bizzarra del dogma cristiano con le favole pagane, che si era permesso il genio audace di Dante e che sorprende di più quando la si vede che quando si legge.
   Per tal modo i Centauri inseguono sulle pareti di Santa Maria Novella come nella Divina Commedia i violenti e li crivellano di treccie; le Arpie, ricordi profani iéT&Heide di Virgilio, ove son più al loro posto che nell'epopea cattolica, veggonsi appollaiate sui tristi rami donde gracchiano lugiibremeiite ; e le Furie, finalmente non mancano.
   In faccia M Inferno, l'Orgagna rappresentò la gloria del Paradiso, I cercini celesti di Dante non si prestavano alla pittura con le bolgie infernali. L'Orgagna non ha perciò tenuto qui dietro con la medesima fedeltà alla fantasia del poeta.
   Quanto al Giudizio universale ne basti il dire ch'esso 6 la satira del medio-evo; le figure a sinistra (i dannati) sono quelle dei personaggi più onorati nel mondo, vescovi, abati, monaci, monache, nobili, cavalieri, dame, signore, e, frammiste ad esse, demoini grotteschi fra cui uno clic strappa dalla fossa un cadavere, ricalcitrante.
   Nella vòlta gli stemmi degli Strozzi coi simboli evangelici, le virtù e ritratti di Domenicani ; e nei vetri colorati della finestra San Tommaso col modello della chiesa e di bel nuovo gli stemmi degli Strozzi.
   Anche il dipinto sopra l'altare è dell'Orgagna e rappresenta il Salvatore nel centro con la l ergine clic gli presenta San Tommaso d'Aquino il quale riceve un libro da lui e San Pietro le chiavi, coi santi Michele, Caterina, Giovanni, Lorenzo e Paolo.
   Nella predella, tre storie: un Monaco che celebra, Cristo che salva S. Pietro sul mare, il Ite Enrico di Baviera morto e un Angelo che pesca la sua annua — il tutto dipinto con delicatezza.