Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Firenze', Gustavo Strafforello

   

Pagina (124/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (124/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   l(l()
   Parte Terza — Italia Centrale
   quella lesla ili nonni calvo che guarda a destra, e del suo padi'iguo Rarloluccm Gluhcrli Nello stesso fregio si legge la scritta Laurentii Gionis de Gliibertìs mira arie fabrieatm».
   Ghiherli e, i suoi coadiutori i libero per le due. perle Insomma rilevante a ipie' tempi, dì 30,798 fiorini.
   Gruppi di statue, in bronzo anch'esse, e tutte pregievoli, adornano i frontespizi delle tre, porte: sulla porla sud ammirasi la lkcolkizione di San Giovanni Ballista, di Vincenzo Danti (1571); sulla pftria est il Hattesnno nel Giordano, di Vndrea Sansovino, cominciato nel 1500 e finito ila Vincenzo Danti; e sulla porta nord il Precursore che. predica davanti un saddueeo e un fariseo, di Francesco Rustici (1511), opere disegnale, secondo il Vasari, da Lionardo da Vinci.
   L'Angelo nel gruppo sopra la porta est fu aggiunto dallo Spinazzi nel 1GG0, ed è falso cosi nell'atteggiamento come nei gesti .
   Le due stupende colonne di porfido rosso ai due lali della porta, dono dei risani ai Fiorentini nel 1117 perché li avevino guardati dai Lucchesi
   mentre essi facevano la spedizione contro i Mori delle isole Ha Icari son ora cinte e rilegale da spranghe di ferro ; giacché in una granile inondazione del .Maglione nel 1424 l'acqua scalzò le colonne die, cadendo, s'infransero. E da sapere che il buglione, il mi corso fu devialo a ovest metteva aulicamente foce nell'Arno molto più vicino alla città.
   Dirimpetto alla porla nord è 1 antico ingresso all' Opera di San Giovanni con nella lunetta una statuetta del Battista faneinllo, di Miche.lozzo.
   Santa liana Vorclla (fig. 30). — La chiesa di S. Maria Novella, nella suddescritta piazza omonima, della da Michelangelo La Sposa, incominciata •— come da nota qui solto (1) — dai due conversi domenicani Fra Risieri e Fra Sislo, ebbe compiuta, nel 1307, la parte orientaleda Fral'or gliese e da Albertino Sfossanti Fra Giovanni lìracclielti da Campi compi, nel 1349, l'inlerno e .Iacopo Talenti diNipozzano la tei minò nel 1357. L'antico Chiostro Verde, che descriveremo più qua, nel lato sud della chiesa, fu rifatto nel 1320; Talenti vi edificò il Cappellone degli Spaglinoli,
   (1) Sull'origine ili questa magnifica chiesa cosi discorre Gaetano Milanesi nei commenti alle Vite ilei Vasari :
   « Fra Sisto e Fra Piistoro, conversi domenicani, il primo nate in Firenze, il secondo netta terra di Campi, furono gli architetti che diedero il disegno di Santa Maria Novella. Si credono nati tra il 122.) e il 1230. Da chi apprendessero l'arte s'ignora, ma errarono grandemente coloro che li credettero discepoli e imitatori di Arnolfo, essendo di età troppo maggiore di lui. Intorno il 1260 dalla Repubblica Fiorentina erano invitati a dar compimento al palazzo dei Priori: non già il palazzo Vecchio innalzato da Arnolfo molti anni dopo, ma quello del Podestà, al presente detto il Bargello; ivi ergevano alcune vòlte forse anco un atrio o un cortile (magnai tcstuàines). La piena dell'Arno del 1° ottobre 1209 avendo alterate le pile del ponte alla Carraia erette nel 1218 da Iacopo Tedesco (se il vero narra il Vasari)furono dalla Repubblica fatte riedificare dai due religiosi architetti. Alcuni attribuiscono a questi medesimi artefici il ponte Santa Trinità che era rovinato in quella slessa piena : ma di ciò non si hanno prove sufficienti come non si hanno per asserire che dai medesimi fosse architettata la piccola chiesa di San Remigio della stessa città di Firenze.
   « Aveva donato il padre Aldobrandino Cavalcanti ragguardevoli somme per la nuova chiesa di Santa Maria Novella, ma essendo egli morto pochi giorni innanzi di porre la prima pietra, ne fece le veci il cardinale legato latino Malabranea degli Orsini, domenicano, nel tempo stesso che riamicava in Firenze le due fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini addì 18 ottobre 1270, ponendosi con ogni alacrità mano ai lavori.
   « Non erano se non pochi mesi che Fra Sisto e Fra Ristoro dirigevano la fabbrica di Santa Maria Novella quando il pontefice Nicolò III li invitava a Roma ad operare nel Vaticano, ove fecero un atrio o cortile che sia. Con tutta ragione si crede che architettassero eziandio in Roma la magnifica chiesa di Santa Maria sopra Minerva e ne dirigessero i lavori; conciliandosi a meraviglia i tempi di quella fabbrica, la dimora ili Roma di quei religiosi, nonché la somiglianza dello stile fra le due chiese della Novella in Firenze e della Minerva in Roma. Fra Ristoro, dopo breve tempo avendo fatto ritorno in Firenze, vi morti nel 128S. Fra Sisto, rimasto in Roma, vi chiuse i suoi giorni in marzo del 1289.
   « Alcuni architetti domenicani di minor grido seguitarono la fabbrica di Santa Maria Novella per alcuni anni finché ne presero la direzione due altri valenti artefici toscani, religiosi dello stesso convento. Son questi Fra Giovanni da Campi e Fra Iacopo Talenti ; il primo nato intorno al 1280, il secondo non pochi anni dopo; aveva sortito i natali nel castello di Nipozzano della diocesi di Fiesole. Sembra che il primo prendesse a dirigere la fabbrica di Santa Maria Novella nel 1319 e che a lui debba attribuirsi il campanile della medesima ».