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Parte Terza — Italia Centrale
.inni, finché si ricompri') o visse presso Cosimo de' Medici in Firenze, ove morì nel 141'.). Il imnminento gli fu rizzalo con Ir molle, ricchezze che lasciò.
I,a figura iu bronzo doralo del Cosso, fatta da Donatello, giace prostesa sur un fello funerario; delle Ire figure F&k, Speranza e Carità, le dite ultime, sono di Donatello e la prima di
,Mi( heloz/o.
Fig. 1E
Firenze (Battistero): Fregio della l'orla Gioberti (da fotografia di Buoni).
Papa Martino V, elei io in luogo del Cossa, mal pago dell'iscrizione, chiese alla Signoria che alle parole quondam papa fosse surrogato cai diti aio ; ma la Signoria gli rispose: Quod scripsi seripsi (Quel che, ho scritto ho scritto).
All'altare, fra la porla principale e la sinistra laterale, statua in legno della Maddalena, coperta tutta di lunghissimi capegli ricascanti, del Donatello, studio naturalistico di un corpo consolilo
dall'astinenza e dalla penitenza, Le staine dell'aliar maggiore sono opere barocche e sdolcinate di Tieeiali. 1732).
Poltri: in imoN'/.o. •—Sono l'orna inculo principale del Battistero.
Della porla a sud, la più antica, dirimpetto al Bigallo, diede il modello in cera Andrea Pisano nel 1330 (fig. 20); la fondila fu eseguila nel 1332 da un maestro veneziano di nome fÀonardo del quondam Avnnzo, coadiuvalo da due, orali. Nel Lilifi fu collocala verso il Duomo.
I suggelli dei quattordici riquadri sono sei scene di Ila Storia del Hattktn e io olio virtù cristiane. 1 ricchi ornali dei piodrilli furon condotti da Vittorio Gioberti dal 1452 al 1402, (pianilo la porta venne trasferita al luogo attuale per far posto a quella di Lorenzo Chiberli, padre di Vittorio.
Narra Simone della Tasca, cronista contempo-ranco: « 'Putta Firenze trasse ad ammirar la porla e la Signoria, n<.n a non uscir di palazzo che nelle grandi solennità o nelle occasioni importarli, andò con gli inviali dalla Corona di Sicilia e conferi ad Andrea la cittadinanza ».
K n'era ben degno. Anche oggidì ammirasi in quel lavoro s cut (tiretto, semplicità, purità di disegno e grande eleganza di panneggiamento, accoppiate ad una perfezione tecnica che nello siile ogivale ilaliano non fu inai sorpassata e ha tulle le iptalilà classiche del bassorilievo.
Per la seconda porta ili bronzo — la porta a nord-^«l'.L/e dei 1 leccanti, che aveva in guardia ossia in fabbriceria Vapera ili S. Giovanni, apri ima gara a cui concorsero sei artefici, fra i quali Jacopo della Quercia e il liiunelleseo. fissi dovevano effigiare in rilievo il sacrifizio di Àbramo in un campo simile a quello della prima porta di Andrea Pisano.
II giudizio di trenlaqualtro dei più esperti pittili, scultori ed orafi, pendeva incerto fra i modelli di Binine]leseli! e di Ghiberli, ma quasi spimi,incarnente riconobbe la superiorità del giovane competitore e si ritirò, Lorenzo Ghiberti diede principio nel 1403 alla porla che fu compilila nel 1 !2i (fig. 27). Nella scritta l'opera è attillala a Lorenzo e al padre suo Bartolo di Mi chele e fra i ventiline aiuti, o collaboratori, son nominali Donatello e Michehizzo. La prima fusione non rinsri, nella seconda Ghiberti fuse da solo ogni parie.
In dodici campi e rappresentata la Storia di Cristo e in otto campi gli Evangelisti e i Padri della Chiesa ialina; gli angoli dei campi sono occupali da teste di profeti e ili sibille e l'intiera porla è circondata da un fregio in fogliame lavoralo con finitezza (fig, 28).
Ghiberti diede in quest'opera maggior risalto agli elementi pittorici nel rilievo e nel trattamento tecnico s'innalzò ad un'altezza non raggiunte per anche, mentre conservò ancor nello stile alquanto dell'ogivale: quindi codesti rilievi rimangono