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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   1250 die stabili la democrazia fu ingiunto die tutte quelle torri fossero ridotte all'altezza di 20 metri soltanto, ingiunzione rigorosamente eseguita; e codeste torri mozzate m tal modo furono poi demolite ed incorporate in altri editizi.
   A Bologna e a San Gimipnno veggonsi torri consimili nel loro stato primitivo, ed altre molto alterate in molte città dell'alta e inedia Italia. \ Firenzi! podio ancora ne sussistono; la meglio preservata è la torre dei dirotti)»!, all'angolo della strada presso la chiesa ili Santo Stefano, incorporata al presente nel palazzo Pmrtoloiiunei r ristaurata al principio di questo secolo in omaggio alla tradizione die ivi fosse miticamente la casa natale ili San /anobi. tino dei primi vescovi e dei patroni ili 1 ireiize.
   Alla fine del XIII secolo nuovi sobborghi si erano tanto estesi e popolati che bisognò provvedere alla loro difesa col terzo cerchio prima «li fossati, poi di mura che rimasero fino al 1SG0, anno in cui si riconobbe la necessità di atterrarle e Spianarle.
   Intrapreso nel 12S1- il lavoro condotto con zelo (i testamenti clic non contenevano legali per le mura erano nulli) non fu compiuto die alla line del secolo XIV: era un pentagono col peiimet.ro di 8540 metri, fortificato da 80 grosse torri e. da fossati esterni ridestiti di pietrame, con 12 pòrte turrite e rispettive avamporto e ì porticcinole. Delle otto die rimangono (murate o distrutte le altre in diversi tempi) diremo più innanzi.
   TRASFORMAZIONE DI FIRENZE
   Premettiamo i seguenti cenili generici sull'odierna Firenze, desunti dall'ottima od accurata (ìiude-Soitroiìr de Florence, compilata recentemente dal dott. fi. M.wtcorn, coadiuvato da parecchi eruditi fiorentini, e della quale assai ci gioveremo nella descrizione della città e dintorni.
   Nò gli eventi strepitosi del 181-8 nò quelli del 1S39 ebbero conseguenze importanti per lo stato e per la fisionomia di Firenze; ma ben altro avvenne dopo il J8IS5. quando la città divenne capitale provvisoria del nuovo regno d'Italia — la tappa sulla via a Poma, come die,evasi popolai niente.
   Se non clic si credeva ad un provvisorio assai ]tilt lungo e d'altra parta bisognava pare acconciarsi alle esigenze della residenza regia, parlamentare, amministrativa di un grande Stato ed all'incremento della popolazione che affluiva ila tutte le parti al centro degli all'ari pubblici e privati,
   Il sindaco, Ubahlino l'enizzi, morto non ha gran tempo, si addossò, con la coopcrazione del Governo, la trasformazione della città e la diresse: ei seppe condurre a termine molte grandi e belle cose, e l'opera riuscì, nel tutt'insieiiie, proporzionata e felice.
   Fu demolita la cinta min ata sulla sponda destra dell'Arno, lasciando ritte le Porte che avevano carattere storico ed artistico particolare e la si surrogò con viali (boule-runls): sui colli della sponda sinistra si creò il magnifico viale dei Colli; molto si fabbricò dentro e fuori, i nuovi quartieri soprattutto, nel triangolo dal lungarno a via del Prato, quelli del Maglio fra via Cavour e via S. Sebastiano, quelli della Mattomiia, con piazza d'Azeglio per centro; pel servizio civile e militare furono adattati parecchi conventi soppressi e secolarizzati per legge ; fu regolato il eorso dei torrenti Mugnoiie ed Affrico; fu rizzata con granile dispendio una cinta daziaria estesissima; furono costruiti ì mercati e furono ampliati per ultimo i ponti alla Carraia e alle Grazie.
   L'occupazione di Roma e il trasporto definitivo della capitale nel 1S71 nocquero assai, non ha dubbio, alla prosperità di Firenze; mentre la questione delle indennità alla città da parte dello Stato rimaneva in sospeso, lo slancio dei lavori arrestavasi e v'ebbero anni di crisi; ma nel 1878 fu composta la vertenza e mercè serie economie introdotte nell'amministrazione municipale (quella fra le altre della riduzione della cinta daziaria ad mi circuito meno dispendioso) e gli accorili coi creditori del Comune, Firenze potè rimettersi in condizioni normali; la fabbricazione ripigliò lena in proporzione all'aumento naturale degli abitanti da parecchi anni il bilancio della città