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Parte Terza — Italia Centrale
vari rivi, bagna la terra di Palazzuolo, ne esce sotto la Pieve di Misileo per attraversare le provincie di Ravenna e di Ferrara dirigendosi fra Rugo e Bagnacavallo al Po di Eri maro. Il suo corso nella provìncia di Firenze è di 10 chilometri appena.
11 1 aìmone sorge uell'Apcnnino centrale toscano dal giogo o colla di Casaglia in due rami che poi si congiungono, bagna Slarradi, esce dalla provincia di Firenze dopo averla percorsa per 25 chilometri, entra in quella di Ravenna e vuotasi nell'Adriatico nella spiaggia sopra Ravenna.
11 Tramazzo, detto anche Tredozio, dal Comune che bagna e dalla valle che percorre (nel circondario di Rocca San Casciano, mandamento di Modigliana), scaturisce sulle spalle deH'Apennino presso San Benedetto in Alpe e scende dalle balze precipiti che sorgono fra la valle del Montone a est e la valle Acereta a ovest. A Modigliaua si congiunge ali 'Acereta: insieme formano il Marzcuo, affluente della Samoggia in provincia di Bologna. Il corso del Trauiazzo nella provincia fiorentina è di soli 20 chilometri.
Il Montone che nasce nell'alpe di San Benedetto, passa da Rocca San Casciano e Forlì, gettandosi ili mare sulla spiaggia di Ravenna.
11 Tevere ha origine da due fonti nella parte ovest dell'Apennino là dove separa la Toscana dalla Romagna e precisamente alle falde del monte Aquilone nel luogo detto Le lìalze. Dopo un corso di 10 chilometri nella provincia di Firenze, entra in quella di Arezzo, indi in quella ili Perugia, e per ultimo in quella di Roma, di cui segna quasi, per lungo tratto, il confine da nord a sud, e che percorre in tutta la sua lunghezza per caricarsi poi nel Tirreno, come abbiamo visto nella descrizione del Lazio.
Laghi. — Nella provincia di Firenze sono anche alcuni laghetti, vale a dire il lago Nero di ni. 1322 di superficie e il lago Scaffaiolo sul dorso (IcH'Apennino, o montagna di Pistoja, comune di Cutigliano; il lago di Ribolla, in Val di Nievole.
Prodotti. — Il territorio della provincia di Firenze è uno dei più fertili e meglio coltivati d'Italia. E intersecato da molti canali d'irrigazione e da strade in ogni senso; la sua popolazione agglomerata è sobria, intelligente e laboriosa.
I prodotti principali son quelli che abbiamo già annoverati trattando della Toscana in generale, vale a dire: olio, vino, frumento, granturco, cereali, frutta, castagne-, canapa, lino, foglia di gelso, ecc.
La pastorizia forma una delle occupazioni principali nelle montagne. La coltivazione dei boschi, ristretta agii alti gioghi alpestri ha un'estensione di 1157 chilometri quadrati. Le essenze predominanti sono : la quercia, il castagno, il faggio, l'abete e il pino.
Industria. — Se Firenze non è più, come in addietro, una delle principali città manifatturiere e commerciali d'Europa (segnatamente per l'arte della lana e della seta e per gli affari di banca) non è però al dì d'oggi insieme colla sua provincia una delle meno industri del regno. Gli oggetti principali della sua industria sono sempre i tessuti di lana e di seta, la treccia e i cappelli di paglia, i fiori artificiali, le porcellane e le maioliche (fra cui le rinomatissime a Doccia del marchese Ginori;, i coltelli e ferri taglienti, le lime, i musaici, i cuoiami, 1 incisione in pietre dure, i bronzi, le orerie, le terreeotte, le scolture in legno ed in marma, le tarsie, i dipinti, i sciroppi, le conserve, i confetti, i canditi, i rosolii, i prodotti farmaceutici, ì libri, ecc.
Minerali. — La provincia non conta vere miniere metallifere di qualche importanza. Sono invece molto rilevanti le cave del marmo verde scuro
Acque minerali. — Abbondano nella provincia le sorgenti d'acque minerali. Presso la continenza del rivo Vialla col Santerno e poco lungi a sud di Firenzuola spiccia, in tenue quantità, un'acqua minerale fredda, leggermente acidula e potabile.
Presso Pietramala, ove è la cosidetta Acguubiiia, raccogliesì un'altra acqua minerale in una cavità naturale alla base settentrionale del monte Beni, nel detrito di un terreno