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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Toscana
   77
   La silvicoltura presente della Toscana si può dividere in boschi d'alto fusto e boschi cedui.
   I primi si possono suddividere in boschi por la produzione di legname, in boschi ghiandiferi e in castagneti da frutto. Eccetto i boschi demaniali inalienabili di Vallom-brosa, di Caimddoli e di Boscohnujo sono scarsissimi i boschi di aboti, l'iti estesi ì boschi di pino domestico (Ptnm pmea) che si stendono lungo la costa da Livorno ad oltre Viareggio (piiute del Tombolo, di San h'ossore, di Migliarino, di Viareggio, ecc.).
   Assai frequenti, ma di piccola ostensione in generale, sono i boschi ghiandiferi elio si trovano sparsi nella regione tra ns« pe mimica, nella zona delle collinee piti particolarmente sulla .Montagnola di Siena, sui poggi del Casentino, di vai di Chiana, del Mugello e del Chianti.
   Assai pi Ci importanti ed estesi sono i castagneti da frutto che rivestono tuttora una gran parte del dei livio meridionale dell' Vpemiino e tanti altri luoghi della Toscana. 11 castagno, in tutto il territorio ove predomina, somministra l'alimento principale alla classe lavoratrice e procaccia un utile discreto al possidente si che lo si conserva e custodisce con ima certa sollecitudine.
   Una certa quantità di castagno, di marroni in {specie, si vende e si consuma mentre sono freschi, ma la maggior parte si macinano dopo essere stati disseccati nei cosidetti melali o seccatoi ; la farina viene ridotta in polenta od in necci.
   2. Ulivi e Olii. — L'ulivo è, come nella Liguria occidentale, una fra le ricchezze agrarie principali della Toscana. Ve n ha di più specie coltivate quasi esclusivamente nella zona delle colline. Una gran parte delle colline lucchesi è ulivata ; e ricchissime uhvete — dette con vocabolo speciale, chiudende — vestono il monto l'isano e i colli di vai di Chiana. Nel rimanente della Toscana, meno fioche eccezioni, gli ulivi sono disposti in filari fra ì seminati.
   (ìli olii toscani di Lucca, di Calci, di liuti sono stimati i primi olii del mondo. dice lina relaziono ministeriale agraria, e dice il vero; tanto vero che questa sentenza fu confermata dal verdetto dei giurati all'Esposizione universale di Parigi del 1878.
   — Da vent anni in qua, dice il De Cesare, la Toscana non produce più olio da macchine e da ardere. — È quindi naturale che, mirando unicamente ad estrarle dalle olive olio commestibile, si procuri averlo perfetto al possibile.
   Son mancano purtroppo le eccezioni riprovévoli e in alcuni luoghi, ad esempio, si lasciano fermentare le ulive prima di frangerle (il che dà all'olio un sapore cocente) ov vero si ricorre nell'estrazione dell'olio al sussidio dell'acqua calda ; ma in complesso sono buoni e razionali i metodi dell'oleificio. Il quale trovasi presentemente in Toscana in condizioni anzichenò favorevoli e in via di progresso. Nel 1887 la produzione dell'olio d'ulivo in Toscana ascese ad 89,118 ettolitri.
   3. Viti f. Viso. — Più diffusa assai di quella dell'ulivo — per la ragione che assai più di questo sopporta rigidezza di clima e varietà di terreno — è la coltivazione della vite.
   Si può dire che, eccetto nella zona dei monti, la vite sia coltivata in tutta la Toscana e a buon diritto dacché, come sogliono dire proverbialmente proprietàrii e contadini, fendono più i barili delle sacra.
   Le colline del Chianti che danno il nome ai vini toscani di prima classe, il distretto intorno l'ontassieve al confluente della Sieve nell'Arno, e il distretto alle pendici orientali del monte Albano — sono le regioni più note per la qualità superiore del vino. La richiesta crescente o^ni dì più di codesti vini nel rimanente d'Italia e all'estero ha spinto i produttori toscani a modificare i loro antichi metodi imperfetti tanto nella coltivazione della vite quanto nella fabbricazione del vino.
   Ma già nel secolo X VII si prendeva in considerazione il modo di fave il vino alla franzese: e il Chianti nella prima metà del secolo XVIII — acquistò, dice il Goram