l(l() Parte Terza — Italia Centrale
giacimento di monte Massi e Tatti fu calcolato per esplorazione della contenenza di 15 milioni di tonnellate di lignite; quello di San Giovanni di 20 milioni di tonnellate.
I colli di Firenze, i bagni di San Giuliano presso Pisa e i territori! della Marcia-nella di Burrone e di Limone presso Livorno, danno buoni cementi per costruzione ed una specie di pozzolana la Maremma. In quel di Pisa, di Firenze, di Volterra, tro-vansi buone pietre per cementi idraulici ed i migliori gessi a Caiuporbiano, presso Volterra, e a Modiglinna.
Gli alabastri di Volterra vanno rinomati in tutte le parti del mondo e ne terremo parola a suo luogo com'anco de' banchi estesi di argille salifere.
Proprio della Toscana è il borace clic si adopera con molto vantaggio nella fabbricazione delle stoviglie, delle maioliche e delle vetrerie vuoi come fondente, vuoi come vernice, ed ha molti altri impieghi industriali, farmaceutici e chimici.
Nelle parti montuose della Maremma fra Poinarance e Massa v'ha dei terreni vulcanici dove si sprigionano da screpolature impercettibili impetuosi getti «li vapore noti col nome di lagoni e meglio di soffioni. Nel 1770 e negli anni successivi l'IIoefer e il Mascagni vi scoprirono e studiarono la presenza dellW«/« borico: si cominciò a tentarne l'estrazione dopo il 1810: nel 1818 l'impresa fu assunta da una Società francese di cui era direttore Francesco Larderei; e si impiantò solidamente l'estrazione dell'acido borico e la fabbricazione del borace dai soffioni di Montecerboli. Nel 1827 il Larderei diede un grande impulso all'industria, applicando — secondo il suggerimento del suddetto naturalista Paolo Mascagni il vapore stesso dei soffioni, a promuovere l'evaporazione delle soluzioni d'acido borico, cavandone prima, per mezzo dei cosidetti lagoni coperti, l'acido stesso che il vapore reca con sé. I guadagni considerevolissimi svilupparono sempre più la produzione; molti altri soffioni furono e sono sfruttati con largo profitto: gli impianti più completi ora sono quelli di Montecerboli, di Massa e di Travale.
Venendo ora alle acque minerali, grandissima è l'abbondanza e la varietà di esse in Toscana. Basti il dire che se ne contano più di 230 specie. Recheremo qui soltanto il nome delle principali rinviando per i particolari il lettore al luogo rispettivo.
A Montecatini e nelle adiacenze i famosi bagni con le acque salutari del Tettuccio, del Rinfresco, della Torretta, del Villino, delle Tamerigi, ecc. e le celebri grotte sudorifere di Monsummano — alle falde dei monti che stendousi da San Casciano a Montepulciano sono i bagni di San Casciano, quelli di Cliiaiiciano, detti anche di Sant'Agnese e di Sellena e l'Acqua santa acidula — in una vallicella della Romagna toscana l'acqua di Santa Maria in Bagno, detta anche le terme di Sant'Agnese — poco discosto da San Quirico d'Orda, in quel di Siena, i bagni e l'acqua acidula ferruginosa di Viguone — alle falde della pendice est del Montalceto nel Senese i bagni di Montalceto — fra i castelli di Rapoìano e di Annajuolo, sempre nel Senese, i bagni di Rapolano, l'acqua di Santa Maria alle Nevi, i bagni d'Armajuolo — alle falde del monte Zoccolino, appendice del monte Ainiata, i bagni di San Filippo e l'acqua santa di San Filippo — presso Livorno i bagni solfurei della Puzzolente, l'acqua di Collinaja e quella di valle Corsa — in vai di Possera, nel Volterrano, l'acqua sulfurea dei bagni a Morba e l'acqua della Perla — appiè delle colline di Lari, nella provincia di Pisa, i bagni a Acqui e di Casciana — nella pendice pisana del monte, che separa Pisa da Lucca, i celeberrimi bagni di San Giuliano — i non meno celebri bagni di Lucca nella montagna lucchese presso il confluente della Lima nel Serchio — l'acqua di Castrocaro nella valle del Montone - l'acqua di Cinciano fra Barberino di vai d'Elsa e Poggibonsi — l'acqua ferruginosa di Rio di Chitignano in Casentino — l'acqua di Rio d'Elba nell'isola d'Elba, ecc.