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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Toscana
   73
   Nella regione di l'ietrasanta, i luoghi Argentiera e Gallona ricordano le antiche miniere di galena argentifera ed è ancora produttivo il filone del Bottino. Vedonsi là, nel canal di Rosina e in vai di Castello, gli avanzi di miniere d'argento ricordate in documenti del 1203 c del 1318 ma certo abbandonate al principio del secolo XVI. Cosimo I, Francesco I e Ferdinando I ne fecero riscavare alcune da minatori tedeschi, tinche un decreto del 18 settembre 1592 di Ferdinando I, ne ordinò la chiusura. Nel 1S33 furono ripigliate da una Società per azioni per ricavar poco argento con molle-spese, come dice, il Repetti.
   Quanto sieno bene spesso esagerate ed ingannevoli le aspettative fondate sulle miniere fu chiarito del resto nel 1840 quando si pretese che a Le vigliai», poco lungi da Gallona, si fossero scoperte «liniere di mercurio più produttive di quelle di Alumdeii in Ispagna. Invece il mercurio si trova e si estrae in quantità annualmente crescente dagli importanti giacimenti cinabriferi del monte Annata.
   Fra l'Arno e la Cecina, a Montecatini, sul pendìo occidentale del Poggio alle Croci, giaciono le più ricche miniere di rame della Toscana, le quali, lasciando da parte il lavoro più antico, furono coltivate nei tempi moderni dapprima nel 1827 da Luigi Porte e dagli inglesi Sloanc e Ilall nel 1837-10, poi da altra Ditta od ora da Serpieri e soci. Un'altra Società andò in cerca di rame a monte Vaso, nella Montagnola di Siena, ove trovasi anche solfato di piombo.
   È antichissima in Toscana l'cscavazione e la lavorazione del rame col quale gli Etruschi fabbricavano armi, monete e altri oggetti ricercati anche dai Greci. La distrutta Populonia ed Arezzo erano allora i centri principali di codesta industria e nell'evo medio il rame greggio di Massa era il più noto in commercio. La suddetta miniera principale di rame a Montecatini produce calcarina, erubenite e calcopirite. Il minerale, dopo aver subito un arricchimento nella laveria annessa alla miniera, contiene dal 35 al G5 per 100 di ramo.
   Nelle montagne di Volterra, di C'ampiglia e di Massa sono frequenti le vestigia di antiche miniere. Campiglia Marittima ha ferro, rame, antimonio e zinco. Presso Mon-tioni si trovano poderosi giacimenti di allumile; e sul pendìo orientale del colle di Montioni Vecchio, verso la Pecora, il Governo fece aprire, nel 1803, miniere che diedero largo guadagno sino all'invenzione dell'allume artificiale.
   Celebre fin dal IX secolo è l'Argentiera di Montieri (motis Aeris) chi era ancora in esercizio nel 1252. Fu ripigliata con perdita nel 1831 e quindi abbandonata da una Società per azioni che vi andò in cerca di galena argentifera e di rame solforato.
   V Boccheggiano, poco distante, scavasi ora con gran profitto un grosso filone cuprifero della lunghezza di circa 4 chilometri.
   Fra Massa e il laghetto dell'Accesa trovatisi piombo, argento, rame, zinco e ferro. Là sono più frequenti le vestigia di antiche miniere, le più antiche a poggio alle Velette, a sud-est di Massa, e le più numerose sul giogo che va da Scabbiano a poggio Binilo dotto la Serra dei Bottini. Sei nuove miniere furono aperte modernamente alle Capanne Vecchio sul botro di vai Pozzoja, alla mandria del Lombardo, a Scabbiano, a V'alcastrucci, ecc. Un'altra miniera di ramo fu aperta nel 1834 da una Società por azioni a Rocca Tederighi a sud-est di Montieri, ma le spese superarono di gran lunga il ricavo ed oggi è abbandonata.
   L'argentiera (li Batignano sulle vestigia dell'antica città etnisca di Rosolie diede ancora nel 1147 piombo e argento ad Ugolino di Scolaro.
   I colli di Pereta, propaggini di monte Labbro, fra l'Ombrone e l'Albegna, hanno nel verrucano filoni di minerali di ferro, antimonio solforoso e zolfo. Sonvi anche zolfiere ai bagni di San Filippo nel Senese e a Fonte bagni nel Volterrano.
   La Toscana è assai ricca di lignite, principalmente a monte Massi e Tatti nel Grossetano, a monte Bufoli, a monte Bamboli, a San Giovanni nel Valliamo, ecc. 11
   IO - I h l'nlrin, voi. Iti, parte 2\