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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Toscana 67
   insieme alle patate od allo scarse granaglie, l'alimento giornaliero ad una gran parie degli abitanti, querceti, cerreti a lecceti che rivestivano le pendici meridionali apen-niniclio sottontraroiio d melo, il susino, il noce e sotto di essi il pino, il cipresso, il gelso, l'ulivo e la vite. Difettano nei moliti toscani quelle ricche praterie (die vestono le valli alpine e rendono assai proticua la pastorizia. Le piccole mandrie che vivono nella state dei magri prati sassosi sul dorso e sui fianchi dell'\peniiino Toscano, scendono a svernare nelle Maremme più pingui.
   Fra gli animali domestici da allevamento annoveransi in varie parti montuose i maiali e i branchi numerosi di tacchini. A questi ultimi muovono guerra le volpi e le faine, mentre i castagni sono danneggiati dagli scqjattoli e dai ghiri II lupo è diventato rarissimo: l'orso è all'atto scomparso. In tutta la regione sono ancora diffuse ma diminuiscono le lepri: così i cinghiali e i caprioli nei boschi e marrucheti delle Maremme,
   Fra gli uccelli le specie più rappresentate appartengono ai passeri, ai rapaci diurni e notturni, agli acquatici.
   Ricchissimi di vene metalliche e di marmi sono i grappi montuosi fra il litorale e la catena fra questo e 1 Apenuino e quelli che sporgono ni mare. Sono noti da lungo tempo 1 marini di Carrara, quelli di ( anipiglia, del monte risano, di Caldana, dell'Alberese, della Montagnola di Siena.
   Le principali miniere di ferro italiane si trovano all'isola d'Elba: si calcola elio fino al ISSI- col lavoro di 30 secoli ne siano stati esportati 13 milioni di tonnellate di minerale e che ne rimangano ancora 7. Sono pure ragguardevoli le miniere di rame nella regione maremmana (a Massa, a Campigli ecc.). Ila inoltre la Toscana miniere di piombo, di zinco, d'argento (al fiottino), di mercurio (al monte Annata), di antimonio (uel Senese), di allume nel Volterrano, dove, come nel Grossetano, sono ricchissime le sorgenti di acido borico e di sai borace.
   II. — Valli.
   Nell'uso comune il nome di valle si applica al bacino di qualunque corso d'acqua di una certa importanza: invece la tecnica geografica lo riserva ai bacini dei fiumi che sboccano in mare, chiamando valloni o vallette le valli degli affluenti. Ma noi possiamo flllche qualificare queste come valli secondane o subordinate, quelle come principali.
   Ciò posto, le valli più notevoli della Toscana geografica (ili cui le acque vanno al Tirreno) sì presentano nell'ordine seguente, cominciando dal settentrione:
   1° l'al (li 1 higm, colle tributarie di Vara a destra, di A a Idia a sinistra;
   2° l'ai di Ber eh io, colla tributaria di Lima a sinistra;
   3° Val d'Arno (distinto in superiore e inferiore a Firenze, e anche in casertinese, aretino, fiorentino pisano), colle tributarie di Siene, di Magnolie, di B'mnzio, dell'Ow-hronepistoiese, di M>:ole a destra; (li Chiana, A'Ambra, di Greve con ICtha, di I'em, d'Orme, il'Elsa, d'Era a sinistra;
   É* Val di Cecina ;
   5 Val di Cornili ;
   (i Val d'Ombrane cinese, colle tributarie tMr^t/èfe e della Merse a destra; dell'Omo a sinistra;
   7° Val tVAlbegm;
   S° Val di Fiora.
   Appartengono pure alla Toscana geografica le parti superiori delle valli del Tevere c del suo affluente Paglia.
   F alla Toscana amministrativa, al nord dell'A pennino, le valli superiori adriatiche del Ileno coi suoi affilienti Limetra e Setta; del Sanferno, del Senio, del La man e, del Montone, del Rabbi, del Bidente, del Savio, della Ma vecchia, del Metauro e della Foglia,