l(l() Parte Terza — Italia Centrale
(1019 m.), varco di WMjgello, 0 di Menzano (1517 in.), Prato Magno (1580 in.), monte Cornerà (1208 in.), alpe della Luna o monte Maggiore (1351 111.), monte Carpegna (1407 ni.), alpe, di Catenaia (1400 in.), Ir Ita di SottC lùjhlio (1645 in.), vai di Chiana (250 metri a mozza valle), monte Scalari (7b>8 in.), poggio di Monlìeri (1051 ili.), monte Amiata (1734 ni.) e monte Argentario (035 in.).
E dacché abbiamo citato il monte Annata ripeteremo qui ch'esso è un avanzo cospicuo d'ini vulcano; lo cingono ad ovest e a sud magnifici avanzi di colate colonnari basaltine, formate dal consolidamento delle roccie vulcaniche liquefatte e scorrenti, istantanea-niente raffreddate al contatto delle acque del mare che bagnava anticamente le falde del monte.
Catene parallele, che vanno digradando a ovest, occupano la Toscana ai due lati dell'Arno non lasciando libere che la pianura di Pistoia e Firenze e la pianura costiera da Pisa a Livorno con le sue paludi.
Le diramazioni principali dclPApennino Etrusco son quelle che staccansi da Mon-tepiano e dalla Falterony ; ma il maggior gruppo, che si può chiamare il nodo centrale, si è quello a cui si rannodano le varie ramificazioni dell'Apeiinino Casentinese, sopra l'eremo di Cainaldoli al giogo detto il Bastione.
Fra le scaturigini dell'Arno e del lìidente ergessi il poggio o giogo a Scali, dalla cui cresta l'Ariosto vide ì due mari, e più ad ovest, la Falteroita che spinge i suoi rami ni vul di Sieve, e che, per la Consuniiiia, Vallombrosa e il Prato Magno, s'inoltra sino quasi alle porte di Arezzo.
Al lato opposto, dalla cima del suddetto Bastione, sopra il Timo, staccasi una raggiera di contrafforti diretti a sud per l'Alvernia, l'alpe di Catena.]a e i monti Cortonesi separando le acque del Tevere da quelle dell'Arno e delle Chiane.
Dallo stesso Bastione del Trivio diramansi verso nord il monte Con/ero, e verso greco il monte. Coronaro e il monte delle Balze, s quali di là, per monte Feltro e Valpe della Luna, s'inoltrano verso i monti di Urbino e di Gubbio.
I valichi o passi dell'Apennino Toscano più rinomati e frequentati dagli antichi sono: quello della Cisa, o di Pontrenioli, la quale strada chiama vasi, nel medio-evo, Francesca o litornea (perchè frequentata dai passeggeri alla volta di Francia e dai pellegrini alla volta di Roma) e pare fosse una continuazione dell'antica romana di Emilio Scanio — la strada che da vai di Sieve conduceva pel passo dello Stale (ora della Futa) e Rari-gazzo a Bologna sulle traccie probabilmente della via Cassia — da questa staccavasi l'altro tronco che si dirige, lungo il fiume Lainone, a Faenza. 1 suddetti tre valichi corrispondono ai punti più depressi dell'Apennino Toscano, il quale è attraversato da molti altri passi rotabili e mulattieri che troppo lungo sarebbe enumerare. 11 valico più importante al presente è quello della strada ferrata la quale sale su lungo Reno da Bologna, scende con curve artificiali a Pistoja e prosegue poi per Firenze: sono pure da poco tempo aperti i valichi ferroviari tra Firenze e Faenza, tra Pontreinoli e Panna.
L'aspetto dell'Allunino Toscano è monotono in generale, privo quasi di creste scoscese, di guglie prominenti e di quelle lame profonde che rendono sì pittoresca 1 Alpe Apuana.
Per pochi mesi dell'anno e talvolta solo per pochi giorni dura la neve sui monti toscani principalmente su quelli volti a sud, denudati come furono improvvidamente di quei faggi ti e di quelle abetaie che aininantavanli in addietro difendendo le valli sottostanti dalle disastrose alluvioni. Rimane ancora fra le altre, poche la macchia della Faggiuola, che si stende dalla Falteroua all'eremo di Camaldoli ove ammirasi la vegetazione più rigogliosa che offrir possano i monti toscani.
Nella parte praticabile dell'Apennino più elevato si trovano i migliori pascoli naturali e molte erbe officinali fra i macigni. 11 castagno è l'albero che alligna pili generalmente a mezzacosta delle montagli! e sui contrafforti che scendono nelle valli porge,