Spoleto
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e pose la sede in Ravenna (a. 1588). Tale ordine di cose, clie era in tutto conforme ai costumi germanici, preparavi i popoli alla dominazione dei Longobardi, i quali, allorché 1 esarca giungeva dall'Oriente, già muovevano per calare in Italia >.
Chiamati dunque i Longobardi dal disgustato Narsete a conquistare l'Italia, fu ni prima convenuto che tutto l'esarcato dovesse a lui rimanere, in nome dell'Impero, acciò fosse il suo tradimento coperto da un apparente avanzo d impero in Italia. Quindi i Longobardi, che avevano aiutato Narsete a distruggere il regno dei Goti, capitanati da Alboino, fattisi prima signori della \ enezia, dell'Insulina, della Liguria, si assoggettarono poi la Toscana e l'Umbria, erigendo Spoleto in ducato, cui venne preposto a duca Faroaldo I, nel 570, capitano longobardo, che dal re ne ricevette l'investitura. Questo ducato comprendeva l'Umbria, propriamente detta, la Sabina, il Piceno sino all'escara, i Marrucini, i .Alarsi, i Peligni, 11 ducato dividovasi in
Faroaldo I. prode e potente, dilatò i confini del suo Stato con conquiste fatte sui Greci ed estese il suo dominio su buona parte della Sabina e su varie città umbre. Nel 501 venne a morte Faroaldo, al quale succedette A rialto, milite di ventura e famoso per parecchie imprese. Questi estese, a danno dei Greci, la sua dominazione sul Piceno, nei Peligni, nei Vestirli, ampliando v ieppiù il ducato di Spoleto. Vuoisi che Ariolfo, negli ultimi anni di sua vita, abbracciasse la fede cattolica. Nel 002, dopo la morte di Ariolfo. si disputarono la successione i tigli di Faroaldo 1. dei quali vinse, in battaglia, il primogenito Teodelapio e divenne duca. Credesi che Teodelapio morisse nel 050, altri scrissero nel 053. Successe Atto ne, od Azzone, di cui ninna memoria conservasi e solo si sa che visse sino al 662. Dal re pri irto aldo fu eletto duca Trasmondo o I rasiniondo I, duca di Capua, che resse il Ducato spoletino per circa quarantanni.
Morto nel 703, successegli il tìglio Faroaldo II, rinomato per bontà e per valore. Restaurò l'insigne abbazia di Farfa distrutta dal primo duca, l'arricchì di donazioni e fondò poi quella di Ferentino, di cui a suo luogo ragioneremo. Nel 716 s'impadronì del porto di Classe, presso Ravenna.
Suo figlio Trasmoudo li, impaziente di dominare, si ribellò al padre e, nel 724, lo costrinse, con le armi, a deporre la dignità ducale, ad entrare nel chiericato e prese l'abito monastico nel monastero di San Pietro di Ferentino, ove inori nel 728. Altri credono invece che l'abdicazione di Faroaldo II fosse spontanea. Trasmondo die prova ili devozione alla Chiesa romana e venne presso Roma, ed a ponte Salario fugò l'esercito greco che marciava a danno di Gregorio 11. I Romani, uniti ai Longobardi del Ducato spoletino, difesero il papa contro Leone IH Flsaurico e suoi ministri eretici ed iconoclasti. Ma Leone astutamente pensò di stringere lega col re Liutprando, il quale era dubbioso e non sicuro dei ducili di Benevento e di Spoleto, sia perchè parevangli poco sottomessi, sia perchè aveva 111 animo di collocare in quei ducati 1 proprii nipoti. Trasmondo, vedendosi impotente a resistere contro la lega di Liutprando e di Leone HI, si rimise totalmente al disposto del suo re, nel 7211 gli giurò fedeltà e dette ostaggi, conservando così il ducato. Ma, 0 per ribellione avvenuta, 0 pel ritìnto del duca a guerreggiare il Ducato romano, Liutprando, con poderoso esercito, marciò sii Spoleto per sorprendere Iìasmondo e sostituirgli il proprio nipóte Angebrando od Anspraudo. 11 duca fuggì a Roma, ove fu ben accolto. Ciò irritò Liutprando ed essendogli stata ricusata dai Romani la consegna di Trasinondo, furibondo si portò all'assedio di Roma e spogliò e devastò la basilica di San l'ietro ed occupò Amelia, Orte, l'olimarzo e Bieda, città del Ducato romano ; ìndi tornò a Pavia nell'agosto del 73'J. Intanto nel Ducato spolettilo era succeduto Ilderico, e Trasmoudo, aiutato dalle genti romane e da Godescnlco duca di Benevento, invase il ducato di Spoleto e, nel 740 uccise Ilderico; ma mostrandosi poi Ritirato col papa e coi Roma ni, non restituì, secondo le promesse fatte, le quattro città che erano state occupate dai Longobardi.