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Parte Terza — Italia Centrale
Il paese trovasi a sud di Poggio Mirteto, da cui dista chilometri 2 '/a, all'altezza di 331 metri sul mare. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Michele Arcangelo. Nell'altra di Santa Maria degli Angioli e nell'annesso chiostro ammiransi molti affreschi del Manenti. Il clima è salubre, le acque eccellenti, specialmente quella della fonte detta dei Frati, per essere vicina ad un convento. Il territorio è feracissimo di cereali, vino, olio e pascoli.
Coli, elett. Poggio Mirteto — Dioc. Poggio Mirteto — I'3, T. e Str. ferr. a Poggio Mirteto.
Poggio Catino (1102 ab.). — Cenni storici. Nelle antiche scritture trovasi denominato Sani'Eustachio, potendosi quindi dedurre la derivazione di tal nome dalla nobile famiglia romana, detta di Sant'Eustachio. Nel catasto dell'Archivio farfense trovasi un istromento di vendita di questo castello, fatta da Donnone duca di Spoleto, nel 1067, a favore dell'abate di Farfa. Dopo tornò in potere di Teodoro di Sant'Eustachio. Nel 1308 ne era signore Tebaldo di Sant'Eustachio ed assicurò la dote di sua moglie Margherita Buccamazzi sui castelli di Cantalupo, Catino e Forano e sulle case di sua pertinenza, nella regione di Sant'Eustachio, in Roma. Nel 1385 troviamo un Buzio Orsini, curatore dei pupilli di Eustachio di Giovanni di Sant'Eustachio. Nel 1477 il castello fu devoluto alla Camera Apostolica; ma nell'anno seguente il pontefice Sisto IV lo vendè, per 7000 ducati, a Rieti; dovendosi però pagare tale somma a Lucrezia Ordelafiì, signora di Forlì, onde liberasse il conte Federico di Montoro, prigioniero nella rocca di Catino. Nel 1479 la Comunità di Rieti rivendè questa terra a Meliaduce Cicala, mercatante genovese. Nel 1481, morto il Cicala, passò in possesso dell'Ospedale di San Sisto della nazione genovese, in Roma, e Rieti cedè l'azione del patto redimendi, che aveva per otto anni, alla Camera Apostolica.
Paolo Orsini ebbe poi questo feudo e morto che fu, strozzato nella rocca di Castel della Pieve, passò al figlio Roberto di Nomentana che, con testamento del 25 febbraio 1525, istituì erede di questo castello il fratello Camillo. Camillo morì d'anni 70 e gli successero Paolo, Giovanni, Giulio e Latino. Giulio n'era signore nel 1561, Latino ne prese possesso nel 1597. Pertanto, per debiti fatti da Camillo, furono alienati, per 32,000 scudi, questi beni, da monsignor Fabio Orsini marchese di Mentana e da Virginio, nel 1588, a favore del duca Bernardino Savelli, e l'anno seguente n'era signora Lucrezia Anguillara Savelli. Dal duca Savelli vennero subastati questi beni e conceduti a Camillo Capizucchi, luogotenente, per il papa, dell'esercito in Ungheria, nel 1597. Da ultimo, dopo frequenti e strane vicende, il feudo passò, [ter acquisto, nel 1611, al nobile uomo Settimio Olgiati. Nel 1720 apparteneva a Marco Antonio Olgiati, nel 1721 a G. Battista.
Il paese è alle falde occidentali del monte Tancia, in pittoresca posizione (384 m.). La chiesa parrocchiale è dedicata a San Nicola di Bari e fu consacrata, nel 1774, dal cardinale Rezzonico. Sorge vicino il palazzo baronale Olgiati. Nei dintorni sono molti ruderi di antiche ville romane, ai quali già accennammo parlando di Poggio Mirteto. I prodotti del territorio sono : vino, olio, cereali, frutta e carbone.
Uomini illustri — Nacque in questo paese Gregorio Catinense, compositore del prezioso Chromeon Fharphensc (1090).
Coli, elett. Poggio Mirteto — Dioc. Poggio Mirteto — Pa, T e Str. ferr. a Poggio Mirteto,
Roccantica (853 ab.). — Cenni storici, Circa l'origine, lo Sperandio asserisce essere stata fabbricata da un tale Antico; ma tale ipotesi, come facilmente rilevasi, non è seria. Enrico IV distrusse questa rocca, la quale, con altre vicine castella, fu poi restituita alla Chiesa e riedificata. La possedette Grimoaldo di Benedetto di Ubaldo, discendente dal duca di Benevento, datagli per ricompensarlo di quel ducato da lui donato alla Chiesa. Nel 1059 vi si ritirò Nicolò II, per scampare ai persecutori della Chiesa. In quell'occasione riconobbe quel papa la fedeltà di questa gente e concesse