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Montebuono (1387 ah.). — Cenni storici. Circa l'origine c la storia di questo paese ben poco si conosce. L'anno 1389 venne qui a domiciliarsi il nobile. Alberto (iallnzzi, bolognese, esiliato per sospetto che avesse voluto tradire la sua patria. Accasatosi in Montebuono, dette origine alla famiglia Gallaci, da cui uscì Fausto, celebre per l'eloquenza, fatto senatore di Roma da Alessandro VII e morto poi nel 1G89.
Il paese trovasi sul versante meridionale del monte San Pancrazio, a §25 metri sul mare, in favorevole posizione per la salubrità del clima e per la vaghezza dell'orizzonte. Il fabbricato della terra è assai decente, le vie anguste, ma regolari. La collegiata, sotto il titolo dell'Assunta, fu completamente restaurata nel 1750; ma da un documento dell'archivio parrocchiale rilevasi, che fu consacrata nel 1572. L'altare maggiore vuoisi disegnato dal Ranaldi, ed è ornato ili svariati marmi.
Abbondano nell'abitato frammenti di bassorilievi, di capitelli, di iscrizioni marmoree, di cornici ed altri avanzi architettonici, provenienti, per la maggior parte, da grandiosi avanzi di antiche fabbriche, che conservarsi a breve distanza del paese, sul colle Grigliano ed alle quali sudisi comunemente dare il nome di Villa o Terme di Marco Agrippa. Forse tale denominazione provenne dall'essersi trovato tra quei ruderi vurii avanzi di iscrizioni commemoranti quel grande personaggio dei tempi di Augusto.
La parte destinata ad uso termale, consta di diversi serbatoi, formati da due grandi gallerie, a tutto sesto, contigue, di metri 4 X 21, internamente divise da arcate a mattoni; di una piscina lunaria, di un'esedra e dì varie stanze da bagno. Le costruzioni estendonsi per circa un chilometro. La muratura prevalente è il reticolato, fatto con calcare del luogo. Gli architetti perugini Menotti e Sinielli ritrassero la pianta di parte delle terme, che fu poi pubblicata dal Guattani (Monum. sabini, il, p. 132, tav. 10;.
In Montebuono sono anche degni di nota i due seguenti edilizi:
Chiesa di San Pietro. — Fu innalzata nel medioevo (secolo XIII) in mezzo all'area occupata dalle tenne, sebbene sianvi indizi che già sino dal secolo VI altra chiesa avesse precsistito. Della costruzione del secolo XIII. rimane solo la nave centrale, la destra fu ricostruita nel secolo seguente.
Nel lato sinistro della parete d'ingresso, sono affreschi votivi, di scuola umbra del XV secolo, rappresentanti : lo Sposalizio di Santa Caterina, Sant'Aninnio Abate, il Martirio di San Lorenzo, la Vergim in seggio, col Bambino e nel lato destro vedesi la Vergine con Gesù, di proporzioni colossali. L'arco che divide in due spazi la nave destra, sostiene una larga parete ove sono le traccio di un affresco della Annunciazione, opera di scuola fiorentina del XIV secolo. Sotto l'arco veggonsi (seguendo l'opinione del Gnat-tani, op. cit.) i busti, in affresco, di Carlo Manno, di Pipino e di Astolfo o Desiderio. Nel retro dell'arco è rappresentato VIncontro di Santa Elisabetta con San Gioacchino, fuori di Gerusalemme.
Presbiterio* — Cappella destra V Annuncia -zinne. L'arco è decorato con cinque figure di Apostoli, i\ Ballista e Sant'Antonio Abate. L interno è coperto con vòlta a crociera e nelle vele sono effigiati gli Evangelisti. Le pareti
presentano: il Martirio di San Giovanni Evangelista, il Ilattesimo di Cristo, la Cena d'Erode, la Decollazione di San Giovanni, il Crocifisso, San Giacomo e varii miracoli di questo santo. Il Guardabassi opinò che queste pitture debbano attribuirsi ad artisti toscani, venuti in aiuto di Giotto, allorché esso andò a lavorare in Assisi. L'abside, semicircolare, fu ricavata da un'esedra delle antiche terme. K anch'essa ornata d'affreschi di scuola giottesca.
Meritano considerazione: il Giudizio finale, San Pietro seduto in cattedra ed ai suoi piedi il committente; Maria con Gesù in braccio, il Presepe, con sotto la scritta : Matjisler Jacobus de Rocca Anticha dipinzit MOCCOLI.
Altri affreschi spettano, secondo il Guardabassi, a maestro Jacobo. il quale, mentre l'Angelico toccava l'apice dell'arte, continuava ad imitare lo stile degli antichi alluminatoli. Con grave danno pel monumento e per l'arte, questo tempio divenne pubblico cimitero, dal 1828.
Chiesa di Santa Ilaria. — Innalzata sui primordi! del XIV secolo. Le furono aggiunte due navate nel secolo seguente. Nei piloni rimangono traccio di pitture votive; l'abside ha affreschi di Santi ed un Incoronazione della Vergine, mediocri lavori di scuola umbra.
Il territorio di Montebuono è fertilissimo di olio, vino e legumi. Coli, elett. Poggio Mirteto — Dioc, Mugliano Sabbio — I'3, T. e Str. fcrr. a Stimigliano.