2*24 Parte Terza — Italia Centrale
Septem Aquae fu un vicus, ricordato anche, nell'iscrizione di Caio Sallio Proculo (Corpus lnscript. Latin., ix, 11. 420G, p. 405), di cui non conoscesi esattamente il luogo; ma certo era presso uno dei laghi della valle reatina, alimentati dalle sorgenti dalle quali appunto derivò il nome di Sette acque. Degli imperatori, i Flavii traggono origine da Rieti (Sveton., Vespasian., 1 ; Silio Ital., in, 5%).
La via Salaria attraversava la città e ne usciva dalla porta Interocrina (di Antro-doco), ch'era alla destra del Velino. Alcuni vogliono che questa porta formasse quasi testa del ponte sul detto fiume, che ora più non esiste, ina che era parecchi metri sopra al ponte odierno. In tale ipotesi, la via Salaria non avrebbe attraversato il clivo su cui posava l'antichissima Rieti; ma ne avrebbe rasentate le radici ed il borgo, entrando dalla porta Romana. Altri vogliono, invece, che la strada attraversasse la città e che la porta Interocrina fosse nel luogo dove poi la si disse, nel medioevo, porta Carceraria, cioè al clivo della piazza Comunale al borgo Exulana, corrotto poi in Acearana. Certo è che la via Salaria, venendo da Roma, penetrava a Rieti dalla parte sinistra del Velino, nelle adiacenze di porta Romana (X. Persichetti, Viaggio archeol. sulla Via Salaria, Roma 1893, p. 34).
Caduto l'Impero romano, di cui Rieti, del pari che le altre città sabine, seguì i destini, tennero dietro le incursioni barbariche, massime dei Goti e dei Longobardi e fu in quel tempo che cominciarono a sorgere i numerosi castelli e fortilizi della regione, nei quali le principali famiglie cercavano scampo e sicurezza. I Longobardi formarono del territorio reatino un Castaldato 0 Gastaldato, che comprendeva parecchie città e paesi, nella maggiore delle quali risiedeva il castaido. A questi era affidato il governo economico delle ville e delle corti, la direzione degli uomini liberi e dei servi che vi erano addetti, l'amministrazione della giustizia, l'ispezione militare, ecc. I castaidi erano soggetti al duca, cui rendevano conto del loro operato. Il castaldato di Rieti era insigne ed il nome del suo castaido ricorre in tutti i contratti, colla qualifica di vir magtiifìcus.
Dopo l'erezione del Ducato di Spoleto, circa il 570, Rieti fu annoverata più nell'Umbria che nella Sabina. Sotto il pontificato di Adriano I, il principato della Chiesa si aumentò colla Sabina e con Rieti, poiché, travagliato quel papa da Desiderio re dei Longobardi, ricorse a Carlo Magno, nel 772, e mentre Desiderio, presso le Alpi, si difendeva dai Franchi, Spoleto e Rieti si assoggettarono al pontefice. Carlo Magno confermò le donazioni del padre e dell'avo e ne aggiunse altre, tra le quali la Sabina e il Ducato spoletino.
Nel IX secolo Rieti ebbe a patire le irruzioni dei Saraceni. Nel 1084 Enrico VI, prima di recarsi a Roma per ricevere la corona dall'antipapa Clemente III, si fermò a Rieti. Nel 1148 Ruggero I di Sicilia, dopo lungo assedio, distrusse la città. Ai 28 agosto del 11S5 Enrico VI, col mezzo di ambasciatori, conchiuse in Rieti gli sponsali con Costanza figlia di Ruggero 1. Nel 1201 e nel 1207 gravi incendi distrussero gran parte delle fabbriche della città, ed anco la cattedrale non fu esente da danni, in tali calamità. Nel 1 l'JS Innocenzo III visitò il Ducato di Spoleto ed in quell'occasione guarentì a Rieti di tenere per se la metà di certe tasse, governandosi a Comune. Nel 1217 altro disastroso incendio distrusse quasi tutta la città, la quale, con tanti ripetuti incendi, venne a perdere i monumenti antichi della vetusta Beate. Nel 1219 fu in Rieti Onorio III e pose fine alle controversie tra Pietro, vescovo di Sabina, ed il celebre monastero di San Salvatore.
Nel 1225 il detto pontefice consacrò solennemente la cattedrale reatina. Ebbe luogo la cerimonia il 9 settembre, presenti i vescovi di Ostia, di Albano, di Palestrina e varii altri, e furono allora da Onorio collocate, sotto il maggiore altare, le reliquie di Santa Barbara e di altri santi, come rilevasi da un istromento dell'Archivio Capitolare. Nel 1226 Onorio risiedeva ancora in Rieti e, contento della fedeltà dei cittadini,