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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   sappiamo del linguaggio sabinico. Non è ben chiaro, dalle espressioni di Vairone, sino a qual punto il linguaggio si potesse considerare come sempre esistente ai di suoi; ma è probabile che non si potesse più considerare (piale un linguaggio vivente, quantunque le espressioni e le forine particolari, predette, fossero sempre in uso come provincialismi.
   I Sabini dicesi dimorassero principalmente nei villaggi e, al dir di Strabone e di Dionisio, anche le loro città non erano munite di mura. È questo uno dei punti in cui credesi rassomigliassero ai Lacedemoni (I'lut., lìom., 1G), quantunque probabilmente ciò provenisse soltanto dalla semplicità dei loro costumi e dal conservar che facevano, immutate, le consuetudini dei montanari primitivi. Coerentemente a ciò noi troviamo mentovate pochissime città nel loro territorio, ed anco fra queste, Recite o Rieti pare fosse l'unica di molta importanza. Iulerocrea (il cui nome è sempre preservato in Antrodoco, nel circondario di Cittaducale, in provincia d'Aquila), più in alto di Rieti, nella valle del Velino, pare non fosse stata mai una città municipale ; ed c probabile che l'intiera valle superiore del Velino fosse, municipalmente parlando, compresa nel territorio di Rieti, come sappiamo essere stato il caso anche con la valle inferiore, sin giù alle cascate del Velino, che formavano il limite del territorio dei Sabini da quel lato; essendo biteramnae (Terni) del pari che Narma (Narni) ed Ocriculum (Otricoli) compresi nell'Umbria.
   Falacrinum (sotto Civita Reale e patria dell'imperatore Vespasiano), situato presso le sorgenti del Velino, era certamente un mero villaggio, come anco Fornii (Civita Tomassa), situato nella valle trasversale che conduceva da Antrodoco ad Ainiterno e formava la linea di comunicazione fra la valle del Velino e quella dell'Aterno.
   Amiterno stesso (patria di Sallustio, le cui rovine scorgonsi ancora presso il villaggio di San Vittorino, non lungi da Aquila), quantunque situato nella valle dell'Aterno, sì che parrebbe appartenere più naturalmente ai Vestini, era certamente, come affermano Plinio e Strabone, una città sabina e, dopo Rieti, era probabilmente la più importante che possedessero.
   Nursia, o Norcia, nel bacino superiore della Nera, era la città principale del distretto adiacente, ma non fu mai di molta importanza. La regione più bassa dei Sabini, fra Rieti e Roma, pare contenesse parecchie piccole città di grado municipale, quantunque non fossero, secondo Strabone, che villaggi maggiori. Erano fra esse Forum Nomati (Vescovio di Sabina), sulle sponde dell 'Ititele, e Forum Decii, la cui situazione è affatto ignota. Ambedue, come attestano i nomi, erano città romane e non sabiniche antiche ; la prima pare surrogasse la sabina Casperia, situata probabilmente nelle vicinanze di Aspra. Dall'altra parte Cures (Correse), la supposta metropoli dei Sabini stabiliti in Roma, conservava sempre il suo grado municipale, quantunque di non molta importanza. Lo stesso si ha a dire di Eretum (Grotta Marozza), l'ultima delle città strettamente sabiniche, procedendo verso Roma; quantunque Plinio ponga nella Sabina anche le due città di Nomentum (Mentana) e di Fidene (Castel Giubileo).
   Oltre codeste, eranvi ancora due altre città dal nome di Trebula, che hannosi probabilmente a collocare nella porzione meridionale della Sabina. Di queste, la Trebula Mutuesca (la Mutuscae di Virgilio, Aen., vii, 711) sorgeva presso Montclccue, a circ\ 24 chilometri a sud di Rieti e sulla destra della via Salaria; mentre Trebula Suffetius si può forse collocare a Sant'Antimo, presso Stroncone, nei colli a sud-est di Rieti.
   Varia, per ultimo, nella valle dell'Amene, circa 12 chilometri sopra Tivoli e detta oggidì Vicovaro, in provincia di Roma, parrebbe fosse al fermo una città sabinica; l'intiera valle della Digetitia (ora Licenza), coi suoi villaggi di Mandela, Digentia e Fanum Vacunae (ben nota per la vicinanza della villa Sabina d'Orazio), era compresa nelle dipendenze di Varia.
   II territorio dei Sabini era attraversato, in tuttala sua estensione, dalla via Salaria, che fin da un periodo primitivo era una delle principali vie maestre d'Italia. Essa