Circondario di Rieti
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si combattesse in una foresta, detta Silra Mulitiostt, -di cui è ignota la situazione (Limo, r 30).
Durante il regno d'Alien .Hfcrzio, rappWÉCtttato egli stesso d'origine sahinica (era nipote di Ninna), non occorrono ostilità coi Sabini; ma il suo successore, Tarquinia Prisco, fu impegnato in una guerra con questo popolo, la quale pare fosse d'un carattere formidabile. 1 Sabini, al dire di Lìmo (i, 30-38), incominciarono le ostilità tragittando l'Anioni ; e dopo la loro sconfitta tinaie furono privati, si dice, ili Collazia (Castel dell'Osa o Lunghezza) e del territorio adiacente.
Cuerone (i)e lìep., ti, 20) altresì parla di Tarquinio che respinge i Sabini dalle mura stesse della città. Non apparisce perciò più dubbio che essi avevano in quel temilo esteso la loro potenza alla sponda destra dell'\niene ed entrisi impadroniti di una parte ragguardevole del territorio già dei Latini. Da quel tempo non troviamo menzione ulteriore di essi nell'istoria romana che dopo la cacciata dei Re; ma, nel .>(J4 av. C.. dopo la ripulsione di l'orsenna, scoppiò di nuovo una guerra sabinicaj e d allora iti poi i Sabini pare fossero cosi di frequente fra t nemici di Poma come i Vejenti ed ì Yolsci.
Ma il rinnovamento delle ostilità andò segnalato per un incidente che esercitò un effetto permanente sull'istoria romana. Un'intiera tribù ilei Sabini; capitanata da mi certo Atto Chiuso, dissentendo dalla politica dei suoi concittadini, emigrò a Roma, ove fu accolta come cittadina e diede origine alla potente famiglia e tribù dei Qlamiii (Vnu Aeti., vii, 708; Tac., Am., .\T, 24). Non decorre ricapitolare a parte a parte le relazioni delle guerricciuole coi Sabini nei primi tempi della Repubblica, come quelle he porgono pochi fatti d'interesse storico. Sono del medesimo carattere generico di quelle coi Vejenti ed i Volsci. Livio se ne sbriga generalmente in un modo sommario ; ma esse sono narrate partitainente da Dionisio. Una cosa è però evidente, che nò la potenza, nò lo spirito dei Sabini erano abbattuti, dacché, nel 409 av. (1, essi spinsero le loro devast azioni sino alle porte ili Roma; ed anco, nel 449 av. 0., quando la vittoria decisiva di M. Orazio fu susseguita dalla presa del campo sabino, Apprendiamo che fu rinvenuto pieno del bottino fatto nel saccheggio dei tuTritoni romani. Ili questa, rame in parecchie altre occasioni, Kretìtm (Orotta Maruzza) pare fosse la città di frontiera dei Sabini, ove posero il loro quartiere generale e donde fecero incursioni nel territorio romano. La vittoria di M. Orazio fu susseguita dal risultato notabile che le guerre coi Sabini incessanti per lo spazio di ben cinquant'aniii — cessarono affatto d'allora in poi, e per oltre un secolo e mezzo il nome dei Sabini è mentovato appena nella storia. La circostanza è tanto più notabile niquaittoehè, durante una gran parte di questi intervallo, i Romani furono alle prese coi Sanniti, discendenti dei Sabini, ma t he pare non avessero alcuna specie di relazione politica coi loro progenitori.
Delle condizioni della pace fra Sabini e Romani, durante questo periodo, nulla sappiamo, del pari che di ciò che gli spinse a romperla improvvisamente, posciacliò, nel 290 av. C., noi troviamo di nuovo i Sabini in anni contro Roma. Essi furono però scon-litt facilmente dal console M. Curio Dentato, il quale aveva già posto fine alla terza Guerra Sannitica e volgendo le armi contro i Sabini, li sottomise in una sola campagna (Liv., EpiL,nì; \ict., Vir. JIL,'¦',:>). Essi furono puniti severamente; molti prigionieri furono venduti come schiavi e i rimanenti cittadini furono ammessi alla franchigia romana, ma senza il diritto di suffragio, e le loro città principali furono ridotte alla condizione subordinata di prefetture. 11 diritto di suffragio fu però loro concesso circa venti anni dopo (nel 208 av. C.) e da quel tempo i Sabini goderono dei pieni diritti dei cittadini romani e furono compresi nella tribù Sergia (Cicer., Pro Hulh., 13; in Vatìn., 15). Questa circostanza li separò dalla causa delle altre nazioni italiche, compresi i loro proprii congiunti, i Sanniti, i l'iettiti, i Peligm, durante il grande conflitto della Guerra Sociale. In quell'occasione i Sabini, in un coi Latini ed i Campani, stettero per Roma.