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l'arte Terza — Italia Centrale
già stabiliti sulla sponda sinistra del Tevere, a pochi chilometri dalla sua confluenza coli' \niene; e ili 1111 periodo poco discosto da quello della fondazione di Roma, spinsero sempre più oltre i loro posti avanzati e stabihronsi sul monte Quirinale alle porte stesse della citta nascente.
L'istoria dei Sabini sotto Tito Tazio, delle guerre di codesto re con Romolo e dello stabilimento dei Sabini 111 Roma, ad uguali condizioni con gli abitanti Latini, si che a grado a grado si confusero in un sol popolo, fu così commista alle favole e così sfigurata «Lillo leggende poetiche e mitologiche che mal puossi sperare di estrarne il vero 0 sceverare la storia reale dalla farragine delle varie e discrepanti tradizioni ; ma essa 11011 rappresenta però meno una serie reale di eventi. E un fatto storico, irrepugnabile, che una gran parte della popolazione della città era di origine sabiuica e lo stabilimento di codesto popolo sul Quirinale è attestato da numerose tradizioni locali che 11011 si possono certamente porre in dubbio (Scuwegleh, lìdm. Gesch., voi. 1, pp. 243, 478, ecc.).
Noi 11011 possiamo qui tentar di discutere le varie teorie messe innanzi per ispiegare la vera natura dell'invasione sabiuica e l'origine delle leggende connesse ad essi. Una delle più plausibili è quella che suppone Roma conquistata realmente dai Sabini e soggiunge, che sol mediante ima lotta successiva venne fatto ai Latini di ottenere parità di diritti sul Palatino (Ime] Researehes into the HMory of the Roman Gomiti., p. 44, ecc.; Schweglek, voi. 1, pp. 491-W3). Mal si può negare che questa supposizione, 0 teoria, non abbia in sè molta verosimiglianza e non ispieghi molti punti oscuri nell'istoria primitiva, quantunque essa 11011 si possa considerare di una tale evidenza da ammetterla come un fatto storico.
L'influenza sabiuica gittò radici profonde nel carattere del popolo romano; ma il suo effetto apparve principalmente nei loro sacri riti e nelle loro istituzioni così sacerdotali come religiose. Ciò concorda pienamente col carattere che Varrone e Plinio ci lasciarono dei Sabini ; e non meraviglia perciò che le tradizioni dei Romani attribuissero generalmente a Ninna, il re sabino, tutte 0 la maggior parte delle loro istituzioni religiose, nell'istessa guisa che attribuivano le militari e politiche al suo predecessore Romolo. Ninna, invero, divenne in gran parte il rappresentante, 0 piuttosto la personificazione dell'elemento sabinico del popolo romano ; nell'istesso tempo ch'ei fu considerato generalmente qnal fondatore (lì tutti i riti ed istituzioni religiose, sì che divenne usanza ascrivergli anche quelle che 11011 erano certamente di origine sabinica, ma appartenevano ai Latini 0 provenivano da Alba (Ambrosmi, Studien, pp. 141-148; SoiiWF.gler, /. e.). In tutte queste tradizioni primitive, concernenti le relazioni dei Sabini con Roma, la città di Cures (rovine presso i villaggi di Corrose e di Arci) pare rappresenti la parte principale. Tazio stesso era re di Cures e a Cures altresì i patrizi mandarono, dopo l'interregno, a cercare il savio e pacifico Ninna (Liv., 1, p. 18).
Una prova più calzante della connessione dei Sabini romani con Cures fn rinvenuta nel nome di Quiriti, che fu applicato da ultimo all'intiero popolo romano e che fu comunemente considerato come derivante immediatamente da quello di Cures. Ma questa etimologia è, a dir poco, estremamente dubbia ed è assai più probabile che il nome di Quiriti derivasse da Q a iris (lancia) e significasse semplicemente lancieri o guerrieri, apponi® come Quirino era il Dio-lancia, 0 Dio della guerra, strettamente connesso, quantunque 11011 identico, a Mainers, 0 Marte. C'erto e altresì che questa superiorità di Cures, se esistè mai realmente, cessò in un periodo ben primitivo. Nell'istoria romana 11011 trovasi alcuna allusione successiva ad essa e la città stessa fu, nei tempi storici, di ben poca importanza.
La stretta unione stabilita per tal modo fra i Romani e i Sabini che avevano posto stanza sul Quirinale, 11011 assicurò la città nascente dalle ostilità col rimanente della nazione. Cìià nel regno di Tulio Ostilio, successore di Numa, noi troviamo questo monarca alle prese coi Salimi di cui invase il territorio. La battaglia decisiva vuoisi