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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   Bracateli ed una estesa e, ricca necropoli cominciò a disseppellirsi nella contrada detta Crocefisso del Tufo e gli scavi furono quivi eseguiti sotto la direzione del valente ingegnere Riccardo Mancini (1). Altre tombe si riconobbero nella località Swripa, Caimicella, Conce. Importanti furono le esplorazioni della necropoli della Cannicella, eseguite nel 1885 (2).
   Nelle dette località continuano tuttora le esplorazioni e con felici risultati, dai quali vieppiù rilevasi la grandezza e l'importanza della città di Volsìmi,
   Datila dei Ss. Severo e Martirio. — Trovasi a sud della città, circa un chilometro distante. La prima costruzione sembra rimontare al VI secolo, ma le rovine che oggi veggonsi datano dal 1100. Si vuole fosse arricchita ed ampliata dalla contessa Matilde la quale, nel 1103, vi fece erigere la bella torre decagoni che ancor oggi ammirasi. Sino al giro delle finestre è costruzione di questa epoca: la parie superiore fu aggiunta nel X[Il secolo.
   La chiesa è ad una sola navata, con pavimento a mosaico alessandrino, condotto su disegno bizantino. All'aliar maggiore sono sculture marmoree, romane, rappresentanti aquile che reggono festoni di frutta. In una cappella, forse l'antica sacrestia, è un affresco di scuola giottesca, rappresentante Y Annunciuztone della Vergine e da un lato t la figura della committente, con la scritta : Hoc. opus fecit fieri domina Teonaldu. Presso l'altare di detta cappella è un davanzale di pulpito, con ornamenti del secolo XII. Sopra la porta di uscita è l'affresco con Maria in trono, Sani'Agostino, San Severo, eseguilo nel Xl\ secolo. Nell'oratorio, dietro l'aitar maggiore, è un grande affresco col Crocifissso, e in basso, San Giovanni. Saul'Elisabetta, il Ballista, San Martirio, ed altri Santi, opera ritentila di Giunta da Pisa.
   Nella corte dell'annesso palazzo abbacale vedesi, sulla parete sinistra, un doppio loggiato il cui piano superiore mostra la ricchezza è l'ottimo gusto del secolo XIV.
   La Badia fu abitata dai Benedettini sino al 1221 ed Onorio III la concesse puoi ai canonici regolari Premoslralensi. Nel 1423 vennero gli
   Olivetani e nel 1442 fu da Eugenio IV concesso in commenda al cardinale Barbo Fu poi, a poca a poco, abbandonata, derivandone da ciò gravi danni e la rovina generale del monumento.
   Chiesa di San fiiovanui (ad uu chilometro dalla città). — Pare fosse edificata nel XIV secolo e la facciala è condotta con molta semplicità ed eleganza. Nell'interno è l'abside con un affresco rappresentante VAnnunciazione della Vergine, opera di scuola umbra, del 1421.
   Chiesa della Ss. Trinità. — Fu edificata nel 1034, per ordine di Benedetto IX e consacrala poi da Pasquale 11, l'anno 1102. Dista da Orvieto circa 3 chilometri.
   Nel 1404 minata la chiesa per danni cagionati dalla guerra, Bonifacio IX la donò, con tutte le sue terre, al Capitolo della cattedrale orvietana, e nel 1429 passò ai frati Minori di San Francesco. Nel 1467 fu consacrala la nuova chiesa.
   Della primitiva chiesa non rimane alcun vestigio. Nell'interno, parete sinistra, è I affresco di San Bernardino incoronato da due angioli, i Ss. Antonio, Pietro, Paolo e Lodovico, opera ritenuta del Pinluricchio. Nella parete destra, altro affresco, pure attribuito al Pinturicchio, rappresentante Maria in trono, con Gesù, San Bonaventura, San Giuseppe, San Giovanni e San Girolamo.
   Chiesa di Santo Spirito al Tamburino. — Fu
   fondata nel 1288, ed era officiata da monaci Armeni che vi tennero anche ospedale. Trovasi sulla via Pretoria, oggi detta il Tamburino. Del-1 antica costruzione non rimangono che la bella porta esterna, l'abside con affresco di scuola umbra ed alcune iscrizioni gotiche.
   Castel Giorgio (17GG ab.). — È un piccolo paese a 18 chilometri da Orvieto, su di un altipiano (559 in.) bagnato dal torrente Romealla, che scarica le sue acque nel fiume Paglia, a nord di Orvieto. Ebbe forma di vero e proprio paese soltanto nel 147G per opera del vescovo Giorgio della Rovere, da cui prese il nomo, sotto il pontificato di Sisto IV. E un paese eminentemente rurale, anche nel senso della mancanza di agglomerati di case, mentre le abitazioni, che sono costituite di buoni e puliti fabbricati, trovatisi disseminate sopra un vasto territorio e talora anche a considerevole distanza fra
   (1) Cf. Notizie, 1S76, pp, 18, 36, 53, 60, 130; 1877, p. 145; 1878, pp. 253, 293, 31u segg.j ISSO, p. 437, tavv, XIV-XVI.
   (2) C-f. NéiM?«, 18S5, pp. 15, 03, <17 185, 219, 417, 502, tavv. 1I-V e i Bollettini dell'Accademia La Nuova Fenice. Orvieto ISS'J-M.