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l'arte Terza — Italia Centrale
cinquanta fra libri e opuscoli di dottrine storiche.Ila fondato in patria la Nuova Fenice, accademia di storia e lettere, feconda di pubblicazioni erudite, e la Società Storica dell'Umbria con residenza a Perugia, della quale è presidente.
Nelle armi si distinsero: Alessandro Monte Marte, conte di Titignano, che trovossi alla battaglia navale ed all'assedio di Mìtilene; Butillo da Orvieto, castellano della ròcca di Benevento e strenuo capitano nelle guerre tra Alfonso di Aragona e la regina Giovanna: Gentile della Vipera della Sala Monaldeschi, militò sotto Francesco Sforza duca di Milano e morì in Lombardia nel 14G7; Ugolino conte di Monte Marte, luogotenente del legato pontificio Egidio Albornoz e generale dell'annata della Chiesa: a lui devonsi le ròcche di Orvieto, Assisi, Ancona e Narni ; Vespasiano Marabottini, colonnello sotto Pio V, militò agli stipendi di Enrico III di Francia e fu nominato cavaliere dell'Ordine di San Michele; Alberico Alberici e Jacopo conte di Corbara si segnalarono per coraggio e valore, nel 1571, nella guerra contro i Turchi, alla battaglia di Lepanto.
Tra gli artisti sono da ricordare gli architetti: Lorenzo Maitani, architetto del Duomo, quantunque nato a Siena; Angelo da Orvieto, autore dei celebri palazzi di Città di Castello e di Gubbio ; Antonio, architetto della chiesa di San Francesco di Terni (1445); Stefano di Angelo; Placido di Oddone; Ippolito e Francesco Scalza; Ascanio Vitozzi, che operò in Torino la chiesa della Trinità, quella dei Cappuccini al Monte e la Madonna di Vico, presso Mondovi e servì Carlo Emanuele I, che gli dette il comando delle artiglierie, nel 1G13, nell'invasione del Monferrato. Nella scultura sono da ricordarsi: Tonino di Antonio, Meo di Andrea, Antonio Fazi e Ippolito Scalza. Tra i pittori notansi: Ugolino di Prete Ilario, Fra Giovanni Luca Leonardelli, francescano; Pietro di Puccio, autore di dipinti nel Camposanto di Pisa; Frate Francesco, pittore di vetri; Nicola Petrucci, Girolamo e Cesare Nebbia, Cesare Sermei ed altri.
Bibliografia. — Scrissero di Orvieto : Gio. Blavio, Theatrum eivitatum. — Hondius, Italìae descript. — Ceccarelii, Storia dei Monaldeschi, — Epheinerides Vrberetanae in Muratori, Iter. Ital. Script., t. xv. — Cipriano Manente, Historie dal 970 al 1563. Vinegia 1560. — Monaldo Monaldeschi, Commentari historici, ne' quali oltre a'particolari successi della città di Orvieto e di tutta la Toscana, si contengono anche le cose più notabili per tutto il mondo, dalla edificazione di Orvieto insinoal 1584. Venezia 1584. — Lauro Giacomo, Historia e pianta della città di Orvieto, 163G. — Marabottini F., Cuthalogus Episcoporum Urbisveteris. Roma 1 <550. — Bernardini Girolamo, Descrizione del Duomo di Orvieto. Milano 1(511. — Della Valle G., Storiu del Duomo di Orvieto. Roma 1791. — Luzi Lodovico, Duomo di Orvieto. Firenze 1886. — Fumi Luigi, Il Duomo di Orvieto e i suoi restauri. Roma 1891. — Codice diplomatico dilla città di Orvieto. Firenze ISSt. — Orvieto. Note storiche e biografiche. Città di Castello 1S91. — La Nuova Fenice, L21 pubblicazioni divise in IV serie, le ultime delle quali, dell'anno corrente, il Bollettino 1893-94 (Orvieto 1894), e il Governo dei Signori Cinque. Ivi 1894. — Tommaso Piccolominì Adami, Guida storico-artistica della città d'Orvieto e suoi contorni. Siena 1S83. — L. F. e V. F., Guida di Orvieto. Orvieto 1891.
Coli, elett. Orvieto — Dioc. Orvieto e Bagnorea — P2 T. e Str. ferr.
Dintorni di Orvieto.
Necropoli etruscue (fig. 90). — Spettano, come dicemmo nei cenni storici, all'antichissima Volsinii. Trovansi in estesa zona, nei dintorni della città; le tombe sono a camera, incavate nel tufo dei colli, o costruite con blocchi tufacei ed allineate su strade e piccole vie che dividono le varie tombe ed i gruppi di tombe. E impossibile dare di esse una descrizione, sia pure sommaria. Ne daremo, per comodità del lettore, una estesa bibliografìa.
Il gruppo più interessante di tombe è quello della necropoli di Poggio Roccolo, a poco più di 2 chilometri dalla città. Fu scoperto nel 1SG3 dal signor Domenico Colini. Le tombe sono incavate nella rupe tufacea, con pareti ornate di pitture in affresco, accompagnate da iscrizioni etnische. Vi si rinvennero vasi, armature, specchi di bronzo